lunedì 13 marzo 2023

Il fallimento della Silicon Valley Bank

3003 Tasman Drive


Articolo da Valori

È successo tutto nell’arco di pochi giorni, anzi, di poche ore. Silicon Valley Bank (SVB), la banca delle startup californiane, si è trovata a corto di liquidità. Prima ha svenduto parte del suo portafoglio, poi ha messo sul mercato azioni proprie per 2,25 miliardi di dollari. Manovre che hanno scatenato un fuggi fuggi dei risparmiatori, facendo crollare il valore delle sue azioni. Così, nella giornata di venerdì 10 marzo, le autorità statunitensi hanno chiuso l’istituto, decretando il suo fallimento. Il più rilevante dai tempi della crisi finanziaria globale del 2008.

Cosa succederà ai correntisti di Silicon Valley Bank

La sede centrale di Silicon Valley Bank e le sue 17 filiali tra California e Massachussetts riapriranno regolarmente, così come i servizi di home banking. La differenza sta nel fatto che a gestirle sarà un istituto creato ad hoc, chiamato Deposit Insurance National Bank of Santa Clara (DINB). È quanto si legge nel comunicato della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC). L’agenzia ha il mandato di assicurare i depositi bancari fino a 250mila dollari. Circa il 90% dei depositi di SVB supera tale soglia: ma lo Stato americano proteggerà anche loro. Nessun salvagente in vista, invece, per chi detiene azioni o obbligazioni non garantite.

Tutto questo avverrà senza pesare sui contribuenti americani, assicurano la Federal Reserve, la FDIC e il dipartimento del Tesoro attraverso un comunicato congiunto. A coprire i costi sarà infatti il Deposit Insurance Fund, finanziato attraverso gli interessi sui fondi investiti in titoli di Stato e le commissioni trimestrali pagate dagli istituti finanziari assicurati dalla FDIC. Insomma, stavolta sono le banche a pagare, non i cittadini.

Non è una replica della crisi del 2008, assicurano le autorità

Al 31 dicembre 2022, Silicon Valley Bank disponeva di asset per 209 miliardi di dollari e di depositi per 175,4 miliardi. Bisogna tornare indietro fino al 2008 per risalire a un precedente di questo calibro. All’epoca a fallire era stata Washington Mutual e i suoi asset ammontavano a 307 miliardi di dollari. Peraltro, il tracollo di SVB arriva praticamente in contemporanea con quello di altre due banche, entrambe legate a doppio filo al mondo delle criptovalute. Prima è stato il turno di Silvergate, dopo pochi giorni quello di Signature. Per quest’ultima le autorità americane hanno scelto lo stesso approccio: tutelare tutti i depositi, indipendentemente dall’importo.

Continua la lettura su Valori

Fonte: Valori


Autore: 
Valentina Neri


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.



Articolo tratto interamente da 
Valori



Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.