venerdì 30 settembre 2016

C'è tanta gente infelice...


"C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso…
Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale..."

Tratto dal film Into the Wild – Nelle terre selvagge

Post originale pubblicato il 30 luglio 2012


Scoperti sei vulcani sottomarini nel Golfo di Napoli



Articolo da Grande Napoli

Secondo una recente scoperta, nel Golfo di Napoli sono sommersi ben sei vulcani di antica origine, che sorgono a soli 3 km dalla costa.

La rivista scientifica americana Geophysical Reserch Letter ha pubblicato questo mese una preoccupante scoperta che riguarda da vicino la nostra città. Secondo il team di ricercatori, infatti, oltre a Vesuvio, Campi flegrei e Marsili ci sarebbero altri sei vulcani nel tratto compreso tra  Ercolano e Torre Annunziata, a soli 3 chilometri dalla costa.

Lo studio, intitolato “Somma-Vesuvio volcano revealed by magnetic and seismic data” (V.Paoletti, S.Passaro, M.Fedi, C.Marino, S.Tamburrino, G.Ventura), illustra in modo allarmistico l’attività potenzialmente sismica dei vulcani sommersi tra le acque del golfo. Tale ricerca, alla quale ha preso parte anche il Dipartimento di scienze della terra (Distar) della Federico II di Napoli, è stata commentata da uno dei suoi autori, Guido Ventura, che scrive «Abbiamo rilevato nuovi punti di emissioni di anidride carbonica nel Golfo di Napoli, cosa abbastanza comune in aree geotermali e vulcaniche. E qui abbiamo scoperto sei strutture vulcaniche (coni e duomi) finora sconosciute, con un diametro di 800 metri. Inoltre sono state identificate delle colate laviche medioevali che si sono riversate in mare in età prevalentemente medioevale».

Di questi sei vulcani, tre (contrassegnati con le sigle V1-V2-V3) risalgono a più di 19 mila anni fa, dunque all’età preistorica, mentre il vulcano V5, più vicino alla costa di Torre Annunziata, ha un’età geologica più giovane. Infine, il V6, che che sorge davanti al litorale di Ercolano, avrebbe eruttato in età molto più recenti, cioè dopo il 1631 d.C., ed il magma sarebbe risalito durante le eruzioni del 1794 e del 1861.

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Fonte: Grande Napoli

Autore: 
Giulia Verruti

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Articolo tratto interamente da 
GrandeNapoli.it


