mercoledì 31 maggio 2017

Scoprire la verità!



"La verità non si insegna; bisogna scoprirla, conquistarla. Pensare, farsi una coscienza. Non cercare uno che pensi per voi, che vi insegni come dovete essere liberi. Qui si vedono gli effetti: dagli effetti risalire alle cause, individuare il male. Strapparsi dalla massa, dal pensiero collettivo, come una pietra dall'acciottolato, ritrovare in se stessi l'individuo, la coscienza personale. Impostare il problema morale. Domani, appena toccherete col piede la vostra terra troverete uno che vi insegnerà la verità, poi un secondo che vorrà insegnarvela, poi un quarto, un quinto che vorranno tutti insegnarvi la verità in termini diversi, spesso contrastanti. Bisogna prepararsi qui, "liberarsi" qui in prigiionia, per non rimanere prigionieri del primo che v'aspetta alla stazione, o del secondo o del terzo. Ma passare ogni parola loro al vaglio della propria coscienza e, dalle individuate falsità d'ognuno, scoprire la verità."

Giovannino Guareschi


Un meteorite esplode nei cieli del Nord Italia



Ieri sera intorno alle ore 23.10, un forte boato è stato avvertito nelle zone orientali del Nord Italia, tra l'Emilia e il Veneto. Il forte rumore ha fatto pensare immediatamente a un terremoto, ma non è stata una scossa sismica, bensì l'esplosione di una meteora in atmosfera.

Le primissime segnalazioni sono arrivate pochi minuti dopo l'evento astronomico su Twitter e Facebook, il bolide luminoso è stato avvistato anche in città come Venezia, Vicenza, Verona, Genova, La Spezia, Firenze e Ancona.


Al momento non si segnalano danni, ma la situazione sarà più chiara nelle prossime ore. 


martedì 30 maggio 2017

Vi segnalo (notizie dal web)


Oggi vi consiglio:

Santi e parole tratto da I diari dello scooter

Si parla di lavoro e della visita del Papa a Genova.


Una pellicola che fa riflettere.


Un libro da leggere!






Vi ricordo la pagina ufficiale Facebook di questo blog


Vi prego di far girare e conoscere questa pagina. Grazie a tutti del vostro sostegno.
Posted by web sul blog on Domenica 12 aprile 2015

Citazione del giorno


"Una volta anche solo il fatto di andare a piedi, di salutarsi, di sentirsi parte di una società, aiutava a essere più umani."

Alberto Sordi 


lunedì 29 maggio 2017

Il nido di Giovanni Pascoli


Il nido

Dal selvaggio rosaio scheletrito
penzola un nido. Come, a primavera,
ne prorompeva empiendo la riviera
il cinguettio del garrulo convito!

Or v'è sola una piuma, che all'invito
del vento esita, palpita leggiera;
qual sogno antico in anima severa,
fuggente sempre e non ancor fuggito:

e già l'occhio dal cielo ora si toglie;
dal cielo dove un ultimo concento
salì raggiando e dileguò nell'aria;

e si figge alla terra, in cui le foglie
putride stanno, mentre a onde il vento
piange nella campagna solitaria.

Giovanni Pascoli


Sardegna

kieferphoto - Sardinien from Kieferphoto on Vimeo.

Photo e video credit Kieferphoto caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Formia

Formia in Italy - Aerial Filming - Drone Special from Adventure Dog Productions on Vimeo.

Photo e video credit Adventure Dog Productions caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Il nostro tempo è limitato...



"Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario."

Steve Jobs


29 maggio 1985 – Strage dell'Heysel: A Bruxelles, Belgio, 39 persone muoiono e centinaia rimangono ferite durante gli scontri scoppiati nella finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La strage dell'Heysel (pron. [ˈɦɛizəl]; nl. Heizeldrama) fu una tragedia avvenuta il 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600.

Ai molti tifosi italiani, buona parte dei quali proveniva da club organizzati, fu assegnata la tribuna delle curve M-N-O, che si trovava nella curva opposta a quella riservata ai tifosi inglesi; molti altri tifosi organizzatisi autonomamente, anche nell'acquisto dei biglietti, si trovavano invece nella tribuna Z, separata da due basse reti metalliche dalla curva dei tifosi del Liverpool, ai quali si unirono anche tifosi del Chelsea, i cosiddetti Headhunters ("cacciatori di teste") noti per la loro violenza.

Circa un'ora prima della partita (ore 19:20; l'inizio della partita era previsto alle 20:15) i tifosi inglesi più accesi — i cosiddetti hooligan — cominciarono a spingersi verso il settore Z a ondate, cercando il take an end ("prendi la curva") e sfondando le reti divisorie: memori degli incidenti della finale di Roma di un anno prima, si aspettavano forse una reazione altrettanto violenta da parte dei tifosi juventini, reazione che non sarebbe mai potuta esserci, dato che la tifoseria organizzata bianconera era situata nella curva opposta (settori M - N - O). Gli inglesi sostennero di aver caricato più volte a scopo intimidatorio, ma i semplici spettatori, juventini e non, impauriti, anche per il mancato intervento e per l'assoluta impreparazione delle forze dell'ordine belghe, che ingenuamente ostacolavano la fuga degli italiani verso il campo manganellandoli, furono costretti ad arretrare, ammassandosi contro il muro opposto al settore della curva occupato dai sostenitori del Liverpool.

