Articolo da Il Desk
Ispettori del lavoro e ASL fantasma, sindacati muti. Intanto si continua a morire in fabbrica
Tre operai, Pasquale Di Vita, Ciro Minopoli e Antonio Diodato
sono morti sul lavoro. L’ennesima tragedia, l’ennesimo nome aggiunto
alla lunga lista delle vittime di un sistema produttivo che continua a
sacrificare vite sull’altare della disorganizzazione e dell’assenza di
responsabilità. È successo oggi all’interno della Ecopartenope, impianto
per il trattamento dei rifiuti situato nella zona industriale di
Marcianise.
I tre stavano lavorando alla saldatura di una sonda, quando una scintilla ha provocato l’esplosione dei gas prodotti dagli oli, lo scoppio ha divelto la parte superiore del serbatoio e parti della tettoia di copertura del silos, scaraventando gli operai a diversi metri di altezza. Come riferito dai Vigili del Fuoco in una nota, “due dei tre lavoratori deceduti sono stati sbalzati sul tetto di un’azienda confinante”. Due operai sono rimasti feriti in modo lieve.
Le famiglie – in lacrime e sotto choc – sono già arrivate davanti al cancello dell’impianto. “Perché è successo? Perché nessuno controlla prima?”, domandano, in un coro che diventa denuncia collettiva. Sull’episodio si sta muovendo anche la Procura di Santa Maria Capua Vetere, pronta già domani ad aprire un fascicolo di reato, non appena arriveranno gli atti delle prime indagini effettuate sul posto dalla Polizia di Stato, dai Vigili del Fuoco e dell’Asl di Caserta (Dipartimento di Prevenzione)
Dove sono i controlli? Dove sono gli ispettori?
La tragedia solleva domande drammaticamente attuali: chi avrebbe dovuto vigilare sulla sicurezza di quell’intervento? Dove erano gli ispettori del lavoro, i tecnici ASL, i responsabili dei servizi di prevenzione? Troppe volte ormai questi organismi sembrano aver abdicato al proprio ruolo ispettivo e repressivo per trasformarsi in meri consulenti, chiamati a intervenire solo dopo il disastro, quando le bare sono già chiuse.
In una zona industriale già segnata da altri lutti – due morti a inizio anno alla Frigo Caserta, a pochi chilometri da lì – ci si interroga su come sia possibile operare in ambienti a rischio senza che nessuno metta in discussione le condizioni di sicurezza, le catene di appalto, l’adeguatezza delle procedure.
Appalti, subappalti e manutenzioni: il buco nero dei controlli
La tragedia della Ecopartenope è anche la punta di un iceberg più ampio: nelle fabbriche, nei cantieri e negli impianti industriali è ormai diffusissima la presenza di aziende in subappalto o affidatarie di attività di manutenzione. Realtà spesso esterne, poco visibili, scarsamente controllate, ma operative in ambienti ad alto rischio.
Chi dovrebbe vigilare sulla loro idoneità tecnica, sull’adeguatezza dei piani di sicurezza, sulle condizioni contrattuali e sulla formazione dei lavoratori? In primis, le aziende committenti, che troppo spesso si limitano a firmare documenti, senza svolgere una vera azione di verifica preventiva e continuativa.
Ma una responsabilità non meno grave riguarda anche i delegati sindacali delle aziende committenti, che nella maggior parte dei casi non svolgono fino in fondo il proprio compito di monitoraggio e segnalazione, ignorando o accettando passivamente dinamiche aziendali opache. In molti casi non pongono nemmeno il tema della sicurezza e dei subappalti all’interno delle RSU o nei tavoli di confronto con le direzioni aziendali.
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Fonte: Il Desk
Autore: Ciro Crescentini
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Articolo tratto interamente da Il Desk








Se ne continua a parlare ma fatti concreti niente! Leggo di operai che sono consenzienti di lavorare fuori regola e senza controlli per sentirsi più liberi e autonomi, e vivono la sicurezza sul lavoro come una seccatura, un "di più" inutile perché quel casco o quell'imbragatura li scoccia...
RispondiEliminaMa la sicurezza sul lavoro va imposta, sennò cambiate mestiere! Uno dei motivi per cui ho mollato la via dell'ingegneria è perché mi presentarono dall'oggi al domani la responsabilità sui cantieri che sarebbe stata a mio carico, e io non voglio morti sulla coscienza. E qui c'è gente che invece ci guadagna o ci muore nell'indifferenza delle istituzioni!!!
La sicurezza viene prima di tutto.
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