Pensioni: un accordo dalla parte delle banche



Articolo da Il sindacato è un'altra cosa

È diffusissima la consapevolezza di milioni di lavoratori e giovani di vivere nel paese nel quale vige il peggior sistema previdenziale d’Europa.
La pensione dignitosa ormai già da tempo non è più un diritto, eppure non è questo il tema affrontato al tavolo col governo che dopo 4 mesi ha partorito un verbale di incontro. Dopo controriforme che hanno, una dietro l’altra, innalzato l’età pensionistica, si usa la disperazione di lavoratori sempre più anziani e sempre più stanchi per spingerli ad indebitarsi e poter lasciare il posto di lavoro. Quanti poi saranno i lavoratori che cederanno a questo imbroglio sarà tutto da vedere.
Nel verbale di intesa sottoscritto da Cgil Cisl Uil col governo sulle questioni previdenziali si concorda che la strada sia quella di consentire l’anticipazione dell’accesso alla pensione di 3 anni e 7 mesi mediante un mutuo ventennale con tassi di interesse che potrebbero arrivare a decurtare le pensioni anche del 20-25% nel trienno.
E siccome non è scontato che un pensionato riesca a vivere tanto a lungo per poter ripagare tutto il mutuo sarà necessario stipulare un’assicurazione contestuale. Un vero e proprio salasso per chi vorrà utilizzare questa possibilità e affari d’oro per il sistema creditizio nel suo complesso. Non è casuale che la signora Fornero abbia mostrato di apprezzare queste misure di Renzi, Poletti e compagnia. Confindustria, ovviamente, applaude.
Sulle presunte novità positive tanta propaganda e poco o nulla di reale e, soprattutto, di generalizzato. I lavoratori precoci potranno andare in pensione dopo 41 anni di lavoro anche senza aver compiuto 62 anni, però dovranno essere disoccupati e senza ammortizzatori sociali o avere gravi malattie o disabilità. Va ricordato che dal 1 gennaio del 2017 non sarà più possibile utilizzare la legge sulla mobilità, ammortizzatore che in questi anni aveva regolarmente accompagnato le ristrutturazioni e che spesso veniva utilizzata per accompagnare questo tipo di lavoratori alla pensione. Quindi si è trattato semplicemente di riarticolare in peggio quanto già prima c’era.
Sui lavori usuranti ovviamente ci si è dati un nuovo appuntamento per il futuro, ancora una volta non vengono definite le categorie. Neanche queste sono definite, rimaniamo nel campo delle ipotesi. Certo ci diranno che intanto il governo ha assunto l’impegno, ma sono decenni che si succedono governi che prendono impegni.
Davvero poco altro se non il possibile (ma è solo un “obiettivo di consentire la possibilità”) cumulo gratuito dei periodi contributivi e qualche spicciolo di “quattordicesima”, ben al di sotto di quanto preannunciato ad una fascia di pensionati che percepiscono pensioni al di sotto della soglia di povertà. E’ bene ricordare che in Italia ci sono più di 2 milioni di pensionati che percepiscono un assegno inferiore ai 500 euro mensili.
Le risorse previste sono pari a 6 miliardi per i prossimi 3 anni, ma per il 2017 sono solo 1,5 miliardi, esattamente quanto sempre dichiarato dal governo, non un centesimo in più. Un conto, infatti, sono gli impegni presi su un foglio di carta da usare a fini propagandistici alla vigilia del referendum costituzionale da parte del governo, per un futuro per il quale non si sa nemmeno se si resta in carica, altro sono le risorse da destinare subito sulla legge di bilancio per il 2017.
Leggendo il verbale non si può non notare cosa c’è scritto nella premessa del documento “Governo e sindacati concordano sull’obbiettivo di adottare ALCUNE delle misure elencate di seguito, già a partire dalla prossima legge di bilancio.” Dobbiamo indovinare quali saranno quelle che si rimanderanno agli anni successivi?
La cosa più grave di questo documento infine è che con la scusa di ridistribuire più soldi ai pensionati, anticipare la pensione per i più disagiati, si mettono le basi per una nuova accelerazione al processo di distruzione definitiva del sistema pensionistico pubblico e alla privatizzazione delle pensioni.

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Fonte: Il sindacato è un'altra cosa

Autore: Eliana Como

 
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Articolo tratto interamente da Il sindacato è un'altra cosa 



Autunno da Prato Gentile

Autunno da Prato Gentile from Giorgio Paglione on Vimeo.

Photo e video credit Giorgio Paglione caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

New York hyperlapse

NEW YORK HYPER-LAPSE: MOVING THROUGH MANHATTAN from Vadim Tereshchenko on Vimeo.

Photo e video credit Vadim Tereshchenko caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Pollice su e giù della settimana



A Roma arriva la Tac più veloce al mondo, radiazioni ridotte del 90% tratto da Askanews





Roma, "Muraro indagata con un uomo di Mafia Capitale" tratto da RaiNews








Immagine del giorno

https://www.flickr.com/photos/dorlino/7644007796/

Buongiorno Roma

Photo credit Dorli Photography caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons


giovedì 29 settembre 2016

7 italiani su 10 amano il bio



Articolo da Tekneco

Biologico: un settore di successo per l’Italia. Se, da sempre, “essere al verde” è sinonimo di ristrettezze finanziarie, negli ultimi anni, il mondo economico sta ribaltando tale modo di dire.
I dati raccolti nell’Osservatorio SANA-ICE 2016 “Tutti i numeri del Bio” promosso e finanziato da ICE in collaborazione con BolognaFiere e realizzato da Nomisma con il patrocinio di FederBio e AssoBio parlano chiaro: il biologico italiano va a gonfie vele.

Sono in crescita le superfici dedicate ai prodotti biologici (+7,5% rispetto al 2014), gli operatori del settore (+8,2% rispetto al 2014) e le vendite (+15% rispetto al 2014), ma il dato più rilevante è rappresentato dall’export: +408% rispetto al 2008 con un +16% rispetto a un anno fa.
Il 74% delle famiglie italiane nel corso degli ultimi 12 mesi ha acquistato almeno un prodotto alimentare biologico (nel 2015 era il 69%) e, complessivamente, il 3,1% del totale della spesa alimentare è composta da prodotti bio (contro l’1,9 % di tre anni fa).

