Articolo da GIFT – Great Italian Food Trade
Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio è un distintivo pomodorino a grappolo italiano di varietà antica, che nel 2009 ha ottenuto la registrazione e tutela, a livello europeo, come Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Coltivato esclusivamente sui pendii vulcanici del Monte Vesuvio in Campania, questo frutto è noto per la sua lunga conservazione, il sapore vivace, il profilo nutrizionale e i profondi legami con la tradizione culinaria napoletana.
Documentazione storica
La pratica tradizionale di conservare i pomodorini del Piennolo in grappoli appesi (‘al Piennolo‘) ha radici storiche ben documentate che si estendono per oltre 160 anni. La prima documentazione tecnica risale al 1858 quando Achille Bruni, professore di agricoltura presso la Regia Scuola Superiore di Agricoltura di Portici, registrò in ‘Degli ortaggi e loro coltivazione presso la città di Napoli‘ che i pomodorini ciliegini vesuviani ‘rimangono eccellenti fino a primavera, purché siano legati a ghirlande e sospesi dalle soffitte‘.
Successive opere accademiche di Paride Palmieri (1885), Francesco De Rosa (1902) e Marzio Cozzolino (1916), professori presso la prestigiosa Scuola di Agricoltura di Portici, documentarono che ecotipi tradizionali – come ‘Fiaschella’, ‘Lampadina’, ‘Principe Borghese’, ‘Re Umberto’ e ‘Patanara’, alla base delle varietà odierne – erano coltivati già nei primi anni del 1900.
Caratterizzazione botanica e sviluppo stagionale
Varietà di Solanum lycopersicum, i pomodorini del Piennolo sono piccoli frutti che non superano i 20–30 g, con forma ovale o allungata, estremità appuntite distintive (col pizzo) e caratteristiche costolature vicino al peduncolo (Qualigeo, 2024). I frutti presentano una buccia eccezionalmente spessa e soda e polpa a basso contenuto d’acqua con un elevato tenore di sostanza secca (13,0 ± 0,2%) che determina la loro caratteristica consistenza croccante, il gusto concentrato e l’eccezionale durata di conservazione (Carillo et al., 2019).
Le piante si sviluppano come varietà indeterminate, crescendo verticalmente fino a 80 cm di altezza quando adeguatamente sostenute da tutori (Qualigeo, 2024). La raccolta avviene tra la fine di giugno e la terza settimana di agosto, con i grappoli (schiocche) raccolti quando almeno il 70% dei frutti ha raggiunto la maturità. Dopo la raccolta, i grappoli vengono legati con fibre vegetali e sospesi in spazi asciutti e ventilati, consentendo la conservazione per 7-8 mesi (Manzo et al., 2018).
Terroir e Denominazione di Origine Protetta (DOP)
La registrazione DOP, stabilita dal regolamento CE n. 1238/2009, delimita l’areale di produzione in 18 comuni all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio nella provincia di Napoli: Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa Di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, Sant’Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, e una porzione di Nola delimitata dal perimetro del Parco.
I suoli vulcanici, formati da materiale piroclastico dalle eruzioni di Somma-Vesuvio, sono eccezionalmente ricchi di minerali e ben drenati (Qualigeo, 2024). Il clima, caratterizzato da elevate escursioni termiche tra giorno e notte, favorisce la conservazione naturale e migliora la consistenza della buccia e il sapore del frutto.
Le specifiche di produzione della DOP prescrivono la coltivazione esclusiva in campo aperto, con piante sostenute da tutori che impediscono il contatto con il terreno, irrigazione minima oltre le necessità post-trapianto, e raccolta quando il residuo ottico raggiunge minimo 6,5 °Brix (Regolamento CE n. 1238/2009).
Regole e disciplinare di produzione DOP
Il disciplinare di produzione DOP stabilisce linee guida rigorose (regolamento CE n. 1238/2009):
- la coltivazione deve avvenire esclusivamente nei comuni designati utilizzando metodi tradizionali a basso impatto;
- le piante devono venire sostenute verticalmente fino a 80 cm di altezza;
- l’irrigazione dovrebbe essere minima, affidandosi principalmente alle precipitazioni naturali;
- per la conservazione al piennolo, i grappoli vengono legati con fibre vegetali e sospesi in locali asciutti e ben ventilati.
