sabato 30 giugno 2018

I tempi folli in cui viviamo...



"I tempi folli in cui viviamo, purtroppo, hanno esaltato l’orgia del consumismo, dell’arrivismo e dell’individualismo, e sembrano aver respinto l’amore lontano, altrove. Non c’è più solidarietà, semmai difesa dei propri privilegi. La civiltà capitalistica ci ha indotto a pensare esclusivamente ai “fatti nostri”: l’altro non è più né fratello, né amico e neppure prossimo simile a me, piuttosto è un estraneo da evitare e, possibilmente, da schiacciare e sfruttare."

Don Andrea Gallo 


Comunicato Medici Senza Frontiere: è questa l'Europa che vogliamo?



Comunicato da Medici Senza Frontiere

29 Giugno 2018

 I governi europei devono ritrovare il buon senso e mettere fine alle politiche che costringono le persone a rimanere intrappolate in Libia o a morire in mare, è l’appello lanciato da MSF in occasione del Consiglio europeo. Con 220 persone morte annegate, la settimana scorsa si è registrato il maggior numero di morti nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno.

Tutte tragedie evitabili. I governi europei hanno bloccato le operazioni di ricerca e soccorso in mare delle ONG, consegnando la responsabilità dei soccorsi alla Guardia costiera libica.

I governi europei stanno finanziando, formando ed equipaggiando la Guardia costiera libica per intercettare barche alla deriva e rispedire le persone a bordo in Libia dove vengono detenute in condizioni disumane. In uno sviluppo senza precedenti, circa 2.000 persone sono state rispedite in Libia durante lo scorso fine settimana. All'arrivo sono stati condotti in centri di detenzione arbitraria senza alcun processo legale.

Gli stessi governi europei, che solo pochi mesi fa condannavano i rapporti su l'esistenza di mercati degli schiavi in Libia, sembrano oggi non avere alcuna esitazione nell'accelerazione di quelle politiche che potrebbero accrescere la sofferenza delle persone intrappolate in questo Paese. Persone il cui unico “crimine” è quello di fuggire da conflitti, violenze o povertà.

“Gli stati membri dell'UE stanno abdicando alla loro responsabilità di salvare vite e deliberatamente stanno condannando le persone a essere intrappolate in Libia o a morire in mare” dichiara Karline Kleijer, responsabile per le emergenze di MSF.

“Lo fanno essendo pienamente consapevoli delle violenze e degli abusi estremi che migranti e rifugiati soffrono in Libia. MSF esorta i governi europei a mostrare un po' di decenza e ricorda che stiamo parlando di vite umane e sofferenze umane. Possono iniziare impegnandosi nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare e facilitare lo sbarco rapido nei porti sicuri più vicini, che non sono in Libia”.

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Video credit Medici Senza Frontiere caricato su YouTube


Roma: la città eterna

ROME: THE ETERNAL CITY. 4K MOTION TIMELAPSE. from Alexandr Kravtsov on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Zenith

Z E N I T H from T H E M I Y A on Vimeo.

Photo e video credit T H E M I Y A caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Proverbio del giorno


Ogni raggio dell'alba prenda per mano i tuoi sogni notturni, i più belli e li conduca alla realtà.

Proverbio tibetano


venerdì 29 giugno 2018

La socialista 28enne Alexandria Ocasio-Cortez, trionfa nelle primarie dem di New York


Una sorpresa dalle primarie democratiche di New York.

Link diretto: https://www.globalist.it/world/2018/06/28/alexandria-la-socialista-paladina-dei-poveri-e-nuova-speranza-dei-democratici-2027005.html





La storia di Samba, che ha salvato due bambini che stavano annegando a Ventimiglia



Articolo da Fanpage.it

Si chiama Cheikh Samba Beye, è un uomo senegalese di 44 anni lo scorso 19 giugno ha salvato la vita a due bimbi che stavano annegando al largo di Ventimiglia, in Liguria, una delle città italiane diventate simbolo della questione migratoria. L'uomo ha sentito le urla di un gruppo di donne, ha visto che indicavano due figure in acqua e non ci ha pensato su due volte prima di tuffarsi e, in una manciata di bracciate, raggiungere i due bambini: "L'unico mio pensiero era che non morissero, mi si sono aggrappati addosso con una forza che non avevo mai visto prima", ha detto Cheikh in un'intervista rilasciata all'Huffington Post.