Chi è il “consumatore bio” tipo? Il 90% dei consumatori compra prodotti bio da 2/3 anni, il 25% li utilizza ogni giorno o quasi, mentre il 43% almeno una volta alla settimana. L’81 dei “bio-consumatori” ha un elevato titolo di studio e, solitamente, un reddito medio-alto (78% vs il 64% nelle famiglie con redditi medio-bassi), mentre il 77% ha figli con età inferiore a 12 anni. Nelle famiglie composte anche da vegetariani o vegani la percentuale di utilizzo di prodotti bio sale all’87% e il tasso di penetrazione di tali beni è molto alto (85%) anche quando uno o più familiari soffrono disturbi o malattie che impongono grande attenzione alla dieta.


Quali sono i prodotti bio maggiormente diffusi? Innanzitutto l’ortofrutta fresca (acquistata almeno una volta dal 74% delle famiglie), seguita da olio extra vergine d’oliva (62%), uova (53%), miele (45%), confetture e marmellate (45%), formaggi freschi (44%), yogurt/burro (41%), riso e pasta (41%). Le ragioni che spingono gli italiani ad acquistare prodotti bio sono legate alla sicurezza alimentare (27%), al rispetto dell’ambiente (20%) e ai maggiori controlli a cui sono sottoposti questi alimenti (14%).

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Fonte: 
Tekneco

Autore: 


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Articolo tratto interamente da 
Tekneco 



Strage di Marzabotto: per non dimenticare



L'eccidio di Monte Sole (più noto come strage di Marzabotto, dal maggiore dei comuni colpiti) fu un insieme di stragi compiute dalle truppe naziste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno che comprendono le pendici di Monte Sole in provincia di Bologna.

La strage di Marzabotto è un crimine contro l'umanità e uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche in Europa occidentale durante la seconda guerra mondiale.

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Video credit dade tux caricato su YouTube - licenza: Creative Commons


Blogroll e aggiornamenti nella bacheca, sembra risolto il problema



Erano mesi che la piattaforma Blogger aveva problemi con gli aggiornamenti del blogroll e delle bacheche. Sembra che da circa tre giorni, il servizio sia ritornato alla normalità e senza problemi. Finalmente i post sono pubblicati in tempo reale nel blogroll e nella bacheca principale.

Questo breve post era doveroso, visto che l'aveva promesso se c'erano novità.




Canzone d'Autunno di Paul Verlaine


Canzone d'Autunno

I lunghi singulti
dei violini
d'autunno
mi lacerano il cuore
d'un languore
monotono.

Pieno d'affanno
e stanco, quando
l'ora batte
io mi rammento
remoti giorni
e piango.

E mi abbandono
al triste vento
che mi trasporta
di qua e di là
simile ad una
foglia morta.

Paul Verlaine

Io ti dico che l’uomo...




"Io ti dico che l’uomo è uomo quando non è testardo. Quando capisce che è venuto il momento di fare marcia indietro, e la fa. Quando riconosce un errore commesso se ne assume le responsabilità, paga le conseguenze, e cerca scuse. Quando riconosce la superiorità di un altro uomo e ce lo dice. Quando amministra e valorizza nella stessa misura tanto il suo coraggio quanto la sua paura."

Eduardo De Filippo

Tratto da Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo

mercoledì 28 settembre 2016

Io voto no!




Video credit Comitato per il NO caricato su YouTube


La Luna si sarebbe formata nel corso di un evento catastrofico


Articolo da OggiScienza

APPROFONDIMENTO – La Luna ha catturato l’attenzione dell’umanità fin dal lontano passato, tanto che alcune suddivisioni del tempo come settimane e mesi hanno la loro origine proprio nello osservazione dei moti lunari. Del resto si tratta del corpo celeste più vicino alla Terra e dell’astro più luminoso dopo il Sole, ma il suo fascino va al di là del chiarore argenteo della sua luce. L’unico satellite naturale della Terra infatti rappresenta un’anomalia nel Sistema Solare di difficile spiegazione e il tentativo di comprendere la sua origine ha prodotto diverse teorie. Nessuna di queste però fino a oggi è riuscita a essere del tutto convincente e in accordo con le osservazioni. Una ricerca condotta da Kun Wang e Stein Jacobsen, geochimici rispettivamente della Washington University e della Harvard University ha però finalmente permesso di fare maggiore luce sulla questione. I risultati pubblicati sulla rivista Nature suggeriscono che la Luna si sarebbe formata nel corso di un evento catastrofico che ha quasi disintegrato il nostro pianeta circa 4,5 miliardi di anni fa e altro non sarebbe che una parte del mantello della proto-Terra vaporizzato dall'impatto.

