sabato 29 giugno 2024

Rispetto!




"Non incontrerai mai due volti
assolutamente identici.
Non importa la bellezza o la bruttezza:
queste sono cose relative.
Ciascun volto è il simbolo della vita.
E tutta la vita merita rispetto.
È trattando gli altri con dignità
che si guadagna il rispetto
per se stessi."



Tahar Ben Jelloun



Nell'antichità l'uomo...


"Nell'antichità l'uomo, ingannato dai propri sensi, riteneva che la Terra fosse il centro dell'universo. Poi ha capito che la Terra e i pianeti ruotavano attorno al Sole, posto al centro del sistema solare. In seguito ha compreso che il Sole è una stella come miliardi di altre, mentre l'inganno dei sensi aveva ancora fatto ritenere che il Sole si trovasse al centro della Via Lattea, e che questa abbracciasse tutto l'universo. Nel tempo, ha scoperto che il Sole occupa una posizione periferica nella Via Lattea, che questa è una galassia fra miliardi di altre, e che tutte insieme costituiscono il nostro universo. E ora ci domandiamo: ma questo è veramente tutto ciò che esiste, o è solo un universo fra infiniti altri?"

Margherita Hack

La delusione



"Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. 
Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. 
E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. 
La vittima d'una ingiustizia che non t'aspettavi, d'un fallimento che non meritavi. 
Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. 
Scelta che può dare un po' di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s'accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono." 

Oriana Fallaci 



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I costi della crisi climatica in Europa



Articolo da Valori

Il bilancio dei costi della crisi climatica in Europa non lascia spazio a dubbi. Gli investimenti messi in campo fino a ora appaiono insufficienti, spesso mal orientati. A dirlo, una serie di studi finanziati dalla Commissione europea e sviluppati con la Banca Mondiale. Anche l’Italia deve fare la sua parte, secondo l’ultimo rapporto dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Rallentare ulteriormente la transizione energetica, a detta dell’ASviS, potrebbe portarci a perdere il 30% del prodotto interno lordo (PIL).

I costi della crisi climatica in Europa hanno raggiunto i 77 miliardi di euro nel 2023

Nel mondo, l’Europa è l’area che si sta riscaldando più velocemente: la crisi climatica ha già portato costi molto elevati e, senza raddrizzare il tiro, andrà sempre peggio. Secondo i dati a nostra disposizione, nel Vecchio Continente il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato e i disastri connessi al clima hanno generato perdite per 77 miliardi di euro.

Le inondazioni del 2021 sono costate 40 miliardi di euro solo in Germania. Gli incendi, da parte loro, hanno provocato danni che ammontano a 2 miliardi per la Grecia, circa un miliardo per l’Italia e a 913 milioni di euro per la Spagna. Nell’Unione europea, solo la risposta agli incendi boschivi ha assorbito più di un terzo dei costi totali dell’Union Civil Protection Mechanism (UCPM).

Con un aumento della temperatura media di 3°C, le perdite arriverebbero a 175 miliardi di euro: l’1,38% del PIL dell’Unione. Uno scenario di fronte al quale siamo completamente impreparati. Costruire una risposta alla crisi climatica fatta di investimenti, e non di costi e perdite, deve voler dire destinare maggiori risorse alla resilienza dei territori europei.

Servono investimenti ben orientati nell’adattamento

In Europa, tra il 1980 e il 2022, abbiamo perso 650 miliardi di euro a causa della crisi climatica: 15,5 all’anno. Le perdite economiche hanno svelato uno scenario inquietante: le infrastrutture utili a costruire risposte efficaci sono troppo vulnerabili. Strade, linee elettriche ed edifici non sono adeguati a quanto potrebbe accadere: l’80% delle strade, per esempio, è altamente suscettibile di frane. Il che significa, tra l’altro, che eventuali soccorsi sarebbero probabilmente ritardati. Addirittura le caserme dei pompieri sono un problema. Nella metà degli Stati dell’Unione europea, infatti, sono situate in aree ad alto rischio, alla mercé di incendi, inondazioni, terremoti o frane. Per il futuro, è indispensabile che gli investimenti nelle politiche di adattamento siano ben orientati.

Sono troppe, secondo l’analisi, le lacune in materia di destinazione dei fondi ed è eccessivo il ricorso ai meccanismi di trasferimento di rischi come le assicurazioni. Dati alla mano, se l’ampia ondata di incendi boschivi del 2017 (che ha generato più di 100 morti) dovesse verificarsi adesso, per rispondere servirebbe un aumento del 70% del preventivo annuale dell’UCPM.