Cheikh Samba a Ventimiglia ci vive da tempo, ed è qui che lavora come tuttofare in uno stabilimento balneare. La mamma dei bambini tratti in salvo dal 44enne – che vive proprio nella città ligure – ha deciso di regalargli un nuovo telefonino, visto che il suo si è rotto dopo che si è tuffato in acqua. "Mi ha fatto piacere, certo", ha dichiarato Samba parlando con HuffPost, ma lui vorrebbe anche che il suo gesto fosse "in qualche modo un esempio. Per quelli che arrivano – scandisce – ma anche per quelli che accolgono". I migranti "devono rispettare le leggi e le persone e non fare casini", i secondi "non devono giudicare dal colore della pelle, ma dal cervello, dal cuore, dall'anima, dalla voglia di impegnarsi".

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Fonte: Fanpage.it


Autore: 
Davide Falcioni

Licenza: Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.

Articolo tratto interamente da Fanpage.it 



Buenos Aires di Dino Campana


Buenos Aires

Il bastimento avanza lentamente
Nel grigio del mattino tra la nebbia
Sull’acqua gialla d’un mare fluviale
Appare la città grigia e velata.
Si entra in un porto strano. Gli emigranti
Impazzano e inferocian accalcandosi
Nell’aspra ebbrezza d’imminente lotta.
Da un gruppo d’italiani ch’è vestito
In un modo ridicolo alla moda
Bonearense si gettano arance
Ai paesani stralunati e urlanti.
Un ragazzo dal porto leggerissimo
Prole di libertà, pronto allo slancio
Li guarda colle mani nella fascia
Variopinta ed accenna ad un saluto.
Ma ringhiano feroci gli italiani.

Dino Campana


Cinque consigli utili per il trekking in estate



Articolo da Italia che Cambia

Siete amanti del trekking e dei viaggi lenti ma le alte temperature vi spaventano? Basta seguire alcuni accorgimenti per un viaggio estivo sicuro e senza scottature. Ecco i consigli di Sloways.

“Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla”. Così lo scrittore Ennio Flaiano racchiude ed esprime in un sol colpo le nostre sensazioni riguardo l’estate.

Per molti è anche l’unica stagione in cui potersi concedere un po’ di tempo da dedicare ad un viaggio lento. Ferie solo ad agosto? Non dovete affatto rinunciare al vostro trekking, solo tenere in considerazione le alte temperature. Sapevate che il vostro corpo può aver bisogno fino a due settimane per abituarsi ad un clima diverso o tassi di umidità e temperature elevate? Niente paura però: basta prendere le giuste precauzioni per godersi anche il cammino più assolato senza spiacevoli inconvenienti.


Ecco cinque consigli semplici ma fondamentali per godersi il caldo in sicurezza, abbinati a cinque suggerimenti per la vostra vacanza estiva.

Ricordate la protezione solare

Sembrerà un consiglio scontato, ma non lo ripeteremo mai abbastanza: indossare un’adeguata protezione solare è la prima regola per un cammino estivo. I raggi ultravioletti danneggiano l’epidermide causano arrossamenti, scottature e nel peggiore dei casi cancro alla pelle: problemi evitabili con un gesto semplice come spalmarsi una buona crema solare. Sceglietene una con fattore di protezione a partire da 30 (meglio 50) e ricordatevi che pensarci solo ad inizio giornata non basta: l’ideale è applicarla ogni due ore in dosi generose.

Bevete, molto e di frequente

La vostra resistenza fisica durante il cammino sarà legata all’idratazione del vostro corpo. Per reintegrare i liquidi consumati l’acqua è fondamentale, ma per mantenere il vostro corpo al massimo dell’efficienza può essere utile integrare sali minerali, pur senza esagerare per evitare problemi di gonfiore e ritenzione idrica.

Durante la camminata bevete il più spesso possibile anche se non assetati,  almeno due litri d’acqua in borraccia sono perfetti allo scopo – ancora meglio la sacca da inserire nello zaino, che invita a bere più spesso e facilmente. Ricordatevi di controllare se nel vostro percorso giornaliero sono presenti fonti d’acqua, per partire preparati con una scorta adeguata alla giornata.


Rimasti senza integratori? Se non avete particolari problemi per cui evitarlo (e se sopportate il gusto) potete risolvere la situazione versando del sale da cucina in borraccia.

Copritevi bene. Si, davvero

Vi sembrerà un paradosso ma coprirsi bene dalla testa ai piedi è la prima regola da seguire per cammini che vi tengano per diverse ore sotto il sole durante i periodi particolarmente caldi.  Occhiali e cappello sono indispensabili per proteggervi dal solee dalle alte temperature e dalle loro sgradevoli conseguenze come colpi di calore o insolazioni.


