Articolo da Wired
59 missili Tomahawk sono stati lanciati da due portaerei americane verso la base aerea Al Shayrat, in Siria, da dove erano partiti i velivoli responsabili dell’attacco chimico di martedì che aveva causato oltre 80 morti, tra cui molti bambini, a Khān Shaykhūn. “È di interesse vitale per la sicurezza degli Stati Uniti prevenire ed evitare la diffusione e l’uso di armi chimiche“, ha detto il presidente Usa Donald Trump secondo il New York Times.
L’obiettivo dei missili sarebbero stati jet, radar, pompe di carburante ed equipaggiamenti necessari agli aerei. Secondo le informazioni americane, nella base non ci sarebbero state armi chimiche immagazzinate. Fonti siriane indicano che ci sarebbero state vittime.
Trump ha agito senza il consenso della comunità internazionale e ha invitato “tutte le nazioni civilizzate” a intervenire: “Il mondo si unisca agli Usa per mettere fine al flagello del terrorismo“. Il governo siriano ha definito l’attacco “una aggressione” da parte degli Stati Uniti.
Decisamente critica anche la reazione di Mosca: secondo il presidente Putin, si tratta di “un’aggressione contro uno Stato sovrano eseguito in violazione delle leggi internazionali con un pretesto inverosimile”. L’azione di Washington, secondo il Cremlino, “infligge un duro colpo alla relazioni Usa-Urss, che sono già a uno Stato piuttosto povero” e “cosa più importante, questa mossa non ci porterà più vicini all’obittivo finale di combattere il terrorismo internazionale”.
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Fonte: Wired
Autore: redazione Wired
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Articolo tratto interamente da Wired
Caro Vincenzo, dico la verità non immaginavo che l'America prendesse questa drastica decisione, dall'altra parte credo ci volesse!!!
RispondiEliminaCiao e buona giornata caro amico con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Sorpreso e preoccupato. Potrebbe essere una svolta pericolosa
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