San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Giovanni Pascoli
Stupenda lirica del Pascoli.
RispondiEliminaMi fa piacere che c'è qualcuno, come te, che pubblica delle belle poesie ormai dimenticate.
RispondiEliminaBravo! Buona serata
Stefano di Semplici Conversazioni
grazie,per questa poesia stupenda!!buona giornata:))
RispondiEliminaQuesti sono i versi sempre intramontabili...
RispondiEliminaGrazie per la visita!
Sai...io credo che il web sia molto sottovalutato.Dovremmo invece puntarci.Essere coesi.Invece noto che molti abbandonano, per facebook, perchè delusi o per altro...non bisognerebbe demordere.Credo sia la vera arma che abbiamo per parlare e ridiffondere i diritti di cui parlavi anche tu.
A presto.