Usate abiti leggeri, per gli insetti e i tratti con erba alta utilizzate pantaloni dotati di zip così da rimanere leggeri durante la sosta o nei tratti più aperti. Vi sconsigliamo vivamente indumenti aderenti e realizzati in cotone o in fibre sintetiche, poiché non permettono una corretta traspirazione dell’aria e reagiscono fastidiosamente al caldo ed ai raggi solari diretti.

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Fonte: Italia che Cambia


Autore: redazione Italia che Cambia


Licenza: Copyleft 



Articolo tratto interamente da Italia che Cambia



Nell'antichità l'uomo...


"Nell'antichità l'uomo, ingannato dai propri sensi, riteneva che la Terra fosse il centro dell'universo. Poi ha capito che la Terra e i pianeti ruotavano attorno al Sole, posto al centro del sistema solare. In seguito ha compreso che il Sole è una stella come miliardi di altre, mentre l'inganno dei sensi aveva ancora fatto ritenere che il Sole si trovasse al centro della Via Lattea, e che questa abbracciasse tutto l'universo. Nel tempo, ha scoperto che il Sole occupa una posizione periferica nella Via Lattea, che questa è una galassia fra miliardi di altre, e che tutte insieme costituiscono il nostro universo. E ora ci domandiamo: ma questo è veramente tutto ciò che esiste, o è solo un universo fra infiniti altri?"

Margherita Hack

29 giugno 2009 – Viareggio: alle ore 23:48 deraglia un treno merci con 14 cisterne di Gpl, una di questa esplode causando crolli e incendi nelle case nel raggio di 200 metri, il bilancio è di 32 morti e 23 feriti

2009 Viareggio train explosion 01

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'incidente ferroviario di Viareggio è stato un sinistro ferroviario avvenuto il 29 giugno 2009.

Esso si verificò in seguito al deragliamento del treno merci 50325 Trecate-Gricignano e alla fuoriuscita di gas da una cisterna contenente GPL perforatasi nell'urto; per cause fortuite si innescò quasi subito un incendio di vastissime proporzioni che interessò la stazione di Viareggio, con il successivo scoppio della cisterna stessa, qualche centinaio di metri a sud del fabbricato viaggiatori e le aree circostanti.

Alle 23:48 CEST del 29 giugno 2009, il treno merci 50325 Trecate-Gricignano, un convoglio di quattordici carri cisterna contenenti GPL, deragliò per cause probabilmente legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che trascinò fuori dai binari altri quattro carri. La cisterna del primo carro venne perforata da un elemento dell'infrastruttura e da essa fuoriuscì il GPL, che si incendiò repentinamente alla prima possibilità d'innesco (il GPL ha una densità più alta dell'aria, perciò rimase a contatto con il suolo).

I danni furono immediati e 11 persone persero la vita in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici; altre due persone morirono stroncate da infarto e decine rimasero ferite; di esse molte riportarono gravissime ustioni e la maggior parte morì a distanza di diverse settimane dall'evento. I due macchinisti rimasero indenni in quanto dopo aver dato frenatura al convoglio si misero in salvo dietro ad un muro che li riparò dalla fiammata del gas innescato.

Il deragliamento si verificò in corrispondenza del sovrappasso pedonale che scavalcava il fascio binari sud della stazione ferroviaria, collegando via Burlamacchi con via Ponchielli. Il gas sembra essersi propagato in direzione di quest'ultima via, nella cui area si registrò infatti il maggior numero di vittime, feriti e di edifici crollati o danneggiati. Alcune abitazioni furono poi abbattute su ordinanza delle autorità comunali perché non più agibili o per costi di riparazione superiori ad una ricostruzione ex novo. Nei giorni successivi fu inoltre abbattuto anche lo storico sovrappasso ("La Passerella") per i gravi danni strutturali riportati a causa dello stress termico.

In totale si contarono 32 morti e 25 feriti. I funerali di Stato, ai quali parteciparono almeno 30.000 persone si tennero il 7 luglio allo stadio Torquato Bresciani per 15 vittime, altri 7 ebbero le esequie con rito islamico in Marocco. Due altri decessi, avvenuti per infarto, non vennero inseriti nella lista ufficiale.

