Articolo da Wikinotícias
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Ad aprile, durante il congresso della North American Academy of Neurology, verrà presentato uno studio preliminare, realizzato da ricercatori statunitensi, che indica un aumento dei casi di malattia di Parkinson nelle regioni del Paese con uso intenso di pesticidi e colture agricole. erbicidi . Le Montagne Rocciose e le Grandi Pianure sono state le aree specifiche analizzate, rivelando la presenza significativa di 14 sostanze tossiche associate alla malattia neurodegenerativa.
I risultati dello studio hanno indicato che i pesticidi e gli erbicidi simazina, atrazina e lindano erano fortemente correlati con la malattia di Parkinson. Dividendo le contee in 10 gruppi in base all'esposizione a queste sostanze tossiche, è stato osservato che i residenti delle località con le più elevate applicazioni di simazina avevano il 36% in più di probabilità di sperimentare la malattia degenerativa rispetto ai livelli di esposizione più bassi.
I ricercatori hanno condotto una revisione delle cartelle cliniche di 21,5 milioni di beneficiari di Medicare nel 2009 per determinare il tasso di malattia di Parkinson in varie regioni del paese. Hanno studiato la possibile relazione tra l'incidenza della malattia e l'uso di 65 pesticidi. I risultati hanno rivelato che per l'erbicida atrazina, l'esposizione alla quantità più elevata era associata a un aumento del 31% del rischio di sviluppare il morbo di Parkinson, mentre l'insetticida lindano era legato a un rischio maggiore del 25%. Queste associazioni persistevano anche dopo aver tenuto conto di altri potenziali fattori di rischio, come l’inquinamento atmosferico.
Brittany Krzyzanowski, scienziata del Barrow Neurological Institute in Arizona, ha espresso la sua preoccupazione per la scoperta, sottolineando che ci sono centinaia di pesticidi non ancora studiati per il loro rapporto con il morbo di Parkinson . Lo studio evidenzia anche la possibilità di una causa ambientale per la malattia, corroborando ricerche precedenti che identificavano diversi pesticidi ed erbicidi come potenziali fattori di rischio.
Chris Morris, docente senior presso l'Istituto per la ricerca clinica e transnazionale dell'Università di Newcastle, nel Regno Unito, sottolinea la necessità di ulteriori indagini per determinare queste relazioni. Cita un articolo dell'anno precedente che collegava la malattia di Parkinson all'esposizione a una sostanza chimica specifica, il tricloroetilene, sottolineando l'importanza di ispirare misure per ridurre il rischio di malattia abbassando i livelli di questi pesticidi.
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Fonte: Wikinotícias
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