venerdì 6 aprile 2018

Piante per la bonifica di terreni inquinati


Articolo da TuttoGreen

Un fitorimedio per bonifica di terreni inquinati? Esiste, ed è basato sulla capacità di alcune piante di assorbire e degradare metalli pesanti e microrganismi inquinanti prodotti dalle lavorazioni industriali e disperse nel terreno. Scopriamo insieme tutti i dettagli di questa rivoluzionaria tecnica di risanamento ambientale che è anche naturale, economica e sostenibile.

Bonificare i terreni inquinati e degradati dagli scarti delle lavorazioni industriali è uno dei problemi più urgenti che l’emergenza ambientale ha evidenziato negli ultimi decenni.

Dagli anni Cinquanta ad oggi, in particolare, lo studio delle possibili soluzioni è stato sempre più orientato verso lo sviluppo di tecniche e tecnologie di risanamento sostenibili e naturali, come il fitorisanamento. Ma in cosa consistono i fitorimedi applicati alla bonifica dei terreni inquinati e quali sono i benefici indotti?

Fitorisanamento dei terreni inquinanti: cos’è e come funziona


Arsenico, mercurio, nichel, rame, idrocarburi alifatici e aromatici, clorurati: sono solo alcuni esempi delle tante sostanze tossiche che negli anni sono state riversate nell’ambiente. Ogni giorno questi residui entrano in contatto con i terreni e con le falde acquifere corrompendo interi ecosistemi naturali, spesso in maniera irreversibile.

Nella maggior parte dei casi, la bonifica dei siti compromessi da questo tipo di inquinanti è affidata a metodi di vecchia concezione, che consistono nella rimozione dei suoli contaminati e nell’estrazione delle sostanze nocive. Tali sostanze vengono poi sottoposte a trattamenti chimici e termici che ne limitano la pericolosità degradandole.

Si tratta di un procedimento complesso e impattante, che rende necessario l’impiego di un notevole quantitativo di risorse energetiche e la movimentazione di molti mezzi (camion, ruspe, bulldozer, ecc), necessari al dissodamento dei siti e al trasporto della terra fino ai centri di bonifica.

Per anni, dunque, ricercatori e studiosi di tutto il mondo si sono dati da fare per individuare tecniche alternative a basso impatto ambientale in grado di rispondere a questo tipo di emergenze.

E la risposta è arrivata dalla natura, in particolare da una selezione di piante che assorbono le sostanze inquinanti disperse nei terreni, azzerandone o riducendone la tossicità. Sono veri e propri fitorimedi applicati ad aree contaminate dalla presenza di metalli pesanti e idrocarburi, che sfruttano la capacità di alcune piante di assorbire queste sostanze, promuovendo un processo di risanamento naturale del terreno.

È ciò che gli esperti definiscono ‘fitobonifica‘ o ‘fitorimediazione‘, e sulla quale numerosi centri di ricerca lavorano già da alcuni decenni per affinare le tecniche ed estenderne l’applicabilità anche su larga scala.

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Fonte: TuttoGreen

Autore: 
Eryeffe

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Articolo tratto interamente da TuttoGreen



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