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Photo credit rabendeviaregia (IMG_3197) [CC BY-SA 2.0], via Wikimedia Commons


Pollice su e giù della settimana


Prima vittoria contro la sclerosi multipla, trapianto di cellule staminali funziona e non ha effetti collaterali tratto da Tiscali





"I migranti portano malattie contagiose". Proposta choc del sindaco di Domodossola alla Asl: "Separare i bambini dai profughi" tratto da HuffPost Italia






giovedì 28 giugno 2018

Salviamo internet e la libertà


Il diritto d'autore, va sicuramente salvaguardato, ma con riforme moderne e giuste. La rete in Europa rischia di morire, sotto i venti di filtri e algoritmi. Abbiamo pochi giorni per far sentire la nostra voce, quindi bisogna far girare la notizia.

Non rimanere in silenzio, la libertà non è un bavaglio!



Per maggiori informazioni:

Julia Reda

https://www.changecopyright.org/it/


Intelligenza artificiale, filtri e contenuti sui social: “L’odio resterà. A sparire saranno i diritti e le libertà degli individui” tratto da Valigiablu




Video credit Julia Reda caricato su YouTube - licenza: Creative Commons



Video credit Julia Reda caricato su YouTube - licenza: Creative Commons


Disponibile la nuova versione di Firefox


Articolo da Mozilla blog ufficiale

Nonostante sia piena estate nell’emisfero nord, non ci stiamo prendendo alcuna pausa. Continuiamo a impegnarci per rendere Firefox il browser più intelligente e veloce sul mercato, così potrai finire il tuo lavoro più in fretta e goderti una meritata passeggiata all’aperto.
Ecco alcune delle caratteristiche principali incluse in questo aggiornamento:

  • Aggiunta nuovi motori di ricerca: ora è possibile aggiungere facilmente nuovi motori di ricerca dalla barra degli indirizzi di Firefox, rendendo le ricerche ancora più rapide e intuitive. Stai cercando il nome di un attore? Ora puoi eseguire la ricerca su IDMB direttamente dalla barra degli indirizzi.
  • “Riscaldamento” schede: da questa versione, Firefox inizia a carica preventivamente il contenuto di una scheda appena ci si posiziona sopra il puntatore del mouse, prima ancora di selezionarla, rendendo il passaggio da una scheda all’altra più veloce.
  • Retained Display Lists: questa nuova funzione permette di accedere più velocemente alle pagine che visiti di frequente. Firefox ricorderà i contenuti già visitati, in modo da non ricaricarli ogni volta che si visita quel sito.
  • Strumenti di analisi dell’accessibilità: un aiuto per gli sviluppatori nella creazione di pagine che rispettino i requisiti di accessibilità. Questo nuovo strumento di sviluppo rientra nell’impegno di Firefox di creare un browser sempre più inclusivo.
  • Gestione delle schede nelle estensioni: capita a tutti di ascoltare musica online in sottofondo mentre navighiamo, ma quella scheda aperta è uno spreco di spazio nel browser. Da oggi, le estensioni basate sulle API WebExtension possono nascondere le schede e gestire il comportamento del browser quando si apre o chiude una scheda. Siamo sicuri che, a breve, saranno disponibili numerose estensioni in grado di sfruttare in modo innovativo queste nuove potenzialità.
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Fonte: Mozilla blog ufficiale


Autore: team di supporto

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. 



Articolo tratto interamente da Mozilla blog ufficiale


Creme solari, come scegliere quella giusta



Articolo da OggiScienza

SALUTE – Scegliere la protezione solare giusta per la nostra pelle non è una questione di estetica, ma di prevenzione. I dati AIRTUM (Associazione Italiana Registri TUMori) sul melanoma stimano circa 13 casi ogni 100 000 persone: 3.150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2.850 tra le donne, con un’incidenza in crescita che è raddoppiata negli ultimi 10 anni. Purtroppo non sempre la prognosi è positiva. La sopravvivenza a cinque anni è pari all’87%, che significa che 13 casi su 100 non si risolvono a cinque anni dalla diagnosi.

Il melanoma non è causato dall’esposizione al sole e diversi fattori che ne influenzano la genesi. È chiaro da decenni, però, che alcuni comportamenti possono aumentare il rischio di sviluppare questo o altri tumori della pelle. Fra questi l’esposizione al sole in estate è il principale e ancora poche persone seguono correttamente le indicazioni mediche quando si tratta di abbronzarsi.
Ne parliamo con Giovanni Leone, Responsabile dell’Ambulatorio per la Diagnosi e Cura delle Fotodermatosi dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma, e Presidente Società Europea Di Fotodermatologia (ESPD).

