mercoledì 22 febbraio 2017

Greenpeace: il governo giapponese vuole ripopolare un villaggio vicino alla centrale nucleare di Fukushima

Towns evacuated around Fukushima on April 11th, 2011

Articolo da Greenreport.it 

Secondo Greenpeace, «Ad un anno dalla cessazione delle compensazioni economiche ai cittadini evacuati, il governo giapponese ritirerà – non più tardi del 31 marzo prossimo – l’ordine di evacuazione per 6 mila cittadini da Iitate, villaggio che si trova a nord ovest dei reattori distrutti della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, nonché uno dei siti più pesantemente contaminati dal disastro nucleare del 2011. La prefettura di Iitate ha un territorio di 200 chilometri quadrati, il 75 per cento dei quali costituito da foreste montane. I livelli di radiazione rilevati nelle foreste – parte integrante della vita dei residenti fino a prima dell’incidente nucleare – sono paragonabili ai livelli attuali all’interno della zona di esclusione di 30 km a Cernobyl, una zona che più di 30 anni dopo l’incidente rimane ancora interdetta alla popolazione».

Gli ambientalisti sottolineano che dalla recente indagine “No Return to Normal: The Fukushima Daiichi Nuclear Disaster”, condotta da Greenpeace Giappone è emerso che «i livelli di radioattività riscontrati nelle case di Iitate sono ben al di sopra degli obiettivi a lungo termine prefissati dal governo nipponico, con i livelli di esposizione annuali che, estesi. nel corso della vita delle persone, presenterebbero un rischio superiore alle norme per i cittadini che torneranno nell’area».

Nel loro rapporti, gli ambientalisti evidenziano che «Gli sforzi di decontaminazione del governo giapponese si sono concentrati nelle aree immediatamente attorno alle case, ai campi agricoli e in strisce di 20 metri lungo le strade pubbliche. Questa decontaminazione ha già generato milioni di tonnellate di rifiuti nucleari, che ora si trovano in migliaia di siti sparsi in tutta la Prefettura, ma non ha comunque ridotto il livello di radioattività a livelli di sicurezza. Per le persone che devono prendere una decisione per il ritorno, una domanda fondamentale che le autorità giapponesi continuano ad ignorare è a quale dose di radiazioni saranno esposti, non in un anno, ma nel corso di decenni, e cioè nel corso della loro vita».


Greenpeace Giappone ha cercato di rispondere a questa domanda inviando un team di radioprotezione nell’area sin dalla fine del marzo 2011, quando ha chiesto per prima la sua evacuazione.  I tecnici dell’associazione ambientalista spiegano che «Nell’ultima campagna di misure condotta nel mese di novembre 2016, l’obiettivo era quello di effettuare migliaia di misure di radioattività nelle zone di Itate ricomprese nell’Area 2, il settore che vedrà cancellato il suo ordine di evacuazione a fine marzo 2017, secondo quanto stabilito dal governo giapponese. Oltre ai dati misurati, che hanno fornito una media ponderata per le zone, il lavoro di indagine ha riguardato anche il campionamento del suolo con l’analisi in un laboratorio di Tokyo, la misurazione degli “hot spots” (i cosiddetti “punti caldi” ) di contaminazione radioattiva e il recupero dei dosimetri che erano stati installati in due case nel febbraio del 2016. La media ponderata per l’esposizione a radiazioni nelle le case oggetto dell’indagine indicano chiaramente un rischio elevato per i cittadini che dovranno tornare a Iitate. L’intervallo misurato per le dosi è stato tra 39 mSv e 183 mSv per tutta la vita 70 anni da un periodo a partire dal marzo 2017. Questo non include la dose di esposizione alle radiazioni naturali attesi nel corso della vita, né include le dosi interne ed esterne ricevute nei giorni, settimane e – nel caso di Iitate che non fu immediatamente evacuata – parecchi mesi dopo l’incidente nucleare del marzo 2011».

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Fonte: Greenreport.it


Autore: redazione Greenreport


Licenza: Copyleft 



Articolo tratto interamente da Greenreport.it 


Photo credit Mayhew derivative work: derived from original work by User: Lincun [CC BY-SA 3.0 or GFDL], via Wikimedia Commons


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