
Articolo da La Stampa
Monaco il giorno dopo. Resta lo choc, la paura, la rabbia e l’incredulità per quello che è accaduto ieri nel tardo pomeriggio nel centro commerciale Olympia. Ali Sonboly, 18enne tedesco-iraniano, armato con una pistola Glock 9 mm e 300 proiettili, prima ha fatto fuoco davanti a un fast food poi tra i negozi, uccidendo nove persone, la maggior parte giovani tra i 14 e i 20 anni, oltre a una donna di 45, e mettendo in scacco una città senza un motivo ben chiaro. Sono 27 le persone ferite, di cui 10 in condizioni gravi e tra essi anche un 13enne. Tutte persone del posto, nessun turista è stato coinvolto nella tragedia.
MERKEL: “SOFFRIAMO PER LE FAMIGLIE DELLE VITTIME”
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso il «grande cordoglio» del governo e della Germania verso «le famiglie di coloro che non torneranno più a casa, a nome di tutti condividiamo il vostro dolore, soffriamo con voi. Il pensiero ai numerosi feriti che possano guarire completamente». «Scopriremo cosa c’è dietro a questo attacco. Faremo di tutto per garantire sicurezza e libertà» ha aggiunto.
E ora Monaco cerca di ritornare alla normalità. È diminuita anche la presenza della polizia in città, che prima sembrava sotto assedio. Ieri 2.500 agenti di polizia e circa lo stesso numero di vigili del fuoco e soccorritori sono stati spostati da tutta la Baviera nel capoluogo. Solo il centro commerciale Olympia resta off limits.
LA POLIZIA: HA AGITO DA SOLO, NESSUN LEGAME CON L’ISIS
L’autore della strage ha agito solo, non aveva complici, e a casa sua non è stato trovato materiale legato a Isis, ma solo documentazione su stragi del passato: lo ha detto in conferenza stampa Hubertus Andrae, capo della polizia di Monaco, precisando che «non c’è alcun legame» tra la strage e il tema dei profughi. Andrae ha detto che «non c’è nessuna prova» che il 18enne sia stato vittima di bullismo mentre, ha aggiunto: «E’ evidente il legame» dell’eccidio di Monaco con la strage compiuta da Anders Breivik a Utoya 5 anni fa (69 morti) «di cui ieri cadeva il quinto anniversario».
IL PROCURATORE: ERA IN TERAPIA PSICHIATRICA
Un altro importante dettaglio sulla vita privata del killer emerge dal procuratore di Monaco Thomas Steinkraus-Koch: il giovane si era sottoposto a «terapia psichiatrica», curato per depressione. Notizia poi confermata anche dal ministro dell’Interno della Baviera, Joachim Hermann.
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Fonte: La Stampa
Autore: Fulvio Cerutti - Daniela Lanni
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Articolo tratto interamente da La Stampa
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Una cosa che mi lascia perplesso, non me l'aspettavo.
RispondiEliminaChissà se la verità verrà alla luce...
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