venerdì 19 settembre 2025

Medici Senza Frontiere: aperto il fuoco dalle forze israeliane contro camion per distribuzione acqua ai civili palestinesi

Comunicato da Medici Senza Frontiere

Il nostro sito di distribuzione dell’acqua a Gaza City è stato attaccato da Israele.

A Gaza City i nostri team stanno registrando un aumento dei feriti nei 2 ospedali e nelle 2 cliniche dove è ancora operativa.

Stiamo inoltre continuando a distribuire acqua e il 15 settembre le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro un camion cisterna chiaramente identificabile come appartenente alla nostra équipe, mentre un team dell’organizzazione distribuiva 10.000 litri di acqua potabile nel quartiere di Sheikh Radwan, nella parte orientale di Gaza City.

Un attacco deliberato

Il percorso e gli orari degli spostamenti del veicolo erano stati comunicati in anticipo alle autorità israeliane, come il nostro team fa quotidianamente.

Questo attacco non può essere liquidato come un errore. Si è trattato di un tentativo deliberato di sabotare la distribuzione di acqua ai civili che non possono lasciare la zona, in particolare i malati e i più vulnerabili che vivono in tende o tra le macerie di quelle che un tempo erano le loro case.

MSF rimarrà a Gaza City il più a lungo possibile. Data la situazione così instabile e pericolosa, stiamo valutando ora per ora se continuare a operare a Gaza City. Abbiamo bisogno che gli ospedali e le cliniche continuino a funzionare anche lì”.Jacob Granger coordinatore dell’emergenza MSF a Gaza

Continua il nostro coordinatore dell’emergenza nella Striscia:

A Gaza City i team di MSF continuano ad operare in 2 ospedali e 2 cliniche e continuano a distribuire acqua. Quello che ci dicono è che gli attori umanitari sono sempre meno, a causa delle operazioni militari in corso e alle pressioni del governo israeliano per far abbandonare Gaza City”.J. Granger

Aumentano gli attacchi e diminuisce la terra

Un mese fa, Gaza City contava circa 1 milione di abitanti.

Tutte queste persone vivono in condizioni davvero precarie. Non hanno accesso al cibo, all’acqua e alle cure mediche di base. In queste condizioni, è molto difficile per loro riuscire a spostarsi a sud. Mancano le infrastrutture e non c’è spazio sufficiente al sud.

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