Dottor Leone, anzitutto: le pelli sono tutte uguali?


No, ed è necessario partire da qui, dal concetto di fototipo. Esistono sei fototipi, a partire dall’1, che è il più chiaro, proprio delle popolazioni più nordiche ma che comprende anche le persone con i capelli rossi e le lentiggini, fino al fototipo 6 che rappresenta le popolazioni dalla pelle nera. In Italia il 70-80% delle persone è di fototipo 3 e 4. In base al fototipo dobbiamo dosare l’intensità dell’esposizione, i tempi e scegliere la protezione solare giusta.

Andare al mare alle Seychelles o a Viareggio è lo stesso in termini di rischio da esposizione?


Assolutamente no, e questo è un aspetto poco divulgato. Banalmente, il sole non batte allo stesso modo in ogni parte della Terra: più ci si avvicina all’Equatore più i raggi UV sono intensi, perché attraversano uno strato di atmosfera più sottile. Il rischio è quindi ancora più elevato per chi si reca in vacanza in queste zone, un rischio aggravato dal fatto che solitamente si tratta di brevi soggiorni, che non prevedono un periodo di adattamento al sole.
Ciò non significa che il sole di Viareggio non sia potenzialmente pericoloso: è sempre consigliato evitare di esporsi – e soprattutto esporre i bambini – dalle 11 alle 16.

Si sente parlare molto in generale di “raggi UV”, ma in realtà ci sono gli UVA e gli UVB. Può spiegarci meglio?



I raggi UV sono composti da una parte di raggi UVA e da una di raggi UVB. I raggi UVB sono i responsabili delle comuni scottature o ustioni, ma sono i raggi UVA a essere i più pericolosi, perché apparentemente danno meno problemi, nel senso che non producono arrossamenti o ustioni, ma abbiamo scoperto che agiscono in profondità anche sul sistema immunitario, e sono i responsabili del processo di invecchiamento della pelle dovuto al sole.

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Fonte: OggiScienza


Autore: 
Cristina Da Rold

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da
 OggiScienza



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Cielo di Giugno di Ada Negri


Cielo di Giugno

Cielo di giugno, azzurra giovinezza
dell’anno; ed allegrezza
di rondini sfreccianti in folli giri
nell’aria. Ombre, ombre d’ali
vedo guizzar sul bianco arroventato
del muro in fronte: ombre a saetta, nere,
vive al mio sguardo più dell’ali vere.
Traggon dal nulla, scrivendo con nulla
parole d’un linguaggio
perduto; e le cancellano
ratte, fuggendo via fra raggio e raggio.

Ada Negri


mercoledì 27 giugno 2018

Citazione del giorno


"Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri."

Don Lorenzo Milani


Utah

Utah ~ Tales from the Trail from Peter Bloch on Vimeo.


Photo e video credit Peter Bloch caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Filippine

Philippines from the drone (Panglao / Bohol) from Maxim Usov on Vimeo.

Photo e video credit Maxim Usov caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


martedì 26 giugno 2018

Istat: oltre 5 milioni di persone in povertà assoluta in Italia


Articolo da PensioniOggi

Crescono nel 2017 le famiglie italiane in condizione di povertà assoluta. Nel 2017 in questa in condizione si trovano 1 milione e 778 mila famiglie residenti in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui in aumento rispetto ai dati comunicati lo scorso anno che avevano visto coinvolti 4 milioni e 742mila persone, pari a 1,619 milioni di famiglie residenti). E' la fotografia scattata oggi dall'Istat.

L'incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all'8,4% per gli individui (da 7,9%). Due decimi di punto della crescita rispetto al 2016 sia per le famiglie sia per gli individui si devono all'inflazione registrata nel 2017. Entrambi i valori sono i più alti della serie storica, che prende avvio dal 2005.

Nel 2017 l'incidenza della povertà assoluta fra i minori permane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%). L'incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). La povertà aumenta anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.

Svantaggiati soprattutto i giovani


L'incidenza della povertà assoluta diminuisce all'aumentare dell'età della persona di riferimento. Il valore minimo, pari a 4,6%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (9,6%). A testimonianza del ruolo centrale del lavoro e della posizione professionale, la povertà assoluta diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati; nelle famiglie con persona di riferimento operaio, l'incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%). Cresce rispetto al 2016 l'incidenza della povertà assoluta per le famiglie con persona di riferimento che ha conseguito al massimo la licenza elementare: dall'8,2% del 2016 si porta al 10,7%. Le famiglie con persona di riferimento almeno diplomata, mostrano valori dell'incidenza molto più contenuti, pari al 3,6%.