Secondo le stime, terremoti e alluvioni rilevanti potrebbero portare a un deficit di budget tra i 13 e i 50 miliardi di euro. E non stiamo tenendo conto dell’eventualità che possano verificarsi due o più eventi gravi nello stesso periodo. Se, per esempio, arrivassero una siccità o un incendio in un anno nel quale c’è già stato un terremoto o un’alluvione, saremmo assolutamente impreparati, in termini finanziari, a gestire i danni.

Non è troppo tardi per rendere l’Europa più resiliente di fronte agli eventi climatici estremi

Servono finanziamenti che rendano l’Unione europea più resiliente di fronte agli eventi estremi determinati dalla crisi climatica. Attualmente nel Continente si spendono tra i 34 e i 110 euro a cittadino per i costi di adattamento: di questo passo, entro il 2030, la crisi climatica costerà tra i 15 e i 64 miliardi di euro. Almeno tra l’ 0,1 e lo 0,4% del PIL europeo dev’essere destinato ad affrontarla. Non farlo vorrebbe dire aggravare ulteriormente i costi. Tutti gli scenari possibili di evoluzione della crisi climatica in Europa li vedono arrivare almeno al 2,2% del PIL entro il 2070. Un quarto degli Stati potrebbe subire perdite fino al 5%. Nello scenario peggiore, si brucerebbe il 7% del PIL dell’Unione.

Non è troppo tardi, sottolinea Sameh Wahba, direttore della Banca Mondiale: «C’è ancora tempo per i Paesi europei per intraprendere azioni che proteggano la vita delle persone, le infrastrutture e le finanze pubbliche dagli impatti dei disastri e dei cambiamenti climatici». L’esortazione è a migliorare gli attuali piani per evitare che la crisi mieta ulteriori vittime anche dal punto di vista sociale. «I disastri sono devastanti per tutti ma possono avere un impatto sproporzionato sulle comunità più vulnerabili d’Europa, aumentando la povertà e la disuguaglianza», ha detto Wahba.

Se concentrati nelle aree e nei settori più vulnerabili, gli investimenti permetterebbero di salvare le persone ed evitare l’interruzioni di servizi essenziali. Bisogna svecchiare le infrastrutture, adattare le reti critiche di elettricità, telecomunicazioni e trasporti, sviluppare percorsi di adattamento combinando i dati attuali e futuri sul rischio climatico. Tenendo a mente che i problemi complessi richiedono approcci altrettanto complessi. Quello che sembra sufficiente oggi potrebbe non esserlo domani: servono risposte scalabili. In uno scenario incerto che vede la temperatura globale salire tra i 2 e i 4 gradi, si potrebbero raggiungere dieci dei sedici tipping points, le soglie globali di non ritorno. Tra queste, i pericoli imminenti sono le perdite di ghiaccio nel mare di Barents e la liberazioni di blocchi di ghiaccio in Artico.

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Fonte: Valori

Autore: 
Rita Cantalino


Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
Valori


Il primo uomo...



"Il primo uomo che, avendo recinto un terreno, ebbe l'idea di proclamare questo è mio, e trovò altri così ingenui da credergli, costui è stato il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i pali o colmando il fosso, avesse gridato ai suoi simili: «Guardatevi dall'ascoltare questo impostore; se dimenticherete che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno, sarete perduti!"

Jean-Jacques Rousseau


 


La strage di Viareggio: per non dimenticare

Murale sulla Strage di Viareggio


Il 29 giugno 2009, una tragedia ha sconvolto la città di Viareggio e l'Italia intera. Un treno merci carico di gas liquefatto ha deragliato e provocato un'esplosione che ha ucciso 32 persone e ferite altre 50. Le fiamme hanno distrutto decine di case e negozi, lasciando centinaia di sfollati. Un disastro che avrebbe potuto essere evitato se ci fossero stati controlli adeguati sui vagoni e sulla sicurezza ferroviaria.

Oggi voglio ricordare le vittime di quella notte e le loro famiglie. 

Photo credit Gabriele85, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons



Per ogni fine c’è un nuovo inizio



"È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttate via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un'altra opportunità, un'altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c'è un nuovo inizio."

Antoine de Saint-Exupéry


Tratto da | Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry


Io qui vagando di Giacomo Leopardi


Io qui vagando

Io qui vagando al limitare intorno,
Invan la pioggia invoco e la tempesta,
Acciò che la ritenga al mio soggiorno.

Pure il vento muggia nella foresta,
E muggia tra le nubi il tuono errante,
Pria che l'aurora in ciel fosse ridesta.

O care nubi, o cielo, o terra, o piante,
Parte la donna mia: pietà, se trova
Pietà nel mondo un infelice amante.

