Articolo da Greenpeace Italia
Nonostante le politiche comunitarie siano spesso dense di contraddizioni, bisogna riconoscere che sui temi ambientali l’Europa è – ad oggi – uno degli attori più all’avanguardia nello scenario globale.
Tra le economie avanzate l’Europa è attualmente quella che si è impegnata maggiormente a prendere sul serio il contrasto all’emergenza climatica. Si è già prefissata degli obiettivi e ha escogitato misure per ridurre le emissioni di gas serra. Vuol dire che va tutto bene? No: nonostante gli sforzi, infatti, i target stabiliti non sono ancora adeguati a mantenere l’aumento medio della temperatura del Pianeta entro 1,5 gradi Celsius, la soglia indicata dalla scienza per minimizzare gli effetti del riscaldamento globale e non innescare un processo irreversibile.
La sfida più urgente che l’Ue si trova ad affrontare oggi è la crisi climatica. Si tratta di una vera e propria emergenza globale, che richiede sforzi e comunità di intenti da parte di tutte le grandi potenze del Pianeta. Per questo al tavolo delle trattative sul clima è importante che l’Europa si presenti compatta, determinata, con idee chiare e ambiziose.
Cosa fa la UE per contrastare i cambiamenti climatici?
Tre le istituzioni Ue che hanno negoziato queste leggi: la Commissione europea, il Consiglio dei ministri – in rappresentanza dei 28 governi dell’Ue – e il Parlamento europeo. In generale, il Parlamento ha spinto verso l’alto le ambizioni dei governi nazionali, ma soprattutto ha costantemente “pungolato” e rafforzato le proposte presentate dalla Commissione:
- Il Parlamento ha votato per una quota di energia rinnovabile del 35% entro il 2030. La Commissione ha proposto “almeno il 27%”, quota che il Consiglio dei ministri ha approvato. L’accordo finale è stato un obiettivo del 32% di energia da fonti rinnovabili;
- Il Parlamento ha spinto per rafforzare i diritti di chi vuole autoprodurre l’energia che consuma, i cosiddetti energy citizen. Sistema che permette alle persone e alle comunità di ridurre il costo delle bollette e contribuisce a combattere l’emergenza climatica, producendo la propria energia rinnovabile a casa o attraverso una cooperativa.
- Il Parlamento ha anche votato per ottenere il 35% di risparmio energetico entro il 2030, rispetto alle proiezioni business-as-usual. La Commissione ha proposto il 30%. In un accordo finale, le istituzioni hanno optato per un obiettivo di risparmio energetico del 32,5%.
Continua la lettura su Greenpeace Italia
Fonte: Greenpeace Italia
Autore: Greenpeace
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.0 Generico.
Articolo tratto interamente da Greenpeace Italia
Fonte: Greenpeace Italia
Autore: Greenpeace
Licenza:

Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.0 Generico.
Articolo tratto interamente da Greenpeace Italia
Il Tema più importante.
RispondiEliminaImportantissimo!
Elimina