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Fonte: PensioniOggi

Autore: 
redazione PensioniOggi

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da 
PensioniOggi


lunedì 25 giugno 2018

L'angolo del caffè: la storia di Mata Hari




Angolo curato e gestito da Stefania, detta Stella Dfa

24 Luglio 1917.

Davanti alla corte marziale francese fu deciso, all’unanimità, la condanna, con pena capitale, di una sedicente danzatrice Indù.

Stranamente la condanna, avvenne solo dieci minuti dopo che la stessa corte si era ritirata per deliberare. E non ci fu possibilità di appello.

A quarantuno anni, il 15 ottobre del 1917, sotto un plotone di esecuzione, moriva questa bellissima e impenetrabile donna indiana, il suo nome era:  Mata Hari.
  • Ma come mai, quest’esecuzione avvenne solo tre mesi dopo, giacché la sentenza della corte si dichiarò con effetto immediato? 
  • E perché, a tutt’oggi sono in molti a credere che la fucilazione non sia mai avvenuta?
  • Soprattutto: chi era realmente Mata Hari? Un’informatrice? Una donna dalla doppia vita? (Forse).
  • Era una Spia internazionale? E se si a favore di chi?
  • Oppure si trattò solo di una donna che pagò con la vita la sua voglia d’indipendenza?
Sono queste le domande che aleggiano intorno a questa figura tanto discussa. Di lei, hanno detto e scritto tante cose, molte vere altre prive di fondamento.

Ad ogni modo, vere o false che siano sono comunque, di fatto, testimonianze tangibili; realtà oggettive, seppellite nella memoria del tempo, come tutta la storia legata a questa figura pragmatica, della quale, abbiamo solo molte ipotesi e, alcuni concreti documenti pervenutici a oggi.

Fu definita una donna turbolenta e fondamentalmente molto infelice, malinconica, fredda; che tentò di sfuggire alla routine della sua disastrosa vita, in ogni modo.

Nasce il 7 agosto del 1876, sotto il nome di Margaretha Geertuida Zelle.

Iniziamo subito col dire che la nostra protagonista, era tutt’altro che indiana!  Le sue origini, così come quelle dell'intera famiglia, erano Olandesi.

Probabilmente, a causa dei lineamenti orientaleggianti, la pelle olivastra, i capelli neri e quegli occhi scuri, intensi, che la distinguevano dai membri della sua famiglia, (tipicamente più chiari) non fu difficile definirla Indiana.

Di casata benestante, sin dall’età di 14 anni, fu costretta a studiare in una scuola di religiose ed educata, secondo le migliori indicazioni di quella determinata classe sociale.

Il Padre, che possedeva, (pare), un negozio di cappelli e diverse proprietà, (come un mulino e una fattoria), ebbe un tracollo finanziario, che lo portò alla bancarotta nel 1889 e di conseguenza a cedere le sue proprietà.  A causa di questa condizione precaria, ci furono dapprima  la separazione dalla consorte, per via anche delle forti tensioni e litigi dovuti alla situazione, poi il trasferimento ad Amsterdam dello stesso (1890).

L’anno seguente, la madre a cui era stata affidata morì, e lei fu presa sotto l’ala protettrice del suo padrino, residente nella cittadina di Sneek; ma a sua volta, per diversi motivi legati al fascino indiscutibile della ragazza, l’uomo la manderà ad Aja, da uno zio, che la farà studiare come maestra di asilo.

Aveva tre fratelli: Il maggiore, Johannes e, due gemelli più piccoli, Arie Annes e Cornelius.

Altro dato certo, è che il suo matrimonio, fu di seguito una vera e propria catastrofe!

Dall'unione, Nacquero due bambini.

Il primo, nel gennaio del 1897, chiamato Norman Johnn, in onore del padre di lei, anno in cui L’ufficiale Mac Leod, fu nominato comandante di un battaglione nell’isola di Giava, nelle indie orientali Olandesi.

La secondogenita, Janne Louise, nacque l’anno dopo, 1898.

Purtroppo, come spesso accade, non bastarono due bambini a salvaguardare l’unione, che anno dopo anno, diventava sempre più violenta; Mac Leod beveva, picchiava la moglie e, non da meno, era un’incorreggibile “don Giovanni”! E se la moglie avanzava pretese, quest’ultimo arrivava a minacciarla di morte;

<<Si racconta di un aneddoto in cui, il temibile ufficiale, le corse dietro con una rivoltella!>>

Gli anni a seguire, portò la famiglia Mac Leod, sulla costiera orientale di Sumatra, dove l’ufficiale fu promosso maggiore e comandante della piazza di Medan.


