lunedì 5 settembre 2022

Freddie Mercury, una leggenda indimenticabile

Freddie Mercury performing in New Haven, CT, November 1977 cropped


Articolo da Vanilla Magazine

5 settembre 1946: a Stone Town, sull’isola di Zanzibar, nasce Farrokh Bulsara, figlio di Jer e Bomi Bulsara, entrambi di etnia parsi. Questo è quello che si può trovare digitando su Wikipedia o su qualsiasi motore di ricerca scrivendo il nome “Freddie Mercury”, ma ciò che la storia ci consegna è la nascita di una vera e propria Leggenda. D’altro canto era questo che diceva lo stesso Freddie, in tempi nono sospetti, prima dei Queen, prima di “Bohemian Rhapsody” quando, ancora studente all’Ealing Art College, si dilettava a suonare il pianoforte e a cantare:

"Non voglio diventare una star, voglio diventare una leggenda."

Sono stati scritti fiumi di parole su questo cantante eccezionale, ma noi desideriamo parlare del Freddie che era dietro alla “maschera” del frontman, quello che ha emozionato e continua a emozionare intere generazioni.

La vita di Freddie è stata raccontata in libri, video, film, ma credo che  il “vero” Freddie lo si possa trovare nei testi delle sue canzoni. Lui è lì, anche se egli stesso diceva che una canzone era solo una canzone, qualcosa da ascoltare e via. Usa e getta. Ma non è così. Penso che non avesse la consapevolezza di quanto fossero importanti quelle note, quegli assoli, oltre le parole.

Il Freddie privato era molto diverso da quello pubblico. Apparentemente sfacciato, eccessivo e scandaloso sotto i riflettori, lontano dalle luci della ribalta e, attorniato da pochi e fidati amici, Freddie Mercury era semplicemente Fred, timido, quasi introverso. Jim Hutton, il suo ultimo compagno (gli amici sapevano che era “suo marito”)  lo ha descritto con cura nel libro “I miei anni con Freddie Mercury” in cui si scopre un essere generoso, fragile, desideroso di essere amato e compreso…

Anche Peter Freestone,  fedele assistente personale, nel suo testo “Freddie Mercury – una biografia intima”, lo descrive in questo modo, ma con una connotazione anche forte, un uomo con una profonda dignità e una generosità fuori dal comune.

Ripercorrendo le canzoni e le note delle sue canzoni, da quelle storiche a quelle meno note, possiamo “conoscere” un pò di più questo cantante, o come lo ha definito l’amico di sempre, Bryan May,  nella scritta posta alla base della statua a Montreux: “Amante della vita – Cantante di canzoni”.

Partiamo dalla famosissima “Bohemian Rhapsody”. Quando a Freddie chiedevano quale fosse il significato del testo, che cosa desiderasse comunicare, lui, con il suo celebre sorriso, rispondeva che ciascuno poteva interpretare il testo come voleva, che una canzone non necessita per forza di un significato esplicito. Insomma evitava la risposta.

Più tardi, negli anni del pluripremiato ed omonimo film con Ramy Malek, lo stesso Brian May ha dichiarato che nemmeno i componenti della band erano a conoscenza del reale significato delle parole del testo. Quello che è chiaro a tutti, in ogni caso, è che  “Bohemian Rhapsody” è considerata un vero e proprio capolavoro musicale (oltre che designato come primo video musicale nella storia).

Un pezzo nel quale si ritrova il Freddie intimo è “Somebody to love”. Nel testo, ma non solo. Freddie è dentro ogni nota, incarnato in quei vocalizzi che solo lui poteva creare. Tra le righe si comprende il desiderio di essere amato di essere accolto. Ma non finisce qui. Anche in “Crazy Little Thing Called Love” si percepisce l’animo di Freddie e tutta la sua ironia, oltre che la bravura nel suonare la chitarra classica (una canzone composta in pochi minuti nella vasca da bagno, ma vi rendete conto?). Non possiamo scordare la meravigliosa “Love of my life” dedicata a Mary Austin (prima fidanzata e successivamente amica e confidente), ma non finisce qui.

Tutti pensano ai brani di Freddie con i Queen, ma non dobbiamo dimenticare quelli da solista. Come non citare la struggente “Love Me Like There’s No Tomorrow” o “I was born to love you”. Tutti conoscono “Living on my own”, ma io rivedo Freddie nella celebre “The Great Pretender”. Le perle che ci ha donato sono tante, innumerevoli, e con il passare del tempo si scopre un Mercury più consapevole e maturo, non solo musicalmente ma anche stilisticamente.

Era il 1987 quando un entusiasta Freddie e una meravigliosa Montserrat Caballé registrarono uno degli album che lo resero più orgoglioso: “Barcelona”, appunto. Fu la cantate lirica Caballé a dare il nome all’album in onore della sua città. Freddie era un’amante dell’opera e considerava la voce di Montserrat una delle più belle in assoluto, cantare con lei significava il raggiungimento di un sogno e l’album è ammirevole.

Il brano “Barcelona” sarebbe diventato la colonna sonora delle Olimpiadi del 1992, che Freddie però non vide perché morì nel 1991, e segnò profondamente il cantante, tanto che in un’intervista del 1988 disse che si sarebbe dato solo all’opera! Ovviamente non è stato così, Mercury aveva ancora molto da fare nel mondo del rock. E’ nella canzone “How Can I Go On” che si denota non solo la sintonia tra i due cantanti, ma vi è come un connubio perfetto. Anni dopo, in un’intervista, la Caballé dichiarò che, mentre duettavano, anche i gesti erano sinonimo di quello che poi sarebbe accaduto: lei tenta di trattenerlo ma non ci riesce. Tutto ha un significato, pareva un saluto, un “arrivederci”. Quando rivedo quel video non posso fare altro che emozionarmi, “How Can I Go On” tocca le corde più sensibili, provate ad ascoltarla, si sente tutta la forza della voce di Freddie, tutto il suo cuore.

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Fonte: 
Vanilla Magazine

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Articolo tratto interamente da 
Vanilla Magazine

Photo credit Freddie_Mercury_performing_in_New_Haven,_CT,_November_1978.jpg: *FreddieMercurySinging21978.jpg: Carl Lenderderivative work: Lošmiderivative work: Morn, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons


6 commenti:

  1. non sono una esperta di musica, ma Freddie mercury è il mio cantante e frontman preferito!

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  2. Questa sera sul NOVE trasmetteranno un programma dedicato a Freddie.
    Non me lo perderò.

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  3. Uno dei miei cantanti preferiti. E' impossibile dimenticarlo. Voleva diventare una leggenda e i è riusciti. Lui è un mito insuperabile.!

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