
A Firenze
E tu ne' carmi avrai perenne vita
Sponda che Arno saluta in suo cammino
Partendo la città che del latino
Nome accogliea finor l'ombra fuggita.
Già dal tuo ponte all'onda impaurita
Il papale furore e il ghibellino
Mescean gran sangue, ove oggi al pellegrino
Del fero vate la magion s'addita.
Per me cara, felice, inclita riva
Ove sovente i piè leggiadri mosse
Colei che vera al portarnento Diva
In me volgeva sue luci beate,
Mentr'io sentia dai crini d'oro commosse
Spirar ambrosia l'aure innamorate.
Ugo Foscolo
Caro Vincenzo, Firenze, merita una così bella poesia, bravo, Ugo Fusco.
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Un abbraccio.
EliminaUn ricordo dei tempi di scuola , l'avevo studiata alle superiori ma è sempre bello rileggerla. Saluti.
RispondiEliminaVersi classici che non tramontano mai.
EliminaTanto tempo fa alcune poesie di Foscolo le sapevo a memoria, altri tempi.
RispondiEliminaBuona serata