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L'articolo originale è pubblicato su La vita a sorsi di caffè 


Questo post, fa parte dell'iniziativa gli angoli. Se anche tu, vuoi avere uno spazio fisso in questo blog, clicca qui.


C'è tanta gente infelice...


"C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso…
Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale..."

Tratto dal film Into the Wild – Nelle terre selvagge



La deriva nazionalista europea


Articolo da Unimondo

Si è cercato più volte di definire la tendenza politica globale di questi ultimi anni, anche inventando nuovi termini: dal populismo al sovranismo, dall’autoritarismo alla “democratura”, quest’ultima fusione tra le parole democrazia e dittatura. Forse basterebbe usare un concetto cardine della modernità: il nazionalismo. Come altrimenti etichettare gli slogan del tipo “America first” oppure “prima gli italiani”, se non nazionalisti? Al centro il proprio Paese, sognato come omogeneo dal punto di vista etnico e culturale, pensato come forte e rispettato, capace di farsi valere battendo i pugni sul tavolo e dimostrandosi scorretti dal punto di vista diplomatico.

Ovviamente il nazionalismo possiede sfumature diverse. Ma credere che possa esistere una sorta di “internazionale nazionalista”, un ossimoro evidente, è un’illusione ottica ignara delle lezioni – catastrofiche – della storia. A volte effimeri successi di questa impostazione fanno ritenere che l’equilibrio fra le potenze, che “giustamente”, come dice Trump, perseguono i propri interessi, possa essere una formula ottimale per i rapporti internazionali. Ma ben presto si rivelano tregue precarie, incapaci di risolvere i problemi di fondo dal clima, al commercio alle tensioni geopolitiche che poi inevitabilmente finiscono scaricate su altri contesti. Non è un caso che le guerre “regionali” si moltiplichino con il rischio sempre latente di una conflagrazione generale e incontrollabile. Così è successo nel 1914.

Alcuni eventi di questi ultimi giorni segnalano quanto sia il nazionalismo a dettare l’agenda delle relazioni mondiali. Il nazionalista non ama le alleanze o gli incontri multilaterali. Ancora una volta Trump è il porta bandiera di questo nuovo/vecchio stile. Va benissimo insultare il mite e gentile primo ministro canadese, mandare a quel paese Macron e Merkel, per poi abbracciare Kim Jong Un, improvvisamente esaltato come “grande leader”. Trump si trova a proprio agio nei vertici bilaterali dove riesce a essere davvero se stesso, un commerciante furbo e doppiogiochista che, attraverso il meccanismo della carota e del bastone, crede di arrivare al proprio obiettivo. Poi tutto rientra nella sua ottica: Kim fa bene a dotarsi dell’arma atomica, vera polizza assicurativa di sopravvivenza del suo regime, perché è giusto che pensi prima di tutto a se stesso e alla Corea del Nord. Tuttavia questa presunta pace è fragile, fragilissima, anche perché i vicini, Cina in primis e poi anche Giappone, sono percorsi da notevoli movimenti nazionalisti.

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Fonte: Unimondo

Autore: 
Piergiorgio Cattani

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Articolo tratto interamente da 
Unimondo.org



domenica 24 giugno 2018

Flat tax, un regalo ai ricchi


Articolo da Sbilanciamoci.info 

Con la tassa piatta ci guadagna chi ha redditi sopra i 55.000 euro e di più sopra i 100 mila ma questi ricchi probabilmente non spenderanno in consumi i soldi risparmiati. E sono quasi tutti al Nord. Al Sud i 730 sotto i 26.000 euro, più penalizzati, sono il 73%.

L’analisi dell’andamento dei redditi degli ultimi cinque anni, utilizzando i dati del ministero delle Finanze, apre una seria obiezione alla proposta della Flat Tax.

Tanto nelle situazioni in cui il reddito complessivo è cresciuto di poco, come nel caso delle città del Sud, dove l’incremento è inferiore a quello dell’inflazione, calcolato al 3,9% dall’Istat, quanto nel caso di alcune città del Nord, gli aumenti vengono assorbiti in larga parte dai redditi sopra i 55.000 euro. Andiamo da un minimo del 49% a Bari fino all’83% di Torino.