O turbine, or ti sveglia, or fate prova
Di sommergermi, o nembi, insino a tanto
Che il sole ad altre terre il dì rinnova.

S'apre il ciel, cade il soffio, in ogni canto
Posan l'erbe e le frondi, e m'abbarbaglia
Le luci il crudo Sol pregne di pianto.

Giacomo Leopardi

giovedì 27 giugno 2024

Avviso ai lettori!




Pubblico questo post, per avvisarvi che in questi giorni sono stato molto impegnato. Mi scuso se non riesco a passare nei vostri blog, sui vostri vari profili e per la mancanza di aggiornamenti.

Grazie a tutti, per la vostra attenzione.


Dipinto del giorno


 Allegoria della pazienza di Giorgio Vasari



mercoledì 26 giugno 2024

Julian Assange è libero

Articolo da Altrenotizie

A pochi giorni di distanza dal dodicesimo anniversario della perdita della libertà a causa della persecuzione giudiziaria del governo americano e dei suoi complici in Gran Bretagna, Svezia, Ecuador e Australia, Julian Assange è tornato finalmente un uomo libero nella giornata di lunedì grazie a un accordo raggiunto con il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Di un possibile patteggiamento si discuteva in maniera non ufficiale da qualche mese, ma a convincere Washington a mollare la presa è stata una combinazione di fattori, primo fra tutti l’insostenibilità delle ragioni dell’accusa con l’approssimarsi dell’epilogo di un procedimento-farsa orchestrato fin dall’inizio per infliggere una punizione esemplare al 52enne giornalista australiano.

Viste le implicazioni e la ferocia con cui la “giustizia” americana si è accanita contro Assange per oltre un decennio, è difficile sovrastimare la vittoria che rappresenta la sua liberazione dal carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nei dintorni di Londra. Il fondatore di WikiLeaks ha dovuto concedere all’amministrazione Biden una dichiarazione di colpevolezza su uno dei capi d’accusa imputatigli, ma nel complesso la macchinazione costruita sulla base dell’ultra-repressivo e anti-democratico “Espionage Act” del 1917 è alla fine crollata miseramente.

Erano in totale 17 i capi d’accusa contestati ad Assange per avere ottenuto e pubblicato materiale governativo classificato che documentava una lunghissima serie di crimini commessi dagli Stati Uniti. Ovvero, per avere svolto il lavoro di giornalista. Assange, se estradato in America e condannato, rischiava una pena fino a 170 anni di carcere. Con l’accordo finalizzato dai suoi legali, dovrà invece riconoscere il solo “crimine” di “cospirazione per ottenere e diffondere informazioni classificate relative alla sicurezza nazionale”.

Il patteggiamento sarà ratificato mercoledì mattina davanti a un giudice americano del tribunale di Saipan, la capitale del territorio USA delle Isole Marianne Settentrionali, nell’Oceano Pacifico. Questa soluzione è stata trovata per evitare che Assange si fosse dovuto recare negli Stati Uniti. Lo scorso mese di marzo, il Wall Street Journal aveva rivelato l’esistenza di una trattativa segreta tra Assange e il dipartimento di Giustizia americano per trovare una soluzione al caso e uno degli ostacoli sembrava essere appunto l’apparizione di persona del giornalista australiano in un’aula di tribunale nello stato della Virginia, dove risulta incriminato, per sottoscrivere un eventuale patteggiamento.

La presenza di Assange in territorio USA avrebbe però comportato un rischio enorme, così che varie ipotesi alternative erano state avanzate da esperti legali e commentatori, come la contestazione di un solo reato minore (“misdemeanor”) che avrebbe reso possibile lo svolgimento anche di un’udienza a distanza. Alla fine, le due parti hanno concordato per una sorta di compromesso con la scelta del tribunale delle remote Isole Marianne Settentrionali.

Salvo eventuali clamorose sorprese, come la detenzione di Assange all’arrivo nel territorio amministrato dagli Stati Uniti, dopo la sua ammissione di colpevolezza su un unico capo d’accusa, un giudice approverà l’accordo ed emetterà una condanna a 62 mesi, che si annullerà grazie allo stesso periodo trascorso nel carcere britannico in attesa di estradizione. Dopodiché, come si legge anche nella nota ufficiale del dipartimento di Giustizia, Assange volerà verso l’Australia e la definitiva libertà.

