Articolo da Greenreport.it
In due processi distinti, il Tribunal Regional Federal della 1ª Região di Brasília (Trf1), ha sentenziato che i popoli indigeni hanno il diritto di essere consultati preventivamente sulle infrastrutture che vengono costruite sui loro territori. Si tratta di due dighe idroelettriche molto controverse e contestate: quella di Belo Monte sul fiume Xingu e quella sul Rio Teles Pires. I giudici hanno accolto all'unanimità il ricorso del Ministério Público Federal (Mpf) ed hanno ordinato il blocco del cantiere di Belo Monte, una settimana prima avevano ordinato il blocco delle opere della di Teles Pires. Nel caso di Belo Monte, il Trf1 ha detto che sono stati violati i diritti alla consultazione delle comunità indigene ed ha quindi annullato gli effetti del decreto legislativo 788/2005 del Congresso Nacional che autorizzava la gigantesca diga. Il Brasile avrebbe ignorato i suoi obblighi come firmatario della Convenzione 169 dell'International labour organization (Ilo) che dice che le comunità indigene devono essere consultate preventivamente in caso di opere che interessino i loro territori. La sentenza specifica: «L'incolumità dell'ambiente non può essere compromessa da interessi imprenditoriali o dipendere da motivazioni di indole meramente economica».
Il Congresso brasiliano Congresso autorizzò la costruzione di Belo Monte 7 anni fa, senza una Valutazione d'impatto ambientale (Via). Un successivo studio, prodotto da Eletrobras e dalle tre più grandi compagnie di costruzioni del Brasile: Camargo Correa, Andrade Gutierrez e Odebrecht, è stato duramente ed ampiamente criticato per aver sottovalutato gli effetti socio-ambientali della diga, in particolare per gli effetti sulle popolazioni indigene e sulle altre comunità tradizionali che vivono a valle dall'enorme sbarramento dirotterebbe l'80% del flusso naturale del Xingu. La Via è stata approvata dall'Instituto brasileiro do meio ambiente e dos recursos Naturais renováveis (Ibama) nel febbraio 2010, sotto forti pressioni politiche e nonostante le obiezioni del personale tecnico dell'agenzia federale. Con l'avvio della costruzione della diga nel giugno 2011, molte delle conseguenze sociali e ambientali si stanno dimostrando reale, per questo gli indigeni sono diventati più espliciti nella loro opposizione a Belo Monte. Durante la conferenza Rio+20 dell'Onu i leader indigeni hanno occupato per 21 giorni il sito della diga, protestando contro le sue conseguenze e le promesse non mantenute dai costruttori. Due settimane più tardi, le comunità indigene hanno fermato tre ingegneri della Norte Energia sulle loro terre tribali.
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Fonte: Greenreport.it
Autore: redazione Greenreport
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Articolo tratto interamente da Greenreport.it
Photo credit LecomteB (Opera propria) [GFDL o CC-BY-SA-3.0-2.5-2.0-1.0], attraverso Wikimedia Commons
Una buona notizia!
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