A un’analisi sommaria del Sistema Solare, la Terra spicca immediatamente, come Saturno con i suoi anelli, per una particolarità molto evidente: la Luna. Il sistema Terra-Luna infatti da lontano appare quasi come un pianeta doppio, cosa molto evidente dalle immagini del nostro pianeta ottenute dalle zone esterne del Sistema Solare. Perché un satellite come la Luna dovrebbe risaltare così tanto? Dopo tutto nel corso degli anni sono stati scoperti centinaia di satelliti nel Sistema Solare – alcuni, come Ganimede e Titano, anche di dimensioni maggiori molto maggiori di quelle lunari.

La particolarità della Luna sta nella posizione nel Sistema Solare e soprattutto nelle sue proporzioni rispetto alla Terra. Di tutte le centinaia di satelliti scoperti solo tre orbitano attorno ai pianeti rocciosi interni, il resto fa parte dei complessi sistemi satellitari dei giganti gassosi. Pensiamo agli altri due satelli interni, Phobos e Deimos, che ruotano attorno a Marte: sono niente più che corpi celesti di qualche km di diametro, nulla di paragonabile alla Luna. Anche la stragrande maggioranza dei satelliti che orbitano attorno ai giganti gassosi è di piccole o piccolissime dimensione. Un numero esiguo però ha dimensioni notevoli, ma tra questi solo quattro hanno massa maggiore di quella lunare. Ciò che li distingue però dalla Luna è il rapporto di massa con il loro pianeta. La massa di Ganimede è infatti quasi 13 000 volte inferiore rispetto a quella di Giove, mentre quella della Luna è solo 81 volte inferiore rispetto a quella terrestre.

Se confrontata con altri satelliti del Sistema Solare, la Luna è troppo grande rispetto al pianeta attorno a cui orbita e ciò rende difficile spiegare la sua origine. I piccoli satelliti di Marte, per esempio, sono asteroidi catturati dal campo gravitazionale del pianeta. Quelli in orbita attorno ai giganti gassosi in parte si sono formati dai dischi di materiale in caduta sui pianeti durante la formazione del Sistema Solare, in parte sono corpi celesti catturati dal campo gravitazionale. In questo scenario non sorprende che il satellite più grande, Ganimede, si sia formato proprio attorno dal disco di accrescimento del pianeta più grande, cioè Giove.


E la Luna? Non potrebbe essere stata catturata anch'essa o essersi formata insieme alla Terra accrescendosi dal materiale che stava cadendo a formare il nostro pianeta? Queste due semplici possibilità della cattura e dell’accrescimento sono state considerate dagli scienziati, tuttavia per le caratteristiche della Luna sono da sempre sembrate poco convincenti.


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Fonte: OggiScienza


Autore: 
Vincenzo Senzatela

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Articolo tratto interamente da
 OggiScienza



Citazione del giorno


"Nessuna cosa ci inganna più del nostro giudizio."

Leonardo da Vinci


martedì 27 settembre 2016

Un film già visto: il ritorno del ponte sullo Stretto di Messina


Articolo da Greenreport.it 

Mentre nell’aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def), ormai prossimo all’approvazione, il governo guidato da Matteo Renzi si affanna a trovare le risorse necessarie per finanziare Casa Italia – il piano contro il rischio sismico annunciato a seguito del terremoto del 24 agosto –, il premier rilancia la costruzione di una “grande opera” nel bel mezzo di una delle aree più sismiche del Paese: il redivivo ponte sullo Stretto di Messina.

A Milano, durante le celebrazioni per i 110 anni del colosso delle costruzioni Salini-Impreglio, Matteo Renzi è tornato così a ribadire come il Ponte sullo Stretto sia un’operazione «utile, crei posti di lavoro e ci metta nelle condizioni di togliere l’isolamento della Calabria e avere la Sicilia più vicina». Tanto utile da poter avventare una stima: la sua realizzazione potrà creare «100mila posti di lavoro».

Con uno slogan d’altri tempi si chiude così l’ennesimo spot del governo Renzi alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Sono altri i tempi della Leopolda, quando (nel 2010) l’allora sindaco di Firenze voleva rottamare chi «preferisce la banda larga al Ponte sullo Stretto». I primi dubbi arrivarono già due anni fa, a ottobre 2014, quando quella del Ponte sembrò una boutade dell’allora ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi. L’anno dopo, a settembre, un’ulteriore rivendicazione arrivò dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano; allora serpeggiavano voci sulla posizione del premier in materia. Dubbi che solo pochi mesi dopo furono fugati dallo stesso presidente del Consiglio: «Il ponte sullo Stretto si farà – disse – diventerà un bellissimo simbolo dell’Italia». Nel marzo di quest’anno un nuovo endorsement (stavolta Matteo Renzi rilancia: «Anche per i treni»), incalzato dall’area popolare che chiede a gran voce di «riprendere l’attività già quest’anno».

