domenica 6 novembre 2022

A Roma oltre centomila per la pace





Articolo da Sbilanciamoci.info 

Oltre centomila persone da tutta Italia alla manifestazione nazionale di Europe for Peace. Una quindicina gli oratori dal palco, chiude Landini. E nel corteo anche Letta e Conte.

“Vi do una notizia”. Attimo di sospensione in piazza San Giovanni alle prime parole dell’ultimo intervento, quello del segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Siamo più di cinquanta!”, in evidente polemica con il cosiddetto decreto anti-rave appena varato dal governo Meloni. In realtà, come è stato annunciato dal palco prima che tutti gli organizzatori si riunissero per cantare Bella Ciao sulla musica dei Modena City Ramblers, i partecipanti alla manifestazione nazionale per la pace che hanno sfilato a Roma da piazza della Repubblica e via Cavour sono stati oltre centomila, quarantamila secondo la Questura. Per capire: alle 14 e 30 circa quando già stavano iniziando gli interventi sul palco nero con il logo arcobaleno e le scritte in inglese, russo e ucraino, il grosso del corteo non era ancora partito da piazza Esedra. 

La prima a parlare al microfono è stata Francesca Giuliani di Sbilanciamoci! -che ha letto la piattaforma di Europe for Peace lanciata da oltre 600 associazioni italiane, laiche e cattoliche, che sulla stessa linea hanno anche organizzato in tutta la penisola le iniziative del 23 luglio e del fine settimana a cavallo tra il 21 e il 23 ottobre – e che insieme a Sergio Bassoli della Rete Pace e Disarmo ha presentato le testimonianze e gli oratori . Sono seguiti due video messaggi sul maxi schermo, inviati da una pacifista ucraina e da un disertore russo rifugiato in Lettonia. Quindi, in rapida successione, una quindicina di oratori si sono alternati sul palco a rappresentare il vasto mondo associativo che si è mosso per consentire la riuscita dell’appuntamento nazionale. (Qui per ascoltarli tutti dal sito Collettiva della Cgil

Tra gli interventi più belli, il primo dopo la lettura della lettera del cardinal Zuppi ai manifestanti di Roma, quello di Raffaella Bolini dell’Arci che ha ricordato la sua esperienza nel movimento per la pace degli anni Ottanta, “quando stavamo organizzando qui in Italia una delle più grandi mobilitazioni del mondo” e chiudendo ha spronato i giovani ad essere più impegnati sul tema del disarmo, “senza il quale non ci può essere futuro neanche dal punto di vista sociale e climatico”. 

Anche don Luigi Ciotti ha voluto riallacciarsi al grande movimento pacifista italiano di quarant’anni fa e lo ha fatto ricordando le parole di Tonino Bello. “Nel 1982, profeta, disse di essere preoccupato di un’Europa sempre più cassa comune invece di casa comune, un’Europa sempre più di mercanti che di fratelli – ha detto Ciotti – Tonino Bello disse anche che bisogna essere malati di pace. Perché la malattia della pace, è davvero una patologia che auguro a tutti e dalla quale non bisogna guarire perché è la malattia che ci rende più umani”. Ciotti ha invitato a diffidare “delle coscienze pacificate, sedute sulle loro certezze nell’incoscienza dei propri limiti”. E ha aggiunto: “Diffidiamo dei neutrali, troppi sono i neutrali nel nostro paese e diffidiamo dei più pericolosi che sono i mormoranti. Sono quelli che stanno sempre zitti, ma poi sono dissonanti che in altri luoghi giudicano, insultano e non fanno nulla. Le coscienze pacificate sono le madri dei conflitti”, ha concluso il fondatore di Libera.

Molti hanno espresso un ringraziamento e un pensiero rivolto a papa Bergoglio, ricordando i suoi discorsi costantemente rivolti a cercare di aprire varchi per la pace. Tra questi, oltre a Flavio Lotti della Tavola della Pace e dell’organizzazione delle marce Perugia-Assisi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Ricciardi che con i suoi volontari ha aperto il corteo nazionale. “Noi non siamo neutrali – ha spiegato Ricciardi –  siamo schierati per la pace. E chiediamo il diritto a comporre i conflitti senza violenza”, ripetendo l’appello di papa Francesco al presidente della Federazione russa, perché faccia uscire il suo popolo dalla spirale della guerra, e al presidente dell’Ucraina perché sia aperto a serie proposte di pace. Dopo il convegno che soltanto due settimane fa ha visto non solo il papa ma anche capi di Stato come Emmanuel Macron venire a Roma a parlare di possibili riaperture del negoziato, Ricciardi ha sollecitato dal palco di San Giovanni in Laterano “un nuovo investimento sulla diplomazia” perché “solo il dialogo e la diplomazia ci daranno la pace, coinvolgendo le Nazioni Unite, gli Usa, l’Europa, che deve avere una sua politica di pace”.  

La riflessione del presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia dal palco è stata incentrata sulla natura e la forza della guerra, che – ha detto – “sta tutta là, nel farci credere che sia l’unica possibilità, che sia la cosa razionale, giusta da fare” mentre non si deve accettare questa logica aberrante che “tende ad allargarsi nei comportamenti, nei pensieri, nelle narrazioni”. 

“Il nostro grido è più forte del fragore delle bombe e sarà più forte se arriverà anche in altre piazze d’Europa”, è stato l’augurio finale del presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo.

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Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info 

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