martedì 7 novembre 2017

7 novembre 1944 - A Bologna si combatte la battaglia di Porta Lame

0035 - Bologna - Agostino Barelli, Porta delle lame (1677) - Foto Giovanni Dall'Orto, 18-Nov-2007

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La battaglia di Porta Lame costituisce un episodio nell'ambito della resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale.

Venne combattuta il 7 novembre 1944 nei pressi di Porta Lame a Bologna e vide impegnati da una parte contingenti provenienti dai distaccamenti della 7ª GAP e dall'altra forze della Repubblica Sociale Italiana e tedesche. Nonostante la superiorità di queste ultime, i partigiani riuscirono a sfuggire al progressivo accerchiamento delle proprie postazioni provocando poi numerose perdite tra le file nemiche.

Nell'autunno del 1944 le forze alleate che stavano faticosamente risalendo la penisola fronteggiavano le armate tedesche sulla linea Gotica nell'Appennino tosco-emiliano. Le forze della Resistenza presenti nei centri urbani dei territori occupati dalle truppe tedesche, incoraggiate dai recenti successi dell'esercito angloamericano che in estate era riuscito a forzare in più punti le posizioni fortificate nemiche, si preparavano a vere e proprie azioni di insurrezione armata in appoggio dell'imminente sfondamento del fronte. La provincia di Bologna, in particolare, era già stata parzialmente riconquistata e la città stessa sembrava ormai prossima alla liberazione.

In vista di un'azione imponente nel centro cittadino i distaccamenti della 7ª GAP avevano installato due basi, la principale (230 unità), guidata da Giovanni Martini "Paolo" con Ferruccio Magnani "Giacomo" commissario politico, nei sotterranei dell'ospedale Maggiore distrutto dai bombardamenti alleati, e una seconda guidata da Bruno Gualandi "Aldo" con Lino Michelini "William" commissario politico. (75 unità) in uno stabile presso il vicolo del Macello in prossimità dell'area dell'ex porto fluviale delle città. Alle 6:15 del 7 novembre, scoperta casualmente la base di via del Macello da parte dei tedeschi, ebbe inizio la prima fase dello scontro. Le forze tedesche e fasciste repubblicane misero in atto un piano di attacco coordinato, spostando e restringendo il perimetro d'azione, e intensificando la pressione sui nemici con l'uso di armi a tiro lungo (mortai, pezzi da 88 mm) in più luoghi utili e protetti. Nel tardo pomeriggio venne impiegato anche un carro armato Tiger che stava operando nel vicino fronte.

Quando, dopo più di dieci ore di combattimento le truppe tedesche occuparono i locali delle basi gappiste, esse erano già state evacuate, visto che gli occupanti avevano ripiegato secondo un piano predisposto verso altre basi localizzate nella prima periferia, portando con sé armi e feriti e facendo perdere le proprie tracce grazie all'abbondante uso di fumogeni.

Contemporaneamente ebbe inizio la seconda fase della battaglia, quando le formazioni gappiste insediate tra le rovine dell'ospedale Maggiore, seguendo le direttrici di un piano tattico predisposto a questo fine, circondarono il grosso delle forze nemiche che si erano concentrate attorno al cassero di Porta Lame. La rapidità dell'attacco simultaneo non consentì alcuna reazione ordinata da parte delle truppe tedesche. Al termine dello scontro il bilancio dei caduti sarebbe stato di 11 morti tra le file repubblicane, 2 tedeschi, di 13 appartenenti alle formazioni partigiane e 1 civile.

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Photo credit G.dallorto (Self-published work by G.dallorto) [Attribution], via Wikimedia Commons



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