A non essere cambiata mai, nel mentre, è la posizione degli ambientalisti. Trasversalmente contraria a un’opera definita «una follia» con annessi «283 milioni di euro di soldi pubblici già buttati al vento». La conclusione non può che essere una: «Perseverare è diabolico».


«Continuare a pensare di realizzare un ponte di oltre 3 km in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo (il terremoto del 1908 di magnitudo 7.1, che rase al suolo Messina e Reggio Calabria, è il più grave registrato in Italia negli ultimi 100 anni) e in una delle zone di maggiore pregio per la biodiversità, tutelata dalla norme comunitarie – rincara oggi la dose il Wwf Italia, che da sempre contesta il progetto del ponte – è semplicemente un’idea sconsiderata.


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Fonte: Greenreport.it


Autore: redazione Greenreport

Licenza: Copyleft 



Articolo tratto interamente da Greenreport.it 





Comunicazione di servizio




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Shanghai in 4K

Shanghai 4K from Brian Hawkins on Vimeo.

Photo e video credit Brian Hawkins caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Vancouver timelapse

Vancouver Timelapse (NYU Portfolio Submission) from Richard Chen on Vimeo.

Photo e video credit Richard Chen caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Proverbio del giorno


Chi vuole tutta l'uva non ha buon vino.


Referendum Costituzionale 2016: ecco un video che ci spiega tutto


In rete ho trovato un video che ci spiega in maniera chiara, il prossimo referendum del 4 dicembre.




Video credit Muovere Le Idee caricato su YouTube - licenza: Creative Commons


lunedì 26 settembre 2016

Commenti liberi sul referendum Costituzionale


Da poche ore è ufficiale, la data del voto per il referendum costituzionale è il 4 dicembre. Gli elettori saranno dunque chiamati al voto per confermare o meno la riforma costituzionale, proposta dall'attuale governo.


Aspetto una vostra opinione in merito.


Sera d'autunno di Adelaide Crapsey



Sera d'autunno

Ascolta....
Con un fruscio secco e lieve,
simile a scalpiccio di fantasmi che passano,
le foglie accartocciate dal gelo si staccano dagli alberi
e cadono.

Adelaide Crapsey




Ci sono cose che non smetteresti mai di guardare...



"Ci sono cose che non smetteresti mai di guardare.
Che catturano il tuo sguardo e non lo lasciano andare.
Che lasciano un’impronta indelebile sulla tua retina.
Che lasciano un’impronta indelebile sulla tua Anima.
Cose che non ti sazi di guardare.
E mentre cerchi di capire il perché di tanto fascino,
scopri dopo e solo dopo, ripensandoci,
che le guardavi perché le amavi."

Pedro Almodovar

Tratto dal film Volver di Pedro Almodovar


Cina: completato il radiotelescopio più grande mai costruito

FastTelescope*8sep2015

Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Lunedì 26 settembre 2016

Nella notte tra il 25 e il 26 settembre in Cina sono iniziati test sul FAST (Fast Hundred Meters Aperture Spherical Telescope). Il radiotelescopio è il più grande mai costruito, con uno specchio di 500 m di diamtro, completato nei giorni scorsi. Verrà utilizzato dagli scienziati cinesi per lo studio delle pulsar, particolari tipi di stelle dello spazio profondo.

I test di calibrazione del telescopio, costato circa 160 milioni di euro e costruito in quasi 5 anni, dureranno circa tre anni: normalmente, la calibrazione dura circa due anni, ma date le imponenti dimensioni dello specchio, i tempi sono allungati.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 

Autori: vari

Licenza: Creative Commons License
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Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 


Photo credit Psr1909 (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons


domenica 25 settembre 2016

«La vita? Non è solo lavoro»: a Berlino nasce il centro per il rifiuto della carriera