La fine della caccia alle streghe contro il fondatore di WikiLeaks arriva poche settimane prima del processo di appello che era in programma davanti all’Alta Corte di Londra, che avrebbe dovuto esprimersi sul merito della richiesta americana di estradizione. I due giudici che presiedevano il procedimento avevano recentemente accettato la tesi della difesa, ammettendo il ricorso sulla base della probabile violazione del diritto fondamentale alla libertà di espressione dell’imputato in un tribunale negli Stati Uniti.

Davanti alla giustizia USA, cioè, Assange non avrebbe potuto difendersi appellandosi al Primo Emendamento della Costituzione in quanto non cittadino americano. Questo fattore avrebbe invalidato l’intero procedimento, poiché in violazione del trattato di estradizione tra USA e Regno Unito. I procuratori del governo di Washington avevano cercato di dare rassicurazioni in questo senso alla Corte di Londra, ma nessuna garanzia poteva in realtà sussistere in quanto la decisione non spettava al governo bensì a un giudice non sottoposto al controllo dell’esecutivo e, in secondo luogo, perché la stessa Corte Suprema americana ha emesso una sentenza nella quale viene stabilito che il Primo Emendamento non è automaticamente esteso a coloro che non sono cittadini degli Stati Uniti.

In definitiva, lo sblocco della situazione a favore di Julian Assange è dovuto al fatto che il governo americano rischiava di ritrovarsi in una situazione imbarazzante, con la prospettiva che la richiesta di estradizione fosse respinta anche da un sistema giudiziario, come quello britannico, di fatto complice della persecuzione. L’accordo con Assange è anche un tentativo di allentare le pressioni crescenti per la liberazione di quest’ultimo ed evitare al presidente Biden la vergogna di un processo contro un giornalista nel pieno della campagna elettorale.

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Fonte: Altrenotizie

Autore: 
Mario Lombardo
Licenza: Creative Commons (non specificata la versione

Articolo tratto interamente da Altrenotizie.org 


lunedì 24 giugno 2024

Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia...



"Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, è che dalla storia l'uomo non ha imparato niente."

Georg Wilhelm Friedrich Hegel



Citazione del giorno


"Chi è sensibile attribuisce un'importanza enorme ai dettagli più insignificanti dei comportamenti altrui, quelli che generalmente sfuggono alle persone normali."

Sigmund Freud


L’anima in attesa di Edith Irene Södergran



L’anima in attesa

Sono sola tra gli alberi al lago,
vivo in amicizia con i vecchi abeti a riva
e in segreta intesa con tutti i giovani sorbi.
Sola, sto distesa ad aspettare,
non ho visto passare nessuno.
Grandi fiori mi guardano dall’alto di
lunghi steli,
pungenti rampicanti mi strisciano sul grembo,
ho un solo nome per tutto, ed è amore.

Edith Irene Södergran

sabato 22 giugno 2024

Basta morti sul lavoro!


Ogni giorno un lavoratore non torna a casa e muore sul lavoro...

Vi invito a riflettere su questi dati:

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro



Video credit 451Fahrenheit451 caricato su YouTube


Esplosione in fabbrica a Bolzano: 8 feriti, 5 gravi


Un'esplosione è avvenuta nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 giugno presso lo stabilimento Aluminium Bozen a Bolzano.

8 operai sono rimasti feriti nell'incidente, di cui 5 in gravi condizioni. I feriti sono stati trasportati d'urgenza in ospedale, alcuni anche in centri specializzati in Italia e Germania.

Le cause dell'esplosione sono ancora in fase di accertamento. I vigili del fuoco hanno lavorato per ore per domare le fiamme e mettere in sicurezza la zona.

L'incidente ha provocato ingenti danni allo stabilimento, che è stato temporaneamente chiuso. Le autorità competenti hanno avviato le indagini per determinare le cause dell'esplosione e accertare eventuali responsabilità.


La lotta degli operai ex Gkn



Articolo da La Città invisibile, rivista del laboratorio politico perUnaltracittà – Firenze

Chi di voi ha mai provato a stare sei mesi senza stipendio? Chi di voi lo ha fatto dopo tre anni di lotta e un anno di cassa integrazione, arrivata in ritardo e a spizzichi e bocconi nel luglio dello scorso anno, dopo otto mesi senza reddito? Solo chi ha provato tutto questo può capire davvero quello che gli operai ex Gkn hanno chiamato “lo sciopero della vita”. E solo mettendosi in questa ottica si capisce come lo sciopero della fame sia una disperata e dignitosa forma di lotta, sospesa solo quando è stato avviato l’iter della legge regionale sui consorzi di sviluppo industriale, che potrebbe sbloccare la reindustrializzazione e quindi il reddito alla ex Gkn, fornendo allo stesso tempo uno strumento per tutte le altre crisi industriali. Lo sciopero della fame non si è concluso, è stato sospeso perché un primo risultato è arrivato, ma loro si dicono pronti a riprenderlo nel caso in cui la legge dovesse di nuovo arenarsi nei tempi della burocrazia.