Nella grande ressa che venne a crearsi, alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare gli ostacoli ed entrare nel settore adiacente, altri ancora si ferirono contro le recinzioni. Il muro ad un certo punto crollò per il troppo peso, moltissime persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e uccise nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Dall'altra parte dello stadio i tifosi juventini del settore N e tutti gli altri sportivi accorsi allo stadio sentirono le voci dello speaker e dei capitani delle due squadre che invitavano alla calma, senza tuttavia capire quello che stava realmente accadendo. Un battaglione mobile della polizia belga, di stanza a un chilometro dallo stadio, giunse finalmente dopo più di mezz'ora per ristabilire l'ordine, trovando il campo e gli spalti nel caos più totale, invasi da frange inferocite di tifoseria bianconera.

Gli scampati alla tragedia si rivolsero ai giornalisti in tribuna stampa perché telefonassero in Italia, per rassicurare i familiari. I morti furono 39, dei quali 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese. Oltre 600 i feriti. La diretta televisiva dell'incontro in Italia, su Rai Due, si aprì con il video volontariamente oscurato, mentre il costernato commentatore Bruno Pizzul tentava di attribuire l'imprevisto a cause tecniche; tuttavia il TG1 nel giro di pochi minuti iniziò a riportare le immagini degli incidenti e degli spettatori che cadevano a frotte nella scalinata, cosicché i telespettatori in attesa poterono comunque apprendere della tragedia in atto.

Dopo quasi un'ora e mezzo di rinvio, alle 21.40 le due squadre entrarono in campo. Si decise di giocare ugualmente la partita, poi vinta dalla Juventus. La decisione fu presa dalle forze dell'ordine belghe e dai dirigenti UEFA, per evitare ulteriori tensioni, nonostante l'iniziale richiesta della società torinese di non disputarlo. Il commentatore italiano Pizzul accolse con disappunto la decisione di disputare comunque l'incontro, promettendo al pubblico di commentarlo «in tono il più neutro [...] impersonale [...] e asettico possibile». La televisione tedesca si rifiutò di trasmettere la partita, mentre quella austriaca, pur non interrompendo la diretta, sospese la telecronaca, mettendo in sovrimpressione una scritta che recitava: «questa che andiamo a trasmettere non è una manifestazione sportiva».

Alcuni giocatori della Juventus, tra cui Michel Platini, autore della rete decisiva, furono molto criticati da alcuni mass media italiani per essersi lasciati andare a esultanze eccessive vista la gravità degli eventi, ma la gioia durò poco: infatti lo stesso Platini il giorno dopo, quando tutti erano venuti a conoscenza della morte di 39 persone, dichiarò che di fronte a una tragedia di quel genere i festeggiamenti sportivi passavano in secondo piano. Anche Giampiero Boniperti, presidente bianconero, affermò che di fronte a quella situazione non era il caso di festeggiare la vittoria, mentre il sindaco di Torino Giorgio Cardetti censurò l'esultanza nelle strade di alcune frange di sostenitori.

Nel 1995, in occasione del decimo anniversario della strage, Platini affermò che i giocatori erano a conoscenza solo parzialmente dell'accaduto e che i festeggiamenti per la vittoria insieme alla tifoseria juventina presente nel settore M dello stadio, quasi ignara della vera situazione, fosse soltanto un gesto spontaneo; dieci anni dopo, Zbigniew Boniek dichiarò che non avrebbe voluto giocare quella finale, non ritirando per questo il premio partita per la vittoria, mentre Marco Tardelli si scusò pubblicamente per quei festeggiamenti.

Continua la lettura su Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



domenica 28 maggio 2017

Proverbio del giorno


Il miglior momento per piantare un albero era vent'anni fa; il secondo miglior momento è ora.

Proverbio cinese


venerdì 26 maggio 2017

Matera Senza Tempo

Matera Senza Tempo from Italia Senza Tempo on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Almería

HOME: Almería Landscapes from Edu Hernández de Haro on Vimeo.

Photo e video credit Edu Hernández de Haro caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Non sarà possibile eseguire distribuzioni Linux all'interno di Windows 10S



Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Giovedì 25 maggio 2017

Tre giorni fa si è venuto a sapere che Microsoft ha annunciato ufficialmente che la nuova funzionalità che permette l'esecuzione di distribuzioni Linux all'interno di Windows 10 come se fossero delle applicazioni qualsiasi non sarà disponibile su Windows 10S, versione semplificata del sistema operativo, a causa dei probabili rischi di sicurezza per l'utente; ciò conferma, dunque, la linea intrapresa, che vuole impedire sulla predetta versione la modifica dei file e dei registri di sistema. La limitazione non coinvolgerà le altre versioni di Windows 10, che potranno dunque eseguire le distribuzioni Linux direttamente dentro Windows scaricandole dal Windows Store, installandole ed eseguendole.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 

Autori: vari

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.5 Generic License.

Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 



Pollice su e giù della settimana


Una penna-stampante 3D con le staminali contro l'osteoartrite tratto da Ansa






Attentato al concerto di Ariana Grande, 22 morti e 59 feriti tratto da MelodicaMente







giovedì 25 maggio 2017

Discorso all'umanità



"Mi dispiace, ma io non voglio fare l'Imperatore: non è il mio mestiere; non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro. In questo mondo c'è posto per tutti. La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca fra le cose più abbiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l'avidità ci ha resi duri e cattivi; pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti; la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico: non disperate! L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e, qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un'anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie: siete uomini!
Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto: "Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo". Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera; di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore! Che dia a tutti gli uomini lavoro; ai giovani un futuro; ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere; eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia, siate tutti uniti!
Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia. Guarda in alto, Hannah! Le nuvole si diradano: comincia a splendere il Sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità, verso la luce e vivremo in un mondo nuovo. Un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto, Hannah! L'animo umano troverà le sue ali, e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Hannah, lassù."

Tratto dal film "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin.


mercoledì 24 maggio 2017

Vi consiglio di leggere questo post!

Francesco ha scritto dei versi sulla strage di Manchester che devono far riflettere.

Link diretto: http://arpaeolica.blogspot.it/2017/05/manchester-ore-2230.html

 


Na santarella: recensione teatrale


Na santarella
è una commedia scritta da Eduardo Scarpetta nel 1889 e rappresentata per la prima volta il 15 maggio dello stesso anno al Teatro Sannazaro di Napoli.

Trama

Felice Sciosciammocca ha una doppia vita: di giorno, suona musiche sacre come organista del convento delle Rondinelle e insegna musica alle educande, di notte, invece, di nascosto delle monache, si reca a Napoli dove, sotto la falsa identità di "Arturo Maletti", è conosciuto come autore di operette, di cui una dal titolo "La figlia dell'imperatore". Il suo segreto viene però scoperto da un'educanda sbarazzina, Nannina, detta santarella, per il fatto che ostenta con tutti, specie con la superiora, Donna Rachele, un comportamento ingenuo e innocente.

A dare il via all'azione drammatica è la decisione dello zio di Nannina di darla in sposa al tenente Eugenio Poretti, ufficiale di cavalleria. Di questa decisione l'educanda viene tenuta all'oscuro dicendole che dovrà recarsi a Roma con Felice Sciosciammocca, che dovrebbe accompagnarla, appunto a sua insaputa, dal futuro sposo. Ma Santarella, appassionata dell'operetta di Sciosciammocca, che conosce a memoria, lo ricatta minacciando che se non la condurrà al Teatro del Fondo, dove è messa in scena "La figlia dell'imperatore", rivelerà alle monache la sua attività licenziosa di autore di operette.

La prima donna dello spettacolo, Cesira, ingelosita dalla presenza della ragazza, che crede amante di Felice, abbandona la scena per essere sostituita da Nannina, di cui Eugenio Poretti casualmente si innamora, ignaro che ella sia la ragazza che le è stata promessa in sposa.

Inevitabile la conclusione finale: lo spettacolo avrà un gran successo e i due giovani si sposeranno felicemente.

Analisi della commedia

Con questa commedia Scarpetta raggiunse un grandissimo successo di pubblico e di cassetta, tanto che con i proventi fece costruire una villa al Vomero che chiamò La santarella tanto famosa che lo stesso Comune di Napoli chiamò la strada che portava alla villa Viale Santarella, nome che rimase nell'uso anche dopo che l'intitolazione della strada fu cambiata. In riconoscenza per i lauti guadagni realizzati Scarpetta fece innalzare nell'ingresso del palazzo che aveva al centro di Napoli, tre statue raffiguranti i personaggi principali della commedia.

L'opera deriva dall'operetta di Meilhac e Millaud Mam'zelle Nitouche di cui Scarpetta, come racconta nell'autobiografia Cinquant'anni di palcoscenico, conservò la trama ma cambiò completamente l'ambientazione e le caratterizzazioni dei personaggi, tolse tutto il terzo atto che si svolgeva in una caserma «grazioso nell'operetta ma poco adatto alla scena di prosa, specialmente di un teatro dialettale» e, in più, per dare vivacità comica alla commedia, introdusse tre nuovi personaggi con funzioni di macchiette: il Marchesino Sparice, il cuoco cabalista e il vecchio sagrestano.
Così trasformata la commedia fu rappresentata, con immutabile successo, per centodieci sere consecutive e più di mille furono le recite date in tutt'Italia.