Articolo da Berlino Magazine

Perché lavoriamo? Produciamo beni e servizi perché ne abbiamo realmente bisogno o solo perché possano tramutarsi in profitto? Ma soprattutto: chi ha stabilito che l’attuale mondo del lavoro debba fondarsi sull’ossessione per la carriera e sulla costante tensione verso l’automiglioramento? Queste e altre domande affollavano la mente di Alix Faßmann quando, circa due anni fa, decise di abbandonare il suo lavoro di giornalista e addetta stampa per la SPD (il partito socialdemocratico tedesco) e di intraprendere un viaggio chiarificatore in Sicilia. Ed è stato lì che ha incontrato Anselm Lenz, autore teatrale presso l’Hamburger Spielhaus (uno dei teatri più prestigiosi di Germania) che, stanco a sua volta di sacrificare amicizie, passioni e tempo libero sull’altare della carriera, si era licenziato ed era partito alla volta dell’Italia. Lenz, affascinato dalle idee dell’allora 33enne Faßmann, la convinse a raccoglierle in un libro: fu così che, nella primavera del 2014, vide la luce Arbeit ist nicht unser Leben: Anleitung zur Karriereverweigerung (Il lavoro non è la nostra vita: guida al rifiuto della carriera). Il libro fu una sorta di manifesto programmatico per Haus Bartlebythink tank che i due fondarono pochi mesi dopo a Berlino intendendolo come un Zentrum für Karriereverweigerung, “centro per il rifiuto della carriera”. Ma, soprattutto, come pensatoio che, pur non disponendo di teorie e modelli per il mondo di domani, ritiene indispensabile elaborare spunti critici verso la società tardocapitalistica e le sue modalità di lavoro.

Il centro. Haus Bartleby, che ha sede a Neukölln, deve il suo nome a un romanzo di Herman Melville, Bartleby lo scrivano, il cui protagonista lavora come copista presso uno studio legale di Wall Street ma ad un tratto, dopo un periodo di attività intensissima, si rifiuta di continuare la sua ottundente mansione pronunciando la celebre frase I would prefer not to, che è appunto lo slogan del Zentrum berlinese. Haus Bartleby raccoglie professionisti dei settori più disparati, tutti accomunati dalla volontà di decostruire l’assunto in base al quale carriera e successo debbano determinare il valore di una persona. Un progetto culturale che ha evidentemente intercettato un nervo scoperto della società tedesca: gli abbonamenti alla rivista del centro sono infatti in crescita costante, mentre diversi importanti quotidiani (tra cui Die Welt, Die Zeit, Huffington Post) si sono interessati alla creatura di Faßmann e Lenz, che nel frattempo ha continuato a sfornare pubblicazioni, a incassare l’appoggio di istituti importanti come il Club of Rome e la Rosa-Luxemburg Stiftung e a organizzare una serie di conferenze con filosofi ed economisti sul futuro del lavoro. Tra i simpatizzanti dell’associazione, che ormai conta una decina di membri fissi e più di quaranta collaboratori esterni, ci sono anche Dirk von Lowtzow della celebre rock band amburghese Tocotronic e l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, entrambi autori di un saggio nell’antologia Sag alles ab!, pubblicata nel 2015.

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Fonte: Berlino Magazine

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Articolo tratto interamente da 
Berlino Magazine


La strada della pace


"L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire."

Sandro Pertini


Ci sono prospettive per la pace e la stabilità nel Sud Sudan?


Articolo da Global Voices

La situazione politica nel Sud Sudan sta diventando sempre più instabile.

All'inizio di luglio, negli scontri tra le forze del governo e i soldati fedeli a Riek Machar, l'ex Vice Presidente, sono morte centinaia di persone e migliaia hanno dovuto spostarsi dalla capitale Juba. Si sospetta che gli scontri siano stati causati da un colpo di Stato fallito orchestrato da Machar per estromettere dal potere il Presidente Salva Kiir e, sulla scia della violenza e confusione recente, l'intrigo politico che ha infestato le stanze del potere si è manifestato pienamente.

Machar ha lasciato la capitale e ha rifiutato di ritornare a Juba, a meno che non fosse presente una forza militare esterna per alleviare le tensioni tra le fazioni rivali. Mentre alle Nazioni Unite e all’Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo (IGAD) [it] si discuteva del dispiegamento di questa forza militare, il Presidente Kiir ha fatto la sua mossa. Ha proposto un ultimatum a Machar, dichiarando che, se non fosse tornato nella capitale entro 48 ore, ci sarebbero state delle conseguenze. Machar ha fatto scadere il termine e, mantenendo il suo impegno, il Presidente Kiir ha sostituito [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] Machar con l'ex Ministro per le attività estrattive, Taban Deng Gai.


