La voce di Hind Rajab (in arabo صوت هند رجب?, Ṣawt al-Hind Rajab) è un film del 2025 scritto e diretto da Kawthar ibn Haniyya.
Attenzione: il seguente articolo contiene spoiler del film!
Trama
Il 29 gennaio 2024 gli operatori del centralino del braccio palestinese della Mezzaluna Rossa a Ramallah ricevono la telefonata di Liyan Hamada, una quindicenne di Gaza intrappolata in macchina assieme alla cuginetta Hind Rajab dopo che un carro armato israeliano ha sparato al veicolo, uccidendone i genitori e i tre fratelli. Quando anche Liyan viene uccisa dal fuoco continuato proveniente dal carro armato, è Hind, una bambina di cinque anni, a prenderne il posto, ferita alla schiena e alle gambe. Per le successive tre ore, gli operatori restano in contatto telefonico con lei, mentre un'ambulanza della Mezzaluna attraversa la zona assediata dall'esercito israeliano per soccorrerla.
Curiosità sul film
La regista ha voluto realizzare un film sulla vicenda non appena ha ascoltato l'estratto della telefonata pubblicato su internet, dichiarando a riguardo di avere «semplicemente sentito di dover fare qualcosa. Per non essere complice. Non ho alcun potere politico, non sono un'attivista, ho solo questo strumento che padroneggio un po', il cinema. Almeno, con questo film, non sono stata ridotta al silenzio».[1] Come prima cosa ha contattato la Mezzaluna rossa e, tramite questa, la madre di Hind, Wisam Hamada, non volendo procedere senza il suo benestare.[1]
Il film è stato una co-produzione franco-tunisina tra la Mime Films e la Tanit Films di Nadim Shaykhruha, assieme alla statunitense RaeFilm Studios d'Odessa Rae e la britannica JW Films di James Wilson.[2] A film finito, nell'agosto 2025, una cordata di personalità di Hollywood che comprendeva Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Jonathan Glazer e Alfonso Cuarón, si è aggiunta ai suoi produttori esecutivi allo scopo di facilitarne la distribuzione negli Stati Uniti e all'estero.[3]
La mia opinione
Guardare La voce di Hind Rajab non è semplicemente assistere a un film: è un atto di ascolto profondo, un’esperienza che ti attraversa e ti lascia con il cuore pesante e la mente in subbuglio. Mi ha colpito il modo in cui il film riesce a rendere visibile l’invisibile. Hind non la vediamo mai, ma è ovunque. È nei silenzi, nei volti tesi dei soccorritori, nella tensione che cresce minuto dopo minuto. E in quel vuoto, ho sentito una responsabilità. Non solo come spettatore, ma come essere umano. Consiglio la visione a tutti!








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