Articolo da La Città Futura
Nonostante la vita di Marx ed Engels sia piena di
avvenimenti di rilievo e si tratti di due degli intellettuali che hanno
avuto la maggiore influenza sulla storia e il mondo contemporaneo, si è
dovuto attendere il bicentenario della nascita del Moro di Treviri per
poter vedere nelle sale un film dedicato alla sua vita e opera da parte
di un grande regista. In effetti, ad eccezione di un dimenticato film girato in Urss più di quarant’anni fa, il film di Peck può essere considerato il primo vero e proprio film su Karl Marx. Quindi la sua uscita nelle sale in Italia dal 5 aprile è un’occasione certamente da non perdere. A questo proposito ringraziamo Malvina Diletti e Valentina Marone di Inter Nos ufficio stampa web che hanno dato la possibilità al nostro giornale di visionarlo in anteprima per i nostri, certamente interessati, lettori.
Il giovane Karl Marx è, in
primo luogo, un’ottima occasione per avvicinare le giovani generazioni
alla vita e all’opera di due giganti della Rivoluzione come Marx ed
Engels. Anche perché il film è incentrato sugli anni giovanili, dal 1843
al 1848, presentandoci la vita e le opere di due giovani tra i 23 e i
30 anni. L’aspetto più sconvolgente ed esaltante del film è come due
giovanissimi, con le loro compagne, siano riusciti in un arco temporale
così limitato a incidere in una misura così significativa su tutta la
storia successiva. Il film si conclude, infatti, con la realizzazione da
parte dei due del Manifesto del partito comunista, l’opera più diffusa e influente al mondo dopo la Bibbia.
Nel frattempo il giovane Marx ha diretto giovanissimo la Gazzetta renana,
il giornale più rivoluzionario della Germania del tempo, che gli
costerà ad appena venticinque anni la condanna all’esilio. In seguito
fonderà e dirigerà con Ruge, a 26 anni, la rivista Annali franco-tedeschi,
componendo opere così rivoluzionarie da costringere persino la
liberal-democratica Francia a condannarlo nuovamente all’esilio. Nel
frattempo l’ancora più giovane Engels ad appena 20 anni, inviato a
gestire le fabbriche paterne in Inghilterra a Manchester, compie una
decisiva inchiesta che lo porta a scrivere due opere pionieristiche di
importanza decisiva, in primo luogo per lo sviluppo del pensiero
dell’amico Marx, La situazione della classe operaia in Inghilterra e i primi Lineamenti di una critica dell’economia politica.
Il film ha l’enorme pregio di mostrare come questi
due giovanissimi intellettuali riescano a scrivere opere così decisive e
rivoluzionarie, senza per questo rinunciare a dare un contributo
significativo allo sviluppo delle prime organizzazioni rivoluzionarie
dei gruppi sociali subalterni. In effetti, non solo riescono a comporre
opere immortali senza rinchiudersi in una torre d’avorio, impegnandosi
anima e corpo nella vita e nella lotta politica, ma ottengono un
successo che li renderà immortali senza dover in nessun modo scendere a
patti con il pensiero e il senso comune dominante, anzi portandone
avanti la critica più aspra e decisa. Scelta di cui pagheranno, sin da
subito, le necessarie conseguenze, ma le costanti persecuzioni da parte
del potere costituito e dei ceti sociali dominanti, dei cui privilegi
avrebbero potuto tranquillamente godere, per le famiglie di
appartenenza, per tutta la vita, non gli fanno mai perdere di vista il
loro obiettivo fondamentale: eliminare il vecchio mondo con tutte le sue
intollerabili ingiustizie e gettare le basi per la costruzione di un
mondo in grado di risolverne le contraddizioni reali, dando finalmente
un saldo fondamento scientifico alle millenariste utopie prima religiose e poi laiche.
In maniera molto efficace, e si tratta non a caso
anche dei momenti più godibili del film dal punto di vista estetico e
cinematografico, il film mette in costante relazione lo sviluppo teorico
dei due alla loro prassi sociale e politica. Vediamo così, sin dalla
prima magistrale scena, come gli scritti anche più giovanili di Marx
affrontino di petto le più spinose e drammatiche questioni
economico-sociali e politiche del suo tempo e del suo paese. Mettendo a
tal punto in difficoltà i poteri dominanti da fargli mettere a
repentaglio la propria egemonia, visto che
sono costretti a intervenire con la violenza contro la libertà di stampa
e di parola di un giovanissimo e altrettanto brillante intellettuale,
sino a costringerlo all’esilio. Ciò dà a Marx la possibilità di
diffondere prima in Europa e poi anche al di fuori il suo pensiero
rivoluzionario e di poter collaborare con le più avanzate avanguardie
sociali e politiche del tempo, sino a svolgerne, nonostante la
rigorosissima radicalità delle proprie posizione, un ruolo dirigenziale
decisivo.
Ecco così spazzati finalmente via i pregiudizi da
decenni diffusi dall’ideologia dominante secondo i quali il pensiero di
Marx ed Engels sia qualcosa di astratto, dottrinario, dogmatico,
vecchio, stantio, mentre si tratta, proprio al contrario, di un pensiero
in continuo sviluppo, proprio perché sin da subito capace di rimettersi
anche radicalmente in discussione nel suo stringente rapporto
dialettico con la vita sociale e politica del proprio tempo. E non solo,
anzi come si coglie magistralmente nella grandiosa scena finale del
film, quello di Marx ed Engels è un pensiero quanto mai vivo e in grado
di continuare a incidere in modo così costante e profondo fino ai giorni
nostri, Like a rolling stone, come sottolinea magnificamente la canzone finale di Bob Dylan.
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Fonte: La Città Futura
Autori: Renato Caputo e Rosalinda Renda
Licenza: Copyleft 
Articolo tratto interamente da La Città Futura

Articolo tratto interamente da La Città Futura
Ottima notizia, spero di vederlo anche nelle mie sale...
RispondiEliminaUn film con una grande attesa.
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