Con queste percentuali, la crescita dei redditi nella fascia più ricca si scopre che non è legata solo alle rendite che finiscono nel 730. Anche gran parte dell’aumento del reddito da lavoro finisce comunque ad appannaggio dei redditi più alti. A Milano, l’aumento del reddito da lavoro è pari al 52% dell’aumento complessivo. A Torino è il 49%. A Napoli il 37%. A Milano sono 1.137 miliardi sui 2.300 milioni complessivi. Il 78% finisce nelle tasche dei più abbienti. Dunque ricchezza complessiva e ricchezza da lavoro sono concentrate in percentuali ridottissime di cittadini.

In città come Torino , Milano, Roma, oltre il 90% dei dichiaranti si spartiscono briciole infinitesimali degli aumenti del reddito. A Milano il 92% dei dichiaranti partecipa all’aumento del 22% del reddito. A Torino il 94% beneficia del 16% dell’aumento del reddito. La tendenza alla concentrazione, come dinamica potremmo dire intrinseca, allo stesso lavoro va analizzata con attenzione.

Non si tratta solo di dichiarare che il lavoro oggi è sempre più povero. Bisogna capire perché la ricchezza prodotta attraverso il lavoro finisca in poche mani.

In questo quadro la proposta di ridurre la tassazione sui redditi medio alti diventa un gigantesco regalo ad una platea di contribuenti che oggi viene già premiata dalla dinamica del sistema. La detassazione realizzabile con la Flat tax , nel settore più abbiente, aumenta in modo sensibile la liquidità nelle mani di queste famiglie ma non è detto che tale liquidità si traduca in una serie di consumi che possano sostenere l’economia. Proprio perché già premiati dall’andamento economico è più probabile che quanto detassato finisca nei soliti investimenti finanziari piuttosto che nell’acquisto di beni e servizi.

In questa situazione vale il discorso di Warren Buffet che invitava a detassare il reddito della sua segretaria che avrebbe senz’altro comprato qualche altro vestito mentre lui si sarebbe limitato a fare altri investimenti in Borsa.

Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che i redditi medi di questa fascia sono superiori ai 100.000 euro e che la dinamica verso l’alto all’interno di questo settore è piuttosto alta. Nelle città del Nord, ad esclusione di Genova, i percettori di oltre 120.000 euro sono cresciuti del 12% nell’ultimo quinquennio. Poche migliaia di persone ma questa mobilità verso l’alto c’è solo in questa fascia .

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Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info 


Proverbio del giorno


Sono come la pianta che cresce sulla nuda roccia: quanto più mi sferza il vento tanto più affondo le mie radici.

Proverbio indiano





24 giugno 1944 - Eccidio della Bettola


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'eccidio della Bettola fu una rappresaglia nazista avvenuta nell'appennino reggiano il 24 giugno 1944, durante la quale vennero trucidati 32 civili.

Poiché il tentativo di far saltare un ponte in muratura sulla strada statale 63, nella località La Bettola di Vezzano sul Crostolo, proprio al confine con il comune di Casina, era parzialmente fallito un gruppo di partigiani che tentavano di portare a compimento l'azione si scontrarono verso le 22:30 del 23 giugno 1944 con soldati tedeschi sopraggiunti per impedirlo. Nello scontro a fuoco morirono due tedeschi e i partigiani Enrico Cavicchioni, Pasquino Pigoni e Guerrino Orlandini. Alle ore 23:15 dello stesso giorno si mossero da Casina militari tedeschi per la rappresaglia che iniziò verso le ore 1 del giorno 24. Trentadue persone, tutte ospiti della locale locanda, vennero dapprima presi in ostaggio e costretti rimanere a lungo a terra, poi vennero divisi in due gruppi per facilitarne l'eliminazione e i cadaveri in seguito furono bruciati. Tra le vittime anche Piero Varini un bambino di diciotto mesi che fu gettato nel fuoco ancora vivo. La bambina di undici anni Liliana Manfredi per salvarsi si lanciò dalla finestra di una casa data alle fiamme dai soldati tedeschi. Rottasi una caviglia nel salto rimase nascosta semi svenuta sul greto del torrente finché non fu ritrovata da un soldato tedesco che presala in braccio la sposto sul ciglio della strada in modo che fosse poi ritrovata e soccorsa. Liliana, ritrovata all'indomani e, portata in ospedale, fu curata insieme agli unici superstiti della rappresaglia: l'oste Romeo Beneventi, alcuni carrettieri che si erano nascosti in cantina e un giovane di nome Paolo Magnani, fuggito nel solaio dell'osteria.


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