sabato 4 giugno 2022

4 giugno 1960 – Massacro del lago Bodom, in Finlandia, durante il quale vengono uccisi 3 adolescenti



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Il massacro del lago Bodom è uno dei più famosi casi di omicidio irrisolti nella storia criminale finlandese. Il 5 giugno 1960, nei pressi del Lago Bodom, due ragazze quindicenni, Maila Irmeli Björklund e Anja Tuulikki Mäki, e il diciottenne Seppo Antero Boisman furono uccisi mentre dormivano all'interno di una tenda. Un quarto giovane, l'allora diciottenne Nils Wilhelm Gustafsson, fu ritrovato fuori dalla tenda gravemente ferito. Nonostante ampie indagini, l'autore degli omicidi non è mai stato identificato e varie teorie sulla sua identità sono state presentate nel corso degli anni.[1] Nel 2004, inaspettatamente le autorità finlandesi arrestarono Gustafsson con l'accusa di omicidio, ma questi venne assolto e risarcito dallo Stato l'anno successivo.

Sabato 4 giugno 1960 quattro adolescenti finlandesi decisero di accamparsi lungo la riva del Lago Bodom (finlandese: Bodominjärvi, svedese: Bodom träsk), all'interno di un maniero in località Oittaa, vicino alla città di Espoo. Maila Irmeli Björklund e Anja Tuulikki Mäki avevano allora quindici anni e ad accompagnarle c'erano i loro fidanzati diciottenni, Seppo Antero Boisman e Nils Wilhelm Gustafsson.[2][3][4]

Tra le ore 4:00 e 6:00 del mattino di domenica 5 giugno 1960, Mäki, Björklund e Boisman vennero aggrediti con un coltello e percossi fino alla morte da un assalitore sconosciuto. Gustafsson, unico sopravvissuto al massacro, subì una commozione cerebrale, fratture alla mascella e alle ossa facciali e lividi sul viso, ma sopravvisse all'aggressione. In seguito, affermò di aver visto di sfuggita un assalitore vestito di nero e di rosso acceso, il quale li avrebbe aggrediti.[2][4]

Verso le ore 6:00 del mattino, alcuni ragazzi che praticavano birdwatching videro a distanza la tenda crollare e un uomo biondo allontanarsi dalla stessa.[3][4] I corpi delle vittime furono scoperti verso le ore 11:00 da un carpentiere di nome Risto Sirén. Egli chiamò la polizia, che giunse sulla scena a mezzogiorno.[3]

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