Anche Eduardo ha portato dei cambiamenti alla rappresentazioni sia teatrali che televisive della commedia introducendo al terzo atto due lunghi monologhi di Felice Sciosciammocca che nella commedia originale non compaiono perché non venivano scritti, ma affidati alla recitazione a soggetto degli attori.


Ha aggiunto anche un nuovo personaggio quello di Suor Teresa che sorveglia l'educanda nel colloquio con il giovane tenente, affidandole anche una scena con Michele, il custode del convento.

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Sull'orlo di un precipizio selvaggio di Ady Endre



Sull'orlo di un precipizio selvaggio

Siamo in piedi, rigidi e dimenticati,
sull’orlo di un precipizio selvaggio,
l’uno all’altra attaccati;
né un lamento, lacrima o parola:
per precipitare basta una mossa.

Come legami di carne e sangue
ci proteggono le nostre labbra,
blu e tremanti, ci tengono attaccati.
Finché mi baci non abbiamo parole,
ma dì una parola e cadiamo entrambi.

Ady Endre


Citazione del giorno


"Anche quando il cielo si è stancato di essere azzurro, non chiudere mai l'oblò della speranza."

Bob Dylan


Cinema in lutto, addio a Roger Moore

Sir Roger Moore crop

Si è spento ieri mattina in Svizzera dopo una breve battaglia contro il cancro Roger Moore. Noto come il James Bond più longevo della storia del cinema, con sette film interpretati dopo aver ereditato il ruolo da Sean Connery.

Ripercorriamo la sua carriera, attraverso una biografia pubblicata su Wikipedia.


Sir Roger George Moore, conosciuto come Roger Moore (Londra, 14 ottobre 1927 – Crans-Montana, 23 maggio 2017), è stato un attore britannico, noto per la partecipazione alla serie televisiva Il Santo (1962-1969) e per essere stato il terzo interprete (dopo Sean Connery e George Lazenby) di James Bond. Con un totale di ben sette pellicole, dal 1973 al 1985, è stato l'attore più longevo nei panni dell'agente 007. Inoltre è stato ambasciatore dell'UNICEF.

Figlio di un agente di polizia, negli anni quaranta viene arruolato nell'esercito britannico poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, prestando servizio per un certo periodo nella Germania Ovest, per poi dedicarsi al teatro e in seguito al cinema.

Tra le sue prime apparizioni cinematografiche sono da segnalare i film L'ultima volta che vidi Parigi (1954), Oltre il destino (1955), Il ladro del re (1955) e Diana la cortigiana (1956), dove incomincia a mettersi in evidenza grazie all'eleganza e alla prestanza fisica. Nel (1959) è nel film Vento di tempesta e nel (1961) in Desiderio nel sole e L'oro dei sette santi.

Dopo la serie televisiva Ivanhoe (1958), trasmessa poi in Italia nei primi anni sessanta alla Tv dei ragazzi, a cui seguono The Alaskans e Maverick, è la serie Il Santo, dove interpreta il ladro gentiluomo Simon Templar, ad aprire definitivamente le porte del successo a Roger Moore. La prima serie di questo filone è datata 1962 ed è girata ancora in bianco e nero, mentre la seconda (a colori) prende il via nel 1966. L'attore veste questo ruolo dal 1962 al 1969 e alcuni degli episodi sono stati adattati per il grande schermo.

La carriera televisiva di Roger Moore si arricchisce di un ulteriore successo grazie alla serie Attenti a quei due, telefilm, che nel 1971 lo vede al fianco di Tony Curtis. Questa serie in Italia arriva solo nel 1973 ed è un trionfo.

Nello stesso anno l'attore inglese eredita il ruolo di James Bond, l'agente segreto precedentemente portato al successo dallo scozzese Sean Connery. I produttori permettono a Moore di adottare qualche modifica rispetto al Bond di Connery, onde evitare le recensioni negative che già avevano colpito il primo sostituto di Connery, George Lazenby. L'esordio di Moore in Agente 007 - Vivi e lascia morire riscuote un successo strepitoso sia di critica sia di incassi. A questo punto la notorietà del personaggio (e anche del suo nuovo interprete) crescono ulteriormente. Roger Moore interpreta nel frattempo altre quattro pellicole della saga, Agente 007 - L'uomo dalla pistola d'oro, La spia che mi amava, Moonraker - Operazione spazio, Solo per i tuoi occhi, ma comincia a essere stanco del personaggio.

Tuttavia viene convinto dai produttori a tornare nei panni di Bond anche nel successivo Octopussy - Operazione piovra (1983), a causa della contemporanea uscita dell'apocrifo Mai dire mai, dove nel ruolo di 007 torna il mostro sacro Sean Connery; il risultato finale vede come trionfatore, anche se di pochi milioni di dollari, Moore. L'ultimo Bond di Moore fu in 007 - Bersaglio mobile (1985), all'età di 58 anni, criticato dallo stesso attore per la sua violenza e in parte rinnegato in quanto si sentiva troppo anziano per la parte. Fino a oggi, Moore è l'interprete che, nella serie ufficiale, ha interpretato più volte il ruolo di 007.

