lunedì 7 luglio 2014

La Grecia vende il suo patrimonio artistico e naturale

Elafonissos - Strand von Simos

Articolo da Unimondo.org

Possibile che il mare, la bellezza della natura e la storia che si respira in migliaia di siti archeologici sparsi lungo i 15 mila chilometri di coste ancora poco cementificate della Grecia possano diventare proprietà privata di pochi? Pare di sì! Negli scorsi mesi nell’arcipelago greco delle Ioniche, tutto il braccio nord-sud dell’isola di Meganisi è stato venduto a uno dei maggiori banchieri americani per costruire ville e villaggi. Skorpio è stata comprata per 100 anni da un russo come le isole a nord di Itaca e in questo caso “sul fondo” pare ci sia anche il petrolio. Lo sceicco Hamad bin Khalifa Al-Thani, dopo il recente acquisto dell’isolotto greco di Oxia, nel Mare Ionio, sta pensando di acquistare altre sette isole situate nell’arcipelago delle Echinadi, sempre nello Ionio. Ma non basta. La crisi non molla, la Troika preme e allora l’Ente ellenico per la valorizzazione delle proprietà dello Stato (Taiped) mette in vendita altre 110 spiagge e per renderle ancora più appetibili il Governo greco sta varando una legge che permetterà di costruire direttamente in vicinanza del mare quando non addirittura dentro il mare.
Un autentico furto di beni comuni alla luce del sole orchestrato dal Taiped, un ente creato dallo Stato greco (su consiglio della Troika) incaricato di “valorizzare” o meglio monetizzare i beni pubblici e gestire le vendite di spiagge, isole, siti archeologici e lotti di terreno in generale, nel quadro del maxi piano di privatizzazioni lanciato per rimborsare i 240 miliardi di euro di prestiti accordati dal 2011 al Paese, stremato dalle misure di austerità imposte dai creditori internazionali. Misure che hanno consentito al governo di centrodestra di Antonis Samaras di riprendere le redini delle finanze greche con il ritorno sui mercati internazionali dopo quattro anni di esilio grazie a un surplus di bilancio dello 0,8% del Pil. Ma a che costo? Questo: l’Argolida e in generale tutto il Peloponneso sono stati presi particolarmente di mira e tra gli ultimi paradisi messi in vendita ci sono finite adesso anche alcune delle più belle spiagge del Mediterraneo, come per esempio Aghios Prokopios sull’isola di Naxos e 175 acri delle spiagge gemelle di Sarakiniko e Simos sull’isola di Elafonisos (Isola dei cervi), venti chilometri quadrati situati a 300 metri dalla costa meridionale del Peloponneso e abitati da circa 1.500 persone.
Lo scorso anno, il quotidiano britannico The Guardian mise Elafonisos al primo posto in una lista delle 10 migliori isole con le più belle spiagge della Grecia, mentre la rivista tedesca Geo-Saison ha definito l’isola “un paradiso sulla terra” eppure le parole d’ordine dell’Ente greco pare siano chiare: “Bisogna vendere queste terre - ha detto un dipendente del Taiped a GreekReporter - dite alla Russia e al Qatar di fare in fretta!” perché  “Siamo come una casalinga in bancarotta che è costretta a vendere il suo argento per salvare la propria famiglia” ha drammaticamente sintetizzato una sua collega. Ma i residenti e varie organizzazioni ambientaliste greche e internazionali protestano contro la vendita di una parte di questa bellissima isola sostenendo che l’area è sotto la protezione del programma europeo Natura 2000 a causa delle numerose specie vegetali endemiche esistenti sulle spiagge dell’isola e in tutta Elafonisos. Abitanti ed ecologisti ritengono inoltre che lo sfruttamento turistico incontrollato dell’isola non violerebbe soltanto ecosistema e tradizioni, ma finirebbe per danneggiare la stessa economia locale. “Fino ad oggi, infatti, abitazioni, attività e piccole strutture ricettive si concentravano nell’area del porto, lasciando intatto il fascino vergine dell’Isola, ma se si moltiplicassero residenze private e grandi hotel su queste spiagge che abbiamo voluto mantenere selvagge - ha spiegato il sindaco di Elafonisos Panagiotis Psaromatis in una lettera inviata al presidente del Taiped e al ministro delle Finanze greco, Yiannis Stournaras - i visitatori sarebbero i primi a fuggire […]. Per questo continueremo a proteggere, con tutti i mezzi a nostra disposizione, il nostro unico e fragile ambiente naturale”.

Continua la lettura su Unimondo

Fonte: Unimondo.org

Autore: Alessandro Graziadei

Licenza: Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 2.5 Italia License.


Articolo tratto interamente da
Unimondo.org

Photo credit Dnalor 01 (Own work) [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons

5 commenti:

  1. Sono stata su varie isole greche e sono davvero bellissime!!

    questa non la sapevo... della vendita delle isole quindi non saranno piu' visitabili..... sigh.. :(

    ciao cavaliere serena settimana a presto! :)

    RispondiElimina
  2. Che tristezza! Questa è un'epoca di non-civiltà.

    RispondiElimina
  3. Più che che di vendita si tratta di rapina!

    RispondiElimina
  4. E' uno smacco ed un'offesa alla cultura ed alla bellezza Greca.
    Staremo a vedere che succederà.
    Un caro saluto!

    RispondiElimina
  5. la Grecia è la madre dell'Europa, il suo destino è indicativo per il nostro continente.

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.