Questo ulteriore evento ha richiamato la scintilla iniziale che ha portato alla guerra civile nel 2013. Quell'anno, la nazione più giovane del mondo era sprofondata in una guerra civile quando, il 15 dicembre, Kiir ha rimosso il Primo Vice Presidente Riek Machar, dopo averlo accusato di pianificare un colpo di Stato. Il conflitto è stato aggravato da connotazioni etniche, dato che entrambi i leader potevano godere del sostegno delle loro rispettive tribù. Il Presidente Salva Kiir [it] è un Dinka [it], mentre Riek Machar [it]  è un Nuer [it]. (I Dinka sono il più grande gruppo etnico del Sud Sudan, e i Nuer sono la seconda tribù.).

A febbraio 2016, Kiir ha nuovamente nominato Machar come suo Primo Vice Presidente. Tuttavia, il 7 luglio, sono scoppiati gli scontri nella capitale, con le forze fedeli a Kiir che combattevano contro le truppe fedeli a Machar. Gli scontri sono stati il primo atto di violenza dopo la firma dell'accordo di pace dello scorso anno.

Machar, temendo per la sua vita, ha lasciato Juba e cercato rifugio nella vicina Repubblica Democratica del Congo, e poi in Sudan dove ha ricevuto un “trattamento medico di emergenza” a Khartum. Alcuni osservatori hanno affermato che Machar sta cercando di raccogliere alleati che lo sostengano nel suo ritorno nella capitale per tornare ad essere Vice Presidente.

Ma lo stato di degrado degli affari del paese, però, ha posto forti dubbi intorno alla possibilità per Machar di tornare al suo incarico. Dopo molte resistenze, il governo ha permesso il dispiegamento di ulteriori 4000 truppe di pace dell'ONU con base nella capitale, in base ad alcuni accordi. Il Ministro dell'Informazione Michael Makuei Lueth ha dichiarato in un comunicato stampa che “4000 è il limite massimo, ma non una cifra vincolante. Possiamo accordarci anche su 10 truppe”.

Ha anche detto che il suo governo ha “permesso” ma non “accettato” il dispiegamento di queste forze. La sfida sull'accordo riflette la resistenza persistente dei sud sudanesi all'intervento straniero.


Inoltre, il Presidente Kiir ha affermato che il ritorno di Machar alla politica non avrebbe portato la pace e che dovrebbe astenersi dall'entrare in politica. Questa è l'opinione degli Stati Uniti, la super potenza che ha aiutato il Sud Sudan a raggiungere l'indipendenza dal Sudan nel 2011 e che è stata molto coinvolta nel cercare di salvaguardare gli accordi di pace sin dagli scontri di luglio. Come il Presidente Kiir, l'inviato speciale per il Sud Sudan, Donald Booth, ha dichiarato che Machar non dovrebbe cercare di insediarsi nel suo vecchio incarico. Ha affermato: “Dato tutto quello che è successo, non crediamo che sia responsabile da parte di Machar ritornare al suo precedente incarico a Juba”.

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Fonte: Global Voices


Autore: scritto da 
Ayo Awokoya tradotto da Filomena Pelosi

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Articolo tratto interamente da 
Global Voices 



Nuovi ticket sanitari: altra stangata in arrivo



Articolo da La Stampa

In arrivo nuovi ticket sanitari per gli italiani, per un totale stimato di 60,4 milioni di euro. Con il varo dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) - ovvero le cure e prestazioni garantite ai cittadini gratuitamente o con compartecipazione alla spesa - varie prestazioni di piccola chirurgia finora gratuite, dall’intervento per la cataratta a quello per il tunnel carpale, diventeranno infatti a pagamento, oltre all’introduzione di altre prestazioni ambulatoriali sempre con ticket. A segnalarlo è la Cgil, sulla base dei dati della relazione tecnica del ministero della Salute al decreto sui Lea.


«Sono in arrivo nuovi ticket - afferma Stefano Cecconi, responsabile Politiche della Salute della Cgil - e questo anche perchè, con i nuovi Lea, varie prestazioni chirurgiche finora effettuate in Day Surgery, e quindi gratuitamente, saranno trasferite in regime di prestazione ambulatoriale che implica il pagamento del ticket». Sono prestazioni chirurgiche che vanno dalla cataratta al tunnel carpale, dall’ernia al dito a martello, ed includono pure l’impianto e la ricostruzione del cristallino, interventi di artroscopia ed artroplastica. Si tratta, in tutto, di 24 prestazioni.

