Un avaro aveva liquidato tutto il suo patrimonio e l’aveva convertito in una verga d’oro; poi l’aveva sotterrato in un certo luogo, sotterrandoci insieme la sua vita e il suo cuore, e tutti i giorni andava a farci un’ ispezione. Un operaio lo tenne d’occhio, subodorando la verità, andò a scavare e si portò via la verga. Dopo un po’ arrivò anche l’avaro e, trovando la sua buca vuota, cominciò a piangere e a strapparsi i capelli. Ma un tale, che l’aveva visto lamentarsi così dolorosamente, quando ne seppe la ragione, gli disse: “Non disperarti così, mio caro; tanto, oro non ne avevi nemmeno quando lo possedevi. Prendi una pietra, mettila al suo posto, e immagina d’avere il tuo oro: ti farà lo stesso servizio; perché vedo bene che, anche quando il tuo oro era là, tu non ne facevi nulla”.
La favola mostra che nulla vale possedere una cosa senza goderla.
Esopo
Di questi tempi credo che Esopo sia fuori moda, perchè non si è più avari ma parsimoniosi, vista l'oscura crisi che viviamo. Ma naturalmente ci deve pur essere un modo per distinguere l'avaro doc dal parsimonioso per bisogno... e sono i sentimenti.
RispondiEliminaChi è generoso d'animo lo si riconosce all'istante ^_^
Ciao Cavaliere
L'avarizia è un0 dei più brutti difetti, anzi il brutto. buona serata.
RispondiEliminaQuello che si possiede, che sia poco o che sia tanto, non va tenuto sotto una campana, va vissuto, apprezzato, va goduto, sì! E vissuto non vuol dire sprecato!
RispondiEliminaBuona serata
Sabrina&Luca