Il tempo. Questo è il vero tema. C’è chi ne ha da sprecare in chiacchiere elettorali, chi ne ha da far passare in attesa che la disperazione porti sempre più persone a licenziarsi e chi invece non ne ha più. Lo sciopero della fame ha reso plastica questa asimmetria: il tempo, il tempo della fame, il tempo della violenza del capitale, il tempo della speranza.

Tutta la vicenda della ex Gkn è la storia di lotte, sempre diverse, capaci ogni volta di stupire ed entusiasmare, proprio perché propongono vie di uscita non solo per quegli operai, ma potenzialmente per tutte e tutti noi. È la storia dei risultati che queste lotte hanno portato, con la controparte obbligata a cambiare costantemente strategia, con le istituzioni costrette a farsi carico delle proposte degli operai e della comunità solidale che da tre anni li sostiene.

Lo sciopero della fame ha sbloccato l’iter di una legge arrivata sulle scrivanie virtuali della Regione all’inizio di aprile e ha portato il Presidente della Regione Toscana a chiedere ufficialmente il commissariamento di Qf. Quanto tempo ci è voluto? Il tempo del secondo festival di letteratura Working Class con 5mila persone in tre giorni sul piazzale davanti alla fabbrica; il tempo di un corteo di 10mila persone; il tempo di una tendata di oltre un mese, prima sotto la Regione poi in piazza Indipendenza; il tempo dei 13 giorni di sciopero della fame.

Rimane il tema degli stipendi, di quel reddito che proprio la legge regionale e la reindustrializzazione potrebbero sbloccare, prima con un ammortizzatore sociale legato al progetto di riconversione industriale della cooperativa operaia, poi con il ritorno a lavorare, produrre, pagare gli stipendi. 





Proverbio del giorno

 

Ciò che cresce lentamente, mette radici profonde.

Proverbio africano


Non ho più pazienza...



"Non ho più pazienza per alcune cose, non perché sia diventata arrogante, semplicemente perché sono arrivata a un punto della mia vita, in cui non mi piace più perdere tempo con ciò che mi dispiace o ferisce. Non ho più pazienza per il cinismo, critiche eccessive e richieste di qualsiasi natura. Ho perso la voglia di compiacere chi non mi aggrada, di amare chi non mi ama e di sorridere a chi non mi sorride. Non dedico più un minuto a chi mente o vuole manipolare. Ho deciso di non convivere più con la presunzione, l’ipocrisia, la disonestà e le lodi a buon mercato. Non tollero l’erudizione selettiva e l’arroganza accademica. Non mi adeguo più al provincialismo e ai pettegolezzi. Non sopporto conflitti e confronti. Credo in un mondo di opposti. Per questo evito le persone rigide e inflessibili. Nell'amicizia non mi piace la mancanza di lealtà e il tradimento. Non mi accompagno con chi non sappia incoraggiare o elogiare. I sensazionalismi mi annoiano e ho difficoltà ad accettare coloro a cui non piacciono gli animali. Soprattutto, non ho più nessuna pazienza per chi non merita la mia pazienza."

Meryl Streep




venerdì 21 giugno 2024

Mi chiamano clandestino...



Solo vado con la mia pena,

sola va la mia condanna,

correre è il mio destino

per fregare la legge.


Perso nel cuore

della grande Babilonia,

mi chiamano clandestino

perché non ho documenti.


In una città del nord

sono andato a lavorare,

la mia vita l'ho lasciata

tra Ceuta e Gibilterra.


Sono una scia nel mare

fantasma nella città,

la mia vita va proibita

dice l’autorità.

Solo vado con la mia pena,

sola va la mia condanna,

correre è il mio destino

perché non ho documenti.


Perso nel cuore

della grande Babilonia,

mi chiamano clandestino,

io sono il fuorilegge.

Manu Chao

Tratto e tradotto dal brano Clandestino di Manu Chao


Quanto accaduto a Satnam Singh non è un’eccezione, ma racconta un quadro di sfruttamento sistemico


Articolo da Progetto Melting Pot Europa

Il bracciante indiano buttato sul ciglio della sua abitazione da un “padrone” italiano insieme al braccio che gli era stato amputato da un macchinario agricolo è il simbolo tragico di un fenomeno capillare nel territorio laziale e in tutta la penisola.