Il prodotto è commercializzato in tre tipologie (Qualigeo, 2024):
- fresco (venduto singolarmente o in grappoli, in contenitori ≤10 kg);
- conservato al piennolo (grappoli grandi, ≤5 kg, con identificazione DOP);
- conservato singolarmente o in grappoli (in contenitori sigillati ≤10 kg).
Il Consorzio per il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP, costituito nel dicembre 2009, include 39 aziende agricole in prevalenza a conduzione familiare che rappresentano moderne pratiche di produzione sostenibile.
Profilo nutrizionale e proprietà salutistiche
Contenuto di licopene e attività antiossidante
Studi peer-reviewed recenti dimostrano concentrazioni di licopene eccezionali, con specifiche varietà locali (Acampora, Cozzolino e Fofò) contenenti 13,3 ± 10,6 mg/100g di peso fresco (Carillo et al., 2019). Ricerche aggiuntive confermano livelli di licopene compresi tra 158,71 e 218,89 μg/g di prodotto fresco attraverso diverse varietà locali, con la varietà Centoscocche che raggiunge le concentrazioni più elevate (Fratianni et al., 2020).
Questi valori superano significativamente quelli trovati nei pomodori commerciali standard e dimostrano l’eccezionale potenziale antiossidante della varietà. Studi epidemiologici correlano l’aumento dell’assunzione di licopene con ridotta incidenza di vari tumori, prevenzione di malattie cardiovascolari e effetti benefici sul metabolismo lipidico (Shafe et al., 2024).
Composizione polifenolica e composti bioattivi
Varietà locali selezionate (Giagiù, Acampora e Riccia San Vito) esibiscono notevoli concentrazioni di polifenoli di 131,8 ± 2,5 mg/100g (Carillo et al., 2019). L’analisi dettagliata rivela un contenuto totale di polifenoli compreso tra 230 e 320 μg/g di prodotto fresco, con iperoside, acido clorogenico e acido gallico come composti più abbondanti (Fratianni et al., 2020).
Il contenuto di acido ascorbico raggiunge livelli significativi, fino a 238 μg/g di prodotto fresco, contribuendo significativamente alla capacità antiossidante e al valore nutrizionale dei pomodori (Fratianni et al., 2020).
Composizione minerale e caratteristiche umami
I pomodorini del Piennolo dimostrano un equilibrio minerale distintivo, con contenuto di zuccheri relativamente alto (101,3 ± 3,8 μmol/g peso fresco) e un rapporto sodio-potassio estremamente basso (0,007–0,009), indicativo di qualità nutrizionale superiore (Carillo et al., 2019).
Tra i 22 aminoacidi rilevati, glutammato, GABA e glutammica rappresentano il 65% del contenuto totale di aminoacidi, contribuendo al caratteristico profilo di sapore umami che esalta le applicazioni culinarie (Carillo et al., 2019).
Cambiamenti nutrizionali correlati alla conservazione
Durante la tradizionale conservazione al piennolo, la concentrazione di licopene può diminuire di circa il 44% nell’arco di sei mesi (da 73,52 a 43,32 mg/kg). I pomodori mantengono nondimeno un’importante attività antiossidante grazie agli effetti sinergici dei fitocomplessi ivi trattenuti (Manzo et al., 2018). La combinazione di carotenoidi e polifenoli rafforza l’azione antiossidante, al di là dell’attività dei singoli composti.
Pratiche agronomiche e sostenibilità
Ricerche recenti dimostrano che sia i sistemi di coltivazione convenzionali che biologici possono venire migliorati attraverso applicazioni di biostimolanti, con trattamenti di idrolizzato proteico che migliorano la biomassa vegetale e l’indice di area fogliare mantenendo la qualità del frutto (Cozzolino et al., 2019). I sistemi biologici producono maggiori contenuti di acidi organici e acido ascorbico con maggiore attività antiossidante lipofila.
Il sistema di coltivazione tradizionale è un emblema di agricoltura sostenibile, poiché si basa principalmente sulla fertilità del suolo vulcanico e sui modelli naturali di precipitazione, con un apporto irriguo limitato nelle fasi successive all’attecchimento del trapianto (Vinci et al., 2025). Questo approccio riduce l’impatto ambientale producendo frutti di qualità superiore con proprietà nutrizionali e funzionali migliorate.
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Fonte: GIFT – Great Italian Food Trade
Autore: Dario Dongo
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Articolo tratto interamente da GIFT – Great Italian Food Trade
Photo credit justpositano, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
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