Secondo «le stime del ministero - spiega Cecconi - con i nuovi Lea si realizzeranno maggiori entrate per il Servizio sanitario nazionale pari appunto a 60,4 mln di euro: in particolare, circa 20 mln si otterranno dai nuovi ticket derivati proprio dallo spostamento di prestazioni dal regime Day Surgery a quello ambulatoriale. Altri 40 mln deriveranno invece dalla introduzione di nuove prestazioni ambulatoriali nell’elenco dei Lea».
Le ripercussioni sui cittadini «sono chiare: il provvedimento per la revisione dei Lea, che dopo il finale iter parlamentare nelle commissioni competenti e la firma del decreto da parte del premier dovrebbe essere operativo presumibilmente dal prossimo anno, è ovviamente positivo, ma è grave che nuovi ticket si scarichino sui cittadini. Anche considerando che, soprattutto per il tipo di interventi che diventeranno a pagamento come la cataratta, ad essere colpita sarà soprattutto la fascia della popolazione anziana».

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Fonte: La Stampa

Autore: redazione La Stampa


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La Stampa 




Kathmandu To Manaslu 4K

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Svizzera centrale in timelapse

Central Switzerland in Timelapse from Pirmin Henseler on Vimeo.

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sabato 24 settembre 2016

Il peggiore degli atteggiamenti...



"Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza, dire “io non posso niente, me ne infischio". Comportandovi così, perdete una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini. Una delle componenti indispensabili: la facoltà di indignazione e l’impegno che ne è la diretta conseguenza."

Stéphane Hessel


Il piano paesaggistico


Articolo da Eddyburg.it 

di Piero Bevilacqua 

Come ben sanno le persone colte d’Europa e dei vari paesi del mondo, l’Italia eredita, con poco merito dei contemporanei, un patrimonio di inestimabile valore: il suo paesaggio. E forse occorrerebbe aggiungere che questo, subito dopo la tradizione culinaria, costituisce il connotato identitario più spiccato del nostro Paese, quello che ne fa appunto il Bel paese e che nell’immaginario internazionale fa dell’Italia, l’Italia. Eppure quanta fatica per le ristrette avanguardie nazionali, che sono consapevoli di questa eredità unica al mondo, di tutelarlo, di sottrarlo ai miopi appetiti della classe dirigente della nostra epoca, priva di progetti e cultura, che vorrebbe ricavarne soldi e legna da bruciare nel misero focolare della crescita.

Lo scorso anno qualcosa si è mosso sul piano dell’intervento pubblico a favore della cura e della pianificazione del paesaggio. La regione Puglia e la regione Toscana, uniche fra le 20 regioni, hanno completato e presentato con successo, al Ministero dei Beni Culturali, i loro Piani paesaggistici e territoriali. Si tratta della prima realizzazione di una politica inaugurata dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (2004) che trova una integrazione legislativa e soprattutto culturale nella Convenzione Europea del Paesaggio, adottata a Firenze nel 2000 ed entrata in vigore nel 2004. Si tratta di due architetture di norme ben pensate, che tendono a tutelare - come fa soprattutto la Convenzione europea - anche i paesaggi tradizionali di non particolare pregio, in cui si svolge la vita quotidiani dei cittadini. 


 Ma si tratta per lo più di norme, sforzo di una progettualità avanzata, prive di supporti economici adeguati, di cogenza giuridica e di impulso economico, soprattutto svincolate dalle politiche generali dell’Unione. Basti pensare che nei programmi della Commissione Europea, in tutte le sue numerose aree di intervento, il tema paesaggio non compare mai. Mentre le politiche agricole comunitarie, appaiono del tutto scollegate dalle dinamiche di tutela e pianificazione dei paesaggi rurali, che tanto peso hanno nel profilo identitario del paesaggio italiano ed europeo.

Su questi temi e soprattutto sulle strategie che hanno ispirato l’elaborazione del piano paesaggistico della Toscana, ritorna ora un prezioso volume, destinato a costituire un punto di riferimento imprescindibile per tutti i futuri interventi sul paesaggio, in Italia come negli altri paesi. Si tratta del testo, a cura di Anna Marson, che è stata assessore all’Urbanistica e pianificazione territoriale nella precedente giunta della regione Toscana, e ha avuto un ruolo fondamentale per la sua approvazione: La struttura del paesaggio. Una sperimentazione multidisciplinare per il piano della Toscana, Prefazione di Enrico Rossi, Laterza, 2016, €34. 

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Fonte: Eddyburg.it


Autore: 
Piero Bevilacqua 

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Articolo tratto interamente da Eddyburg.it