A poco più di 70 km dalla capitale, il sistema di sfruttamento bracciantile nell’Agro Pontino ha mostrato ancora una volta il suo volto più crudele. Satnam Singh, bracciante indiano, è morto lo scorso 19 giugno all’ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverato dopo aver perso un arto mentre lavorava in un’azienda agricola tra Borgo Santa Maria e Borgo Montello, due frazioni di Latina. Il macchinario con cui stava lavorando gli ha tranciato il braccio destro e schiacciato entrambe le gambe. I datori di lavoro, i “padroni”, non lo hanno soccorso: Satnam Singh è stato abbandonato sulla strada a poca distanza dalla sua abitazione, gravemente ferito. Il suo arto lasciato su una cassetta degli ortaggi.

«Sono stata contattata da un lavoratore che mi ha inviato la foto di un arto staccato, spiegandomi che si trattava di un incidente avvenuto a un compagno di lavoro, che in condizioni disperate è stato scaricato in strada da un pulmino da nove posti», racconta Hardeep Kaur, segretaria Flai Cgil di Latina e Frosinone. 

Singh sarebbe stato portato in ospedale dopo una chiamata dei vicini, trasportato in elisoccorso al San Camillo di Roma un’ora e mezza dopo l’incidente. Intanto, la procura di Latina ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e omissione di soccorso. Secondo quanto riportato da AGI, tra gli indagati vi è anche il titolare dell’azienda, Antonello Lovato.

I dati dell’Ispettorato del Lavoro confermano quanto già noto: caporalato e poche tutele dettano le regole dell’agricoltura italiana

I meccanismi di sfruttamento nel settore agricolo sono confermati anche dai dati dell’Ispettorato del Lavoro: solo nel 2023, nelle 222 ispezioni condotte dall’agenzia governativa nel territorio laziale si è registrato un tasso di irregolarità pari al 64,5%. 608 i casi di caporalato accertati: quasi 3 per ogni ispezione. E ancora, 61 lavoratori senza contratto, di cui 3 sprovvisti di permesso di soggiorno, 34 le violazioni in materia di salute e sicurezza.

Su tutto il territorio nazionale i numeri che riguardano il 603bis c.p. – caporalato e sfruttamento lavorativo – sono cresciuti esponenzialmente nell’ultimo anno: +205% registrato rispetto al 2022. Sono 2.123 i casi di caporalato, a fronte dei 758 dell’anno precedente. In aumento anche il lavoro nero (+12% rispetto al 2022), così come le violazioni in materia di salute e sicurezza (36.680 quelle accertate, +44% dall’anno precedente).

«Qui non siamo solo di fronte a un grave incidente sul lavoro, cosa già di per sé allarmante ed evitabile, qui siamo davanti alla barbarie dello sfruttamento, che calpesta le vite delle persone, la dignità, la salute e ogni regola di civiltà», dichiara Hardeep Kaur.

Il primo storico sciopero dei lavoratori braccianti sikh nella zona di Latina fu organizzato nell’aprile 2016. All’agitazione sindacale ne conseguì un alto numero di denunce nei confronti di caporali e datori di lavoro. Nell’Agro Pontino, però, a quasi dieci anni da quella giornata storica, le condizioni di lavoro non sono migliorate. «Dopo anni di lotte, di denunce e di processi, molti anche vinti, continuiamo a vivere episodi brutali che meritano una risposta netta da parte nostra e delle istituzioni italiane. Siamo stanchi di pagare con la vita la fame di denaro dei padroni italiani», ha raccontato al quotidiano Domani Harbhajan Ghuman del collettivo dei braccianti indiani pontini.

Nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito la vicenda «un atto disumano che non appartiene al popolo italiano», la stessa che nella passata legislatura fu eletta proprio a Latina, e che nel giorno di insediamento da presidente dichiarò «Chi produce non verrà disturbato». Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida promette “tolleranza zero” per chi non ha rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. In una legislatura che parla di migranti come “carico residuale”, o che afferma come sia in corso una sedicente “sostituzione etnica”, le affermazione appaiono come classiche frasi di circostanza.

Dalle 12 alle 14 ore di lavoro al giorno per 3 euro l’ora, con contratti grigi o in assenza di contratto, senza protezioni né tutele. Satnam Singh è stato ucciso da un sistema: «non solo dall’indifferenza criminale di un datore di lavoro, ma di un sistema politico, culturale, normativo pienamente capitalistico, che ha deciso di fatturare milioni di euro sulla pelle di chi è arrivato in Italia con l’idea di costruirsi una vita migliore», ha sottolineato ai microfoni di Radio Onda d’Urto Marco Omizzolo, sociologo Eurispes 1 da anni impegnato sul campo e in ambito accademico sul tema del caporalato e dello sfruttamento lavorativo. Il bracciantato agricolo poggia su basi di oppressione che riguardano migranti e italiani: Pierpaolo Bodini, 19 anni, è morto oggi, a meno di 48 ore di distanza da Satnam Singh, schiacciato da un mezzo agricolo su cui stava lavorando. 