Continua la lettura su Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Questo articolo è pubblicato nei termini della 
GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Photo credit Allan warren (File:Sir Roger Moore Allan Warren.jpg) [CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons


martedì 23 maggio 2017

Comunicazione di servizio


Invito rivolto a tutti gli amici blogger

Vi prego di controllare se siete presenti nel blog roll in basso a destra. Se non trovate il vostro blog, sarò ben lieto d'inserirvi nella lista dei blog amici.
Grazie mille per l'aiuto.



Basta con i fascismi - Giornata antifascista


Comunicato da ANPI

"Un'iniziativa unica nel suo genere che segna un ulteriore e importante passo in avanti della nostra Associazione sul fronte del contrasto giuridico, sociale e culturale ai fascismi". Con queste parole Carlo Smuraglia, Presidente nazionale ANPI, lancia la Giornata antifascista che si svolgerà in tutta Italia sabato 27 maggio. Una iniziativa che intende costruire nel Paese una diffusa coscienza nazionale sul problema dell'intensificarsi del fenomeno e della minaccia neofascista in Italia e nel mondo, dei razzismi, della xenofobia e sulla necessità, quindi, di una piena attuazione dei principi e dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza. In Italia, in particolare, assistiamo a sempre più diffuse manifestazioni di apologia del fascismo, come il recente raduno al Cimitero maggiore di Milano in onore dei repubblichini di Salò, che sembrano non avere adeguate risposte e attenzione da parte delle istituzioni e della politica. Ancora più grave è l'impatto sulle giovani generazioni delle dimostrazioni di forza e odio che imperversano in modo particolarmente preoccupante nel web: su Facebook, secondo l'inchiesta del quindicinale dell'ANPI sono 500 le pagine apologetiche del fascismo e del razzismo.

Per maggiori informazioni:

anpi.it/eventi/contesto/contrasto-al-fascismo


27 Maggio 2017 - Basta con i fascismi from ANPI on Vimeo.

Video credit ANPI caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Proverbio del giorno


Senza umanità non vi è né virtù, né vero coraggio, né gloria durevole.




Manchester, attentato al concerto di Ariana Grande


Articolo da MelodicaMente

Momenti di terrore si sono vissuti ieri sera al concerto di Ariana Grande all’Arena di Manchester: alle 22:35, quando il concerto della pop star americana si era appena concluso e le luci si erano alzate, si è sentita una forte esplosione nell’area delle biglietterie (subito fuori l’uscita) che ha generato panico e terrore portando le circa 20mila persone stipate nel palazzetto a raggiungere di corsa le uscite di sicurezza.

Sin da subito le notizie si sono cominciate a rincorrere: all’inizio si era ipotizzata l’esplosione di un altoparlante ma col passare dei minuti è emersa la tragica verità, ovvero che si era di fronte ad un attentato. Le dinamiche non sono ancora chiare ma al momento gli inquirenti vagliano due piste: la prima porta ad una bomba farcita di chiodi mentre la seconda punta ad un attentatore suicida. L’indagine è al momento affidata alla North West Counter Terrorism Unit con il rinforzo dell’unità antiterrorismo di Scotland Yard. In un primo momento si è parlato di due o più esplosioni, poi ne è stata confermata una sola, individuata appunto nella zona del foyer, subito fuori dall’area degli spalti.

Il bilancio, purtroppo solo parziale, è tragico: si contano al momento 22 morti e 59 feriti. Molte vittime presentano ferite all’altezza delle gambe, probabilmente dovute all’azione di chiodi o pezzi di metallo. Le prime immagini postate sui social mostrano il panico delle persone e il caos generato dall’attentato. Sul posto si trovano decine di mezzi di soccorso a sirene spiegate e si vedono persone sanguinanti portate via dalla zona.  Per tutta la notte i tassisti di Manchester hanno accompagnato gratuitamente chi doveva tornare a casa e Facebook ha attivato il Safety Check per aiutare la comunicazione tra chi era al concerto e i loro familiari a casa.

Continua la lettura su MelodicaMente

Fonte: 
MelodicaMente 

Autore: Stefano Pellone


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia


Articolo tratto interamente da 
MelodicaMente



Chi tace...


"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa.
Altrimenti non è più coraggio, è incoscienza!"

 

Giovanni Falcone





23 maggio 1992 – Un attentato mafioso, passato alla storia con il nome di strage di Capaci, uccide i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e i tre agenti della loro scorta



Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La strage di Capaci fu un attentato messo in atto da Cosa Nostra in Sicilia, il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci nel territorio comunale di Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo.

Nell'attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Gli unici sopravvissuti furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza.

