
L'infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi
Photo credit Claudio.stanco (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons
Caro Vincenzo, un grazie infinite di averla condivisa con noi.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio.
Tomaso
Buona domenica.
EliminaIl nostro più grande poeta ... che altro aggiungere?
RispondiEliminaLe sue poesie non tramontano mai.
EliminaCapolavoro.
RispondiEliminaSono d'accordo!
EliminaInutile dirlo... Leopardi è Leopardi ;)
RispondiEliminaPeccato che nei programmi scolastici attuali, la poesia viene studiato poco rispetto ad anni fa.
EliminaRapisce anche all'ennesima lettura!
RispondiEliminaSono versi stupendi.
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