lunedì 21 luglio 2025

Genova non dimentica: dalla piazza un appello alla speranza

Cippo a Carlo Giuliani

Articolo da Centro Studi Sereno Regis

Una Piazza Alimonda affollata ieri come non mai si è ritrovata per ricordare come ogni anno quelle tragiche giornate di 24 anni fa. E quest’anno, più che mai, la tre giorni di Genova non è stata solo un modo Per Non DimentiCarlo, ma l’occasione per riflettere sullo stato di erosione, sul vero e proprio attacco sferrato nel corso degli anni alla nostra già fragile democrazia: “dallo stato sociale minimo allo stato penale massimo” come in estrema sintesi aveva detto Italo Di Sabato in occasione della presentazione del suo ultimo libro, solo due giorni prima.

Come per le scorse edizioni infatti, il programma della tre giorni concepito dal Comitato Piazza Carlo Giuliani si è inaugurato già da venerdì pomeriggio, con un dibattito in forma di presentazione di ben quattro libri, alla  Sala Vik di Music For Peace (Via Balleydier 60) e i quattro titoli erano tutti molto “in tema”:  Carcere ai Ribell3. Storie di attivist3 (Ed. Multimage APS, a cura di Nicoletta Ouazzene), Police Abolition. Corso di base sull’abolizione della Polizia (Momo Edizioni, di Italo Di Sabato e Turi Pulidda), oltre ai due romanzi di Francesco “Baro” Barilli E non fummo più ragazzi (Red Star Press) e Il silenzio di Sabina (Momo Edizioni).

E inevitabilmente l’incontro con e tra gli autori, ottimamente orchestrato dal conduttore Luca Greco, e’ stato un modo per fare il punto sulla realtà delle nostre piazze, centri sociali o anche solo social, luoghi di riunione, manifestazioni di dissenso, dopo il G8 di Genova: con la “panpenalizzazione” del conflitto imposta dai sempre più draconiani decreti-sicurezza, e la globalizzazione della guerra che solo apparentemente sigla il tramonto della globalizzazione dei mercati, aggravando in realtà la deriva bellicista su tutti i possibili fronti.

Al bel dibattito con apericena di venerdì 18 luglio a Music For Peace e’ seguita il giorno dopo l’apericena con film al Centro Sociale Pinelli (via Fossato Cicala 22, oasi di verde ad alta concentrazione di cicale nel quartiere San Gottardo) e il film in programma era Portuali, che la giovane regista Perla Sardella si è trovata a presentare purtroppo senza gli attivisti del C.A.L.P. (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova) che in questi giorni sono impegnati in riunioni no stop. Gli scioperi contro le “navi delle armi” tra il 2019 e il 2023, e la ricerca di un sindacato più sensibile alle istanze del presente. La sicurezza sempre più incerta e precaria sul posto di lavoro.

Il corale e individuale impegno di antimilitarismo, il dialogo con gli altri portuali del Mediterraneo, l’aspirazione di contribuire a un mondo diverso, il prezzo che tutto questo comporta: un pezzo di resistenza attiva contro un mondo sempre più in armi, che Perla Sardella è riuscita a rendere molto bene, condividendo per mesi le lotte dei protagonisti.

Ed eccoci arrivati alla giornata di ieri domenica 20 luglio, dalle ore 14,30 fino a sera a Piazza Alimonda. Come ogni anno il lungo pomeriggio si è inaugurato con la rassegna delle tesi vincitrici del Bando per Borse di Studio indetto dal Comitato Piazza Carlo Giuliani odv: quest’anno i premi del Comitato Piazza Carlo Giuliani sono andati a Giulia Carati (con una bella tesi magistrale in focus sulle analogie delle uccisioni di Francesco Lorusso a Bologna e Carlo Giuliani a Genova), Mattia D’Incecco e Andrea Campodonico (entrambi in corsi di laurea triennali) e Michelangelo Pistilli (V superiore).

A seguire gli interventi di Rete Kurdistan, Mamme in piazza per la libertà di dissenso di Torino, Mamme per Roma Città Aperta, Associazione Culturale Liguria Palestina, Osservatorio Repressione, Amnesty Liguria e particolarmente applaudito l’appassionato contributo di Nicoletta Dosio circondata dai compagni e dalle bandiere del Movimento NoTav. “La nostra partecipazione a quei giorni del G8, insieme al variegato mondo del Movimento NoGlobal, segnava non certo la nascita del nostro movimento, perché da anni eravamo consapevoli delle conseguenze devastanti della “grande opera”, e quindi in lotta; ma in un certo senso quella era la prima volta che ci presentavamo con le nostre bandiere, con il nostro logo che era nato da poco… (…) E oggi a distanza di anni siamo qui per dirvi che non possiamo arrenderci, che tutte e tutti dobbiamo ritrovare fiducia nelle ragioni della nostra lotta.”


Autore: 
Daniela Bezzi

Licenza: Licenza Creative Commons

Articolo tratto interamente da 
Centro Studi Sereno Regis 

Photo credit Vettore17, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons


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