L'uccisione di Falcone venne decisa nel corso di alcune riunioni delle "Commissioni" regionale e provinciale di Cosa Nostra, avvenute tra il settembre-dicembre 1991, e presiedute dal boss Salvatore Riina, nelle quali vennero individuati anche altri obiettivi da colpire. Nello stesso periodo, avvenne anche un'altra riunione nei pressi di Castelvetrano (a cui parteciparono Salvatore Riina, Matteo Messina Denaro, Vincenzo Sinacori, Mariano Agate, Salvatore Biondino e i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano), in cui vennero organizzati gli attentati contro il giudice Falcone, l'allora ministro Claudio Martelli e il presentatore televisivo Maurizio Costanzo.

In seguito alla sentenza della Cassazione che confermava gli ergastoli del Maxiprocesso (30 gennaio 1992), la "Commissione provinciale" di Cosa Nostra decise di dare inizio agli attentati: per queste ragioni, nel febbraio 1992 venne inviato a Roma un gruppo di fuoco, composto da mafiosi di Brancaccio e della provincia di Trapani (Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Vincenzo Sinacori, Lorenzo Tinnirello, Cristofaro Cannella, Francesco Geraci), che avrebbero dovuto uccidere Falcone, Martelli o in alternativa Costanzo, facendo uso di armi da fuoco. Qualche tempo dopo però Riina li richiamò in Sicilia perché voleva che l'attentato a Falcone fosse eseguito sull'isola adoperando l'esplosivo.

Tra aprile e maggio, Salvatore Biondino, Raffaele Ganci e Salvatore Cancemi (rispettivamente capi dei "mandamenti" di San Lorenzo, della Noce e di Porta Nuova) compirono alcuni sopralluoghi presso l'autostrada A29, nella zona di Capaci, per individuare un luogo adatto per la realizzazione dell'attentato e per gli appostamenti. Nello stesso periodo avvennero riunioni organizzative nei pressi di Altofonte (a cui parteciparono Giovanni Brusca, Antonino Gioè, Gioacchino La Barbera, Pietro Rampulla, Santino Di Matteo, Leoluca Bagarella), in cui avvenne il travaso in alcuni bidoni di 200 kg di esplosivo da cava procurati da Giuseppe Agrigento (mafioso di San Cipirello). I bidoni vennero poi portati nella villetta di Antonino Troia (sottocapo della Famiglia di Capaci), dove avvenne un'altra riunione (a cui parteciparono anche Raffaele Ganci, Salvatore Cancemi, Giovan Battista Ferrante, Giovanni Battaglia, Salvatore Biondino, Salvatore Biondo), nel corso della quale avvenne il travaso dell'altra parte di esplosivo (tritolo e T4) procurata da Biondino e da Giuseppe Graviano (capo della Famiglia di Brancaccio).

Negli stessi giorni Brusca, La Barbera, Di Matteo, Ferrante, Troia, Biondino e Rampulla provarono varie volte il funzionamento dei congegni elettrici che erano stati procurati da Rampulla stesso e dovevano servire per l'esplosione. Collocarono inoltre come segnale un elettrodomestico nel punto autostradale concordato e tagliarono i rami degli alberi che impedivano la visuale dell'autostrada. La sera dell'8 maggio Brusca, La Barbera, Gioè, Troia e Rampulla provvidero a sistemare con speciali skateboard i tredici bidoni (caricati in tutto con circa 400 kg di miscela esplosiva) in un cunicolo di drenaggio sotto l'autostrada, nel tratto dello svincolo di Capaci, mentre nelle vicinanze Bagarella, Biondo, Biondino e Battaglia svolgevano le funzioni di sentinelle.

Nella metà di maggio Raffaele Ganci, i figli Domenico e Calogero e il nipote Antonino Galliano si occuparono di controllare i movimenti delle tre Fiat Croma blindate che sostavano sotto casa di Falcone a Palermo per capire quando il giudice sarebbe tornato da Roma. Nessuna verità definitiva fu invece acquisita "in sede processuale sull'identità della fonte che aveva comunicato alla mafia la partenza di Falcone da Roma e l'arrivo a Palermo per l'ora stabilita".

Il 23 maggio Domenico Ganci avvertì telefonicamente prima Ferrante e poi La Barbera che le Fiat Croma erano partite per andare a prendere Falcone. Ferrante e Biondo (che erano appostati in auto nei pressi dell'aeroporto Punta Raisi) videro poi uscire il corteo delle blindate dall'aeroporto ed avvertirono a loro volta La Barbera che il giudice Falcone era effettivamente arrivato. La Barbera allora si spostò con la sua auto in una stradina parallela alla corsia dell'autostrada A29 e seguì il corteo blindato, restando in contatto telefonico per 3-4 minuti con Gioè, che era appostato con Brusca sulle colline sopra Capaci adiacenti al punto autostradale concordato. Alla vista del corteo delle blindate, Brusca attivò il telecomando che causò l'esplosione. La prima blindata del corteo, la Croma marrone, venne investita in pieno dall'esplosione e sbalzata dal manto stradale in un giardino di olivi a più di cento metri di distanza, uccidendo sul colpo gli agenti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, che furono orrendamente mutilati dall'impatto. La seconda auto, la Croma bianca guidata da Falcone, si schiantò contro il muro di cemento e i detriti improvvisamente innalzatisi per via dello scoppio, proiettando violentemente Falcone e la moglie, che non indossavano le cinture di sicurezza, contro il parabrezza. Rimasero gravemente feriti invece altri quattro componenti del gruppo al seguito del magistrato: l'autista giudiziario Giuseppe Costanza (seduto nei sedili posteriori della Fiat Croma bianca guidata dal giudice) e gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo, che sedevano nella Croma azzurra, la terza blindata del corteo.

