Articolo da La Stampa
Il bonifico è arrivato a metà dicembre. Erano 238 euro che avevano viaggiato dal cuore dell’Africa, con la speranza di dare il proprio contributo per aiutare le persone colpite dal terremoto.
La cifra era stata inviata da Kingoué, un distretto di trenta villaggi e quindicimila abitanti nella Repubblica del Congo, ai margini della foresta pluviale dove non c’è luce né acqua corrente. Nove abitanti su dieci non hanno stipendio, vivono coltivando manioca, mais, ananas, oppure allevando mucche, maiali, pecore, capre.
A fine agosto don Ghislain, un sacerdote congolese che conosce l’Italia per averci studiato, viene a sapere del terremoto. Mostra le immagini di Amatrice, di Accumuli, Arquata, delle case e dei borghi interi distrutti ai parrocchiani. Don Ghislain ha una vasta rete di contatti nel mondo della solidarietà, ha fondato l’associazione Amici Del Congo, da anni porta nei villaggi di Kingoué aiuti, di lui tutti si fidano e gli sono riconoscenti.
Il sindaco e il capovillaggio pensano di avviare una raccolta fondi. All’inizio sembra un’azione disperata. Per riuscire a raggiungere una somma consistente vengono coinvolti diversi villaggi. Trascorrono molte settimane, altre due scosse mettono in ginocchio anche l’Umbria. La raccolta si intensifica. Ogni domenica a messa qualcuno dà quello che può. C’è chi non arriva a dieci centesimi e chi riesce a donare anche 15 euro.
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Fonte: La Stampa
Autore: Flavia Amabile
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Articolo tratto interamente da La Stampa
Caro Vincenzo, Ciao e ti auguro buona Epifania che tutte le feste porta via.
RispondiEliminaTomaso
Ho letto questa notizia, mi ha colpito molto: siamo abituati a pensare all'Africa solo come destinataria di aiuti invece...ha molto da insegnarci!
RispondiEliminaBuona serata!
Carmen