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Fonte: Progetto Melting Pot Europa 

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Articolo tratto interamente da Progetto Melting Pot Europa


La dignità non si calpesta: il caso delle cassiere di Brandizzo


A Brandizzo, una piccola città in Piemonte, si è verificato un fatto di cronaca, che ha suscitato indignazione e ha portato alla luce le condizioni di lavoro dei cassieri in un noto supermercato.

Secondo le notizie riportate da varie agenzie e fonti giornalistiche, la direttrice del supermercato ha inviato un messaggio vocale alle cassiere, proibendo loro di usare il bagno durante l'orario di lavoro, a meno che non fosse un'emergenza. Questo messaggio, che conteneva anche linguaggio inappropriato, è diventato virale, provocando una reazione immediata sia dall'azienda che dalla comunità. L'azienda ha preso le distanze dall'incidente, sospendendo la direttrice e affermando di aver tenuto un incontro con il sindacato per discutere la situazione.

Questo evento ha sollevato questioni importanti riguardanti i diritti dei lavoratori e le condizioni di lavoro nei supermercati. I sindacati hanno organizzato un presidio di protesta, evidenziando non solo il divieto di usare il bagno, ma anche altre problematiche come gli straordinari non pagati e il trattamento irrispettoso nei confronti dei dipendenti.



Non ci sono parole belle o brutte...


"Non ci sono parole belle o brutte. Tutte sono stupende. Purché siano reali e pertinenti. Spesso le parole sono usate in modo orribile, e alcune vengono logorate dall'uso. Perciò bisogna aspettare che ritrovino un'innocenza."

Patrizia Cavalli



Comunicazione di servizio


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Addio a Donald Sutherland

Donald Sutherland (cropped)


Articolo da Agenzia DIRE

ROMA – È morto Donald Sutherland, l’attore canadese premio Oscar aveva 88 anni dopo una lunga malattia. A dare l’annuncio è stato il figlio Kiefer Sutherland. “Con la tristezza nel cuore, vi comunico che mio padre, Donald Sutherland, è morto. Personalmente lo ritengo uno degli attori più importanti della storia del cinema. Non si è mai fatto scoraggiare da un ruolo, bello, brutto o cattivo che fosse. Amava ciò che faceva e faceva ciò che amava, e non si può chiedere di più. Una vita ben vissuta”, ha scritto il figlio in un post su Instagram.

È MORTO DONALD SUTHERLAND: UNA CARRIERA TRA OSCAR, FELLINI E HUNGER GAMES

Classe 1935, canadese, Donald McNichol Sutherland ha illuminato il grande schermo con le sue innumerevoli interpretazioni. L’attore – che nel 2017 ha ricevuto il premio Oscar alla carriera – ha recitato in oltre 180 film e in moltissime serie tv. E non solo. Ha lavorato con regista di ogni parte del mondo, anche italiani. Ha recitato in ‘Novecento’ di Bernardo Bertolucci in cui ha interpretato il fascista Attila Melanchini, ne ‘Il Casanova’ di Federico Fellini in cui ha interpretato Giacomo Casanova e in ‘Ella & John’ di Paolo Virzì. E non solo, Sutherland ha recitato anche ne ‘La migliore offerta’ di Giuseppe Tornatore e ‘Piazza delle Cinque Lune’ sul caso Aldo Moro di Renzo Martinelli. Ma l’esordio nel cinema italiano risale al 1964 nell’horror ‘Il castello dei morti vivi’ di Luciano Ricci e Lorenzo Sabatini

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Le carezze...


"Le carezze sono appropriazione del corpo dell’altro; è evidente che, se le carezze non consistessero che nello sfiorare o toccare, non potrebbero avere alcun rapporto con il potente desiderio che pretendono di colmare; rimarrebbero alla superficie, come gli sguardi, e non potrebbero rendermi padrone dell’altro (…) Perché la carezza non è un semplice sfiorare: ma un foggiare. Carezzando l’altro, io faccio nascere la sua carne con la mia carezza, sotto le mie dita. La carezza fa parte dell’insieme di cerimonie che incarnano l’altro (…) La carezza fa nascere l’altro come carne per me e per lui (…) Così la carezza non si distingue per nulla dal desiderio: carezzare con gli occhi o desiderare è la stessa cosa; il desiderio si esprime con la carezza come il pensiero col linguaggio."

