L'albatros
Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri, grandi
uccelli marini che seguono, indolenti compagni di viaggio, il
bastimento scivolante sopra gli abissi amari.
Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell'azzurro, goffi
e vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi,
candide ali, quasi fossero remi.
Come è intrigato e incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco
addietro così bello, com'è brutto e ridicolo! Qualcuno irrita il
suo becco con una pipa mentre un altro, zoppicando, mima
l'infermo che prima volava!
E il poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia
in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli
scherni, non puo' per le sue ali di gigante avanzare di un passo.
Charles Baudelaire
Photo creditJerzy Strzelecki (Own work) [GFDL or CC-BY-3.0], via Wikimedia Commons
Baudelaire ha scritto una grande verità. Spesso assurgono agli onori poeti che non sanno di niente e spariscono col mutare delle generazioni. Un genio, un poeta "vero" è sempre diverso dagli altri, goffo nelle manifestazioni di vita concrete, grande, grandissimo solo quando esprime se stesso.
RispondiEliminaHo sempre apprezzato molto questo poeta francese.
RispondiEliminaL'ho conosciuto studiando proprio questa poesia quando frequentavo le scuole superiori.
Buon lunedì.
erika