Angolo curato e gestito da Mary B.
"Il mio nome è mai più" non è solo una canzone. È una dichiarazione. Un grido che, purtroppo, suona ancora attuale.
Quando Jovanotti, Ligabue e Piero Pelù l’hanno pubblicata nel 1999, volevano dire basta alla guerra. Lo facevano pensando ai conflitti nei Balcani, ma oggi quelle parole sembrano scritte per ciò che vediamo ogni giorno: bombe che cadono, civili che muoiono, bambini che non hanno più un futuro.
E guardando quello che sta succedendo in Palestina, mi viene da chiedermi: quanto ancora dobbiamo assistere a tutto questo? Quante atrocità dobbiamo vedere prima di dire davvero “mai più”? Non importa da che parte si sta: quando si colpiscono ospedali, scuole, case, non c’è giustificazione che tenga. È disumano. Punto.
Questa canzone mi ha sempre colpito, ma oggi mi fa ancora più male. Perché il suo messaggio è chiaro: “Io non le lancio più le vostre sante bombe”. Eppure, le bombe continuano a cadere. La musica può essere denuncia, può essere resistenza. E questo brano lo dimostra. È un invito a non restare indifferenti, a prendere posizione, anche solo con le parole.
La pace non è un’illusione. È una scelta. E io, nel mio piccolo, scelgo di non voltarmi dall’altra parte.
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