Jean-Paul Sartre


Sarà estate di Emily Dickinson


Sarà estate

Sarà Estate - finalmente.
Signore - con ombrellini -
Signori a zonzo - con Bastoni da passeggio -
E Bambine - con Bambole -
Coloreranno il pallido paesaggio -
Come fossero uno splendente Mazzo di fiori -
Sebbene sommerso, nel Pario -
Il Villaggio giaccia - oggi -

I Lillà - curvati dai molti anni -
Si piegheranno sotto il purpureo peso -
Le Api - non disdegneranno la melodia -
Che i loro Antenati - ronzarono -

La Rosa Selvatica - diventerà rossa nella Terra palustre -
L'Aster - sulla Collina
Il suo perenne aspetto - fisserà -
E si Assicureranno le Genziane - collari di pizzo -

Finché l'Estate ripiegherà il suo miracolo -
Come le Donne - ripiegano - le loro Gonne -
O i Preti - ripongono i Simboli -
Quando il Sacramento - è terminato -

Emily Dickinson


Buon inizio d'estate


"E così, grazie al sole e alle grandi esplosioni di foglie sugli alberi che crescevano come crescono le cose nei film accelerati, ebbi la familiare certezza che la vita ricominciava con l’estate."

Francis Scott Fitzgerald

Auguro un buon inizio d'estate a tutti gli amici e lettori di questo blog.


giovedì 20 giugno 2024

Problemi tecnici nella piattaforma Blogger: il punto della situazione

 


Nel post di qualche settimana fa, vi avevo parlato di alcuni problemi legati alla piattaforma Blogger. 

Ecco la lista dei problemi segnalati:

  • Impossibile aggiungere colore al testo
  • Impossibile ridimensionare le immagini
  • Il testo raddoppia inserendo il collegamento

Come vi avevo preannunciato, i problemi erano legati a una versione precedente di Chrome e degli altri browser basati su Chromium. Quindi per risolvere lo spiacevole inconveniente, aggiornate il vostro browser all'ultima versione.

Purtroppo vengono segnalati ancora problemi da alcuni amici blogger:

  • Non si riescono a usare i pulsanti social
  • Non si riesce a commentare alcuni blog
  • Nella versione mobile è impossibile scrivere messaggi lunghi

Voi riscontrate problemi? Mi raccomando di lasciare la vostra versione di browser usata e attendo un vostro commento.


E quando anche l’ultimo di noi non ci sarà più...



“E quando anche l’ultimo di noi non ci sarà più, se racconteranno altre storie, se tenteranno di manipolare i fatti, beh! resistete per noi...Nessun passo indietro!
Toccherà a voi. Sarete voi i testimoni di una storia e una speranza che i vostri padri e i vostri nonni hanno chiamato Italia.
Siate testimoni della resistenza, testimoni dell’ANPI.
L’orgoglio e la libertà portateli con determinazione nelle strade, nelle piazze, tra gli affetti e nei rapporti di lavoro.
A me, Zaccaria Verucci questa grande forza e questo immenso credo me lo hanno lasciato in eredità i miei compagni caduti resistendo nelle azioni dei gruppi partigiani. Me lo hanno lasciato in eredità quelli che nell’Italia liberata hanno continuato insieme a me a testimoniare le atrocità della guerra e del fascismo.
Per tenere viva la memoria, ancora, per gli anni che verranno spero che un posto per loro possa continuare ad esserci ancora nella vostra anima e nel vostro cuore.”

Zaccaria Verucci


Aggressione a Roma: studenti picchiati da militanti di Casapound


Martedì a Roma, alcuni studenti sono stati aggrediti al termine di una manifestazione contro il governo.

Secondo le testimonianze, gli studenti, tra cui membri della Rete degli Studenti Medi e di Sinistra Universitaria Sapienza, sono stati avvicinati da un gruppo di circa quattro persone. L'aggressione è stata violenta e ha visto l'utilizzo di calci, pugni e il furto della bandiera rossa che gli studenti portavano con sé.

L'aggressione è stata duramente condannata da esponenti politici e sindacali di sinistra, che hanno parlato di un atto di squadrismo e di una minaccia alla libertà di espressione.

La Digos in queste ore, ha identificato i presunti responsabili dell'aggressione, tutti militanti di Casapound già noti alle forze dell'ordine.

Questi episodi di violenza si inseriscono in un clima di crescente tensione sociale e politica in Italia, alimentato anche dalle posizioni di estrema destra di alcuni esponenti del governo.