venerdì 22 agosto 2025

I rischi del lavoro notturno



Articolo da Nurse24

Nuove evidenze scientifiche confermano i rischi del lavoro notturno per gli operatori sanitari, in particolare per le operatrici: dalla vulnerabilità alle infezioni fino all’aumento del rischio oncologico. L’analisi di quattro studi su infermieri/e turnisti.

Lavorare di notte: quando il corpo perde l’equilibrio

Il lavoro notturno, indispensabile in molteplici settori, in particolare nelle realtà sanitarie, può compromettere profondamente l’equilibrio fisiologico del corpo umano.

Negli ultimi anni, un crescente corpus di studi scientifici ha messo in luce gli effetti negativi di questa esposizione prolungata: non si tratta solamente di stanchezza o affaticamento, ma di vere e proprie alterazioni organiche, immunitarie e ormonali che possono avere conseguenze significative sulla salute a lungo termine.

Una serie di recenti pubblicazioni su riviste internazionali ha analizzato in dettaglio le ripercussioni del lavoro notturno sulle infermiere, una categoria professionale particolarmente esposta a tali ritmi. Dai dati emerge un quadro inequivocabile: il lavoro notturno modifica i ritmi biologici intrinseci e favorisce l’insorgenza di patologie, anche gravi.

Cornea sotto stress: un adattamento con implicazioni visive

Uno studio ungherese, pubblicato sull'International Journal of Environmental Research and Public Health, ha esaminato la salute oculare di 35 partecipanti, età media di 43 anni, a predominanza femminile (il 54%) con una media di diciannove anni di turni notturni regolari. I risultati di questa analisi retrospettiva hanno evidenziato variazioni significative nei parametri corneali, specificamente un'alterazione del ritmo di idratazione, dello spessore e della curvatura della cornea.

Nello studio, tutte i partecipanti turnisti mostravano fluttuazioni periodiche significative in tutti i parametri corneali analizzati (K1/K2 delle superfici anteriore e posteriore, astigmatismo della superficie anteriore, pachimetria e ISV).

Questo suggerisce che l'occhio si adatta alle condizioni imposte dal lavoro notturno, ma lo fa modificando le sue caratteristiche strutturali, con potenziali implicazioni sulla qualità visiva e la salute oculare a lungo termine. Gli autori sottolineano che la privazione costante di sonno influisce sulle proprietà corneali e che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti a lungo termine.

La disregolazione dei ritmi circadiani

Il filo rosso che collega tutte queste conseguenze sulla salute è la profonda disregolazione del ritmo circadiano. Questo meccanismo interno, il nostro "orologio biologico", governa fondamentali processi fisiologici quali il ciclo sonno-veglia, la secrezione ormonale (incluso cortisolo e melatonina), la temperatura corporea e l’attività del sistema immunitario.

L'esposizione alla luce artificiale notturna (LAN) e la privazione cronica di sonno, tipiche del lavoro a turni, rompono questa sincronia naturale. Questo disallineamento è il motore che favorisce l'insorgenza di malattie infettive, disfunzioni visive, alterazioni endocrine e, nel lungo termine, un aumentato rischio di cancro.

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Fonte: Nurse24 

Autore: 
Chiara Sideri

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.0 Francia.


Articolo tratto interamente da 
Nurse24 



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