La strage di Capaci, festeggiata dai mafiosi nel carcere dell'Ucciardone, provocò una reazione di sdegno nell'opinione pubblica. Secondo le testimonianze dei collaboratori di giustizia, l'attentato di Capaci fu eseguito per danneggiare il senatore Giulio Andreotti: infatti la strage avvenne nei giorni in cui il Parlamento era riunito in seduta comune per l'elezione del presidente della Repubblica ed Andreotti era considerato uno dei candidati più accreditati per la carica ma l'attentato orientò la scelta dei parlamentari verso Oscar Luigi Scalfaro, che venne eletto il 25 maggio, ovvero due giorni dopo la strage.

Continua la lettura su Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



lunedì 22 maggio 2017

Morto il motociclista statunitense Nicky Hayden


Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Lunedì 22 maggio 2017

Dopo cinque giorni in terapia intensiva, il pilota statunitense Nicky Hayden è morto nella giornata di oggi a 36 anni all'Ospedale Bufalini di Cesena. Hayden era stato trasportato in ospedale in condizioni gravissime il 17 maggio scorso dopo essere stato investito da un'automobile mentre si allenava in bicicletta.

Hayden, campione del mondo MotoGP nel 2006, era impegnato nel Campionato mondiale Superbike. La procura di Rimini ha aperto un'inchiesta per capire l'esatta dinamica dell'incidente e per accertare le colpe delle parti coinvolte nell'incidente.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 

Autori: vari

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.5 Generic License.

Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 



La Svizzera dice addio al nucleare

Dulliken vido al la atomcentralo Gösgen 124

Articolo da Ambientebio

Vince il referendum contro l’energia nucleare. Il 58,2 dei cittadini ha votato per la chiusura delle centrali e per la promozione di fonti rinnovabili. Gli impianti saranno chiusi tra 20-30 anni. 

Dopo la Germania, anche la Svizzera dice addio all’energia nucleare. Un referendum ha sancito l’abbandono graduale del nucleare e il sostegno alle rinnovabili. Il sì ha vinto con il 58,2% dei voti favorevoli. Secondo il testo di legge la chiusura delle centrali dovrebbe avvenire tra 20-30 anni.

Energia nucleare: il referendum che cambia tutto

Oggi in Svizzera il 35% del consumo di energia nelle case è legato alle centrali nucleari. Troppo secondo la maggioranza dei cittadini che sono stati invitati a pronunciarsi sulla “Strategia energetica 2050”. Si tratta di un primo pacchetto di misure che ha tre scopi principali: ridurre il consumo di energia, aumentare l’efficienza energetica, e attuare politiche di promozione delle rinnovabili, a discapito dell’energia nucleare. Il governo è a lavoro sul programma dal 2011, l’anno della catastrofe di Fukushima.

Stop all’energia nucleare: i numeri

Il pacchetto anti energia nucleare prevede un esborso di 480 milioni di franchi che saranno prelevati dagli utenti della rete elettrica per finanziare una crescita nelle fonti di rinnovabili (eolico, solare ed idroelettrico). Il Sole24 ore svela poi che altri 450 milioni di franchi saranno ottenuti da un’altra tassa sui combustibili fossili già in vigore. L’obiettivo è quello di ridurre del 43% il consumo di energia nelle case. Se tutto andrà secondo i piani, la percentuale sarà raggiunta entro il 2035.

Continua la lettura su Ambientebio


Fonte: Ambientebio

Autore: 
Carmen Guarino


  
Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da Ambientebio


Photo credit Dietrich Michael Weidmann (Own work) [GFDL or CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons



Avviso sui commenti



Voglio specificare con questo post alcune cose sui commenti e la loro pubblicazione in questo blog:

1. I commenti con link attivo sono eliminati per ragioni di spam.

2. Non saranno pubblicati commenti con pubblicità verso aziende e altre società.


3. I commenti diffamatori e intolleranti non sono graditi.

4. La responsabilità di un commento è sempre e solo del suo autore.

5. I commenti in questo blog sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Anche se va contro i miei principi etici di libertà, devo preservare il rispetto verso le terze persone.


6. Ognuno può lasciare il proprio pensiero, ma il rispetto viene prima di tutto.

7. Questo blog non ama il gossip e non gli interessano fatti privati e personali, che devono rimanere tali. Quindi i commenti inerenti saranno cestinati.



