domenica 24 settembre 2017

Il progresso



"Il terreno su cui poggiano le nostre prospettive di vita è notoriamente instabile, come sono instabili i nostri posti di lavoro e le società che li offrono, i nostri partner e le nostre reti di amicizie, la posizione di cui godiamo nella società in generale e l'autostima e la fiducia in noi stessi che ne conseguono. Il "progresso", un tempo la manifestazione più estrema dell'ottimismo radicale e promessa di felicità universalmente condivisa e duratura, si è spostato all'altra estremità dell'asse delle aspettative, connotata da distopia e fatalismo: adesso "progresso" sta ad indicare la minaccia di un cambiamento inesorabile e ineludibile che invece di promettere pace e sollievo non preannuncia altro che crisi e affanni continui, senza un attimo di tregua. Il progresso è diventato una sorta di "gioco delle sedie" senza fine e senza sosta, in cui un momento di distrazione si traduce in sconfitta irreversibile ed esclusione irrevocabile. Invece di grandi aspettative di sogni d'oro, il "progresso" evoca un'insonnia piena di incubi di "essere lasciati indietro", di perdere il treno, o di cadere dal finestrino di un veicolo che accelera in fretta."

Zygmunt Bauman

Tratto da Modus vivendi, Laterza, 2008


2 commenti:

  1. Certo, il progresso è stato, per molto, un falso progresso, e ciò che vi veniva propagandato per buono, nuovo, bene, in realtà era il suo contrario. Lo sfruttamento della natura, per esempio, per nulla illimitata, è stato un falso mito del progresso, tra le parole più false e negative ci siano. Io sono di sinistra, e rigetto in pieno questa parola.

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  2. Parole verissime, purtroppo non si riesce a cambiare rotta a questa forma di progresso - regresso.

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