Questo blog segue la Blogtiquette in rete, dunque vi prego di leggerla e rispettarla.

Istruzione, Italia maglia nera d’Europa



Articolo da Sbilanciamoci.info 

Nel 2014 la spesa per l’istruzione è scesa al 4,1% del Pil, di fronte a una media europea del 5,3%. E il 70% dei nostri adulti non raggiunge un livello minimo e indispensabile di alfabetizzazione. Il Rapporto sullo Stato sociale 2017

La grande crisi esplosa tra il 2007 e il 2008 sarebbe una vera e propria “stagnazione secolare”.

A sostenerlo è il Rapporto sullo stato sociale 2017, curato dalla Facoltà di Economia della Sapienza di Roma. La formula, coniata per la prima volta nel 1938 dal celebre economista Alvin Hansen per descrivere gli effetti della “grande depressione” degli anni ’30, sarebbe ora più che mai attuale. Secondo i curatori del rapporto, l’attuale recessione presenterebbe molte analogie con quella che scaturì in seguito al crac di Wall Street del 1929: l’alto tasso di risparmio, i bassi investimenti e il conseguente declino dei tassi di interesse. Tutte condizioni che spingono in basso la domanda, “deprimendola a livelli incompatibili con la crescita”, e vanificano l’effetto di politiche monetarie espansive. Come rilanciare quindi le nostre economie? Il Documento è chiaro: solo con l’ampliamento delle politiche pubbliche, il rilancio del welfare e il potenziamento degli investimenti pubblici possiamo tornare a crescere e tirare un sospiro di sollievo.

E qui cominciano le critiche all’Unione Europea: secondo i curatori dello studio, le politiche sociali comunitarie riflettono “l’inadeguatezza della visione economico – sociale che ha guidato la sua costruzione”. In particolare il contenimento dei bilanci pubblici e la mancanza di investimenti e di piani industriali – in poche parole le politiche di austerity – sono la causa delle scarse performance economiche del Vecchio continente, e non la soluzione. Il veleno scambiato per l’antidoto. Un problema non solo europeo, ma sopratutto italiano, visto che lo studio sottolinea come “la polarizzazione delle condizioni nazionali che ha accompagnato le politiche economiche e sociali affermatesi nell’Unione europea vede l’Italia tra chi ha peggiorato la propria condizione relativa”. Un mix letale che ha portato il nostro Paese nelle condizioni in cui tutti conosciamo.

La Sapienza sottolinea innanzitutto come l’Italia si conferma maglia nera d’Europa per quanto riguarda la spesa per l’istruzione, tra le più basse dell’Unione, e in calo costante: nel 2014 è scesa al 4,1% del Pil rispetto al 4,4, del 2010, di fronte a una media europea del 5,3%. Nel Belpaese si spendono 9300 euro per studente, contro gli 11 mila della Francia, gli 11.500 della Germania e i 14 mila di Austria, Regno Unito e Svezia. Preoccupante anche il tasso di alfabetizzazione dei nostri adulti: secondo il paper, il 70% di questi non raggiunge un livello “minimo e indispensabile per un positivo inserimento nelle dinamiche sociali ed economiche”. L’insieme dei dati non rende sorprendente che la popolazione italiana tra i 30 e i 34 anni abbia un livello di istruzione molto sotto la media Ue: solo il 25% ha una laurea, contro il 38,7% della media europea e della soglia del 40% raggiunta dai Paesi membri fondatori, valori che nelle regioni del Mezzogiorno raggiungono il 20%. Un altro aspetto negativo del sistema d’istruzione italiano è il sistema universitario, molto più ristretto rispetto agli altri Paesi europei: nella media Ue ci sono 4,9 istituzioni universitarie per milioni d’abitanti: in Francia sono 5,6, mentre in Germania 3,9; l’Italia è all’ultimo posto con 1,5%. Il primato aspetta invece alle tasse universitarie, pari a un quarto della spesa totale, contro una media europea del 14% dei Pesi europei del 21% dei Paesi Ocse.

Per quanto riguarda la spesa sociale, l’Italia spende il 28,8% rispetto al Pil, una tendenza di poco superiore rispetto alla media europea (28%) Ma la spesa pro capite è in calo e sotto la media: se al dato Eu15 diamo un valore pari a 100, il nostro è sceso di 10 punti nell’arco di 14 anni, da 84 del 2000 a 74 del 2014. I Paesi che spendono di più sono Francia e Danimarca (32,2%), quello che spende meno l’Irlanda (19,3%). Le voci di spesa però sono disomogenee e variano da Paese in Paese: l’Italia registra un record nella spesa pensionistica (18,5% contro 14,7% dell’Ue) e nella spesa per anziani (vicina al 50% insieme a Grecia, Portogallo, Lettonia, Polonia e Romania).

Continua la lettura su Sbilanciamoci.info


Autore: 
Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.


Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info