martedì 31 maggio 2016

Citazione del giorno


"La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare."

Nelson Mandela


lunedì 30 maggio 2016

Nessuno morirebbe nel Mediterraneo…

Rescue operation (off the canaries)

Articolo da Pressenza

Le stragi nel Mediterraneo avvengono per decisione dei governi europei.

Se un qualunque governo europeo finalmente consentisse ad ogni essere umano di poter giungere qui in modo legale e sicuro, la strage cesserebbe.

Nessuno morirebbe nel Mediterraneo.

Se non fornissimo le armi ai dittatori, ai terroristi, alle organizzazioni mafiose.

Se non rapinassimo i popoli del sud del mondo, se non devastassimo e desertificassimo i loro paesi.

Se non riducessimo miliardi di esseri umani alla fame e alla disperazione, alla schiavitù e all'inedia, al terrore e all'orrore.

Se riconoscessimo che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.

Se riconoscessimo che salvare le vite è il primo dovere.

Se consentissimo ad ogni essere umano di muoversi liberamente su questo unico pianeta casa comune dell’umanità.

Se permettessimo ad ogni essere umano di viaggiare in modo legale e sicuro e di scegliere dove vivere in sicurezza e serenità.

Se ammettessimo che è giusto che tutti gli esseri umani godano degli stessi diritti di noi europei.

Se prendessimo sul serio la Dichiarazione universale dei diritti umani; la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea; la Costituzione della Repubblica Italiana.

Se rompessimo ogni complicità con i dittatori, i terroristi, le organizzazioni mafiose, i poteri schiavisti ed ecocidi.

Nessuno morirebbe nel Mediterraneo.

Se a tutte le persone in fuga dalla morte e dall’orrore consentissimo di porsi in salvo viaggiando in modo legale e sicuro.

Se soccorressimo, accogliessimo, assistessimo le persone che chiedono il nostro aiuto, che hanno diritto al nostro aiuto, che è nostro dovere aiutare.

Nessuno morirebbe nel Mediterraneo.

Se il nostro governo non li facesse morire negando loro il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, costringendo così innumerevoli innocenti in fuga dalla fame e dalle guerre, dall'orrore e dalla morte, a gettarsi tra gli artigli delle mafie dei trafficanti per tentar di salvare le proprie vite.

Se i paesi europei non li facessero morire perseverando in una politica colonialista e razzista, militarista e maschilista, schiavista ed ecocida, di rapinatori e vampiri.

Se le istituzioni europee decidessero finalmente di prendere sul serio e rispettare i propri codici penali che condannano l’omicidio e l’omissione di soccorso.

Se il popolo italiano, i popoli europei, si battessero per ottenere subito il riconoscimento del diritto di ogni essere umano a giungere qui in modo legale e sicuro.

Se i nostri governi cessassero di fare ed alimentare le guerre, cessassero di essere complici e sicari dei poteri che rapinano interi continenti, cessassero di favoreggiare le mafie schiaviste.

Nessuno morirebbe nel Mediterraneo.


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Fonte: Pressenza

Autore: Peppe Sini

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

Il tramonto della luna di Giacomo Leopardi



Il tramonto della luna

Quale in notte solinga,
Sovra campagne inargentate ed acque,
Là 've zefiro aleggia,
E mille vaghi aspetti
E ingannevoli obbietti
Fingon l'ombre lontane
Infra l'onde tranquille
E rami e siepi e collinette e ville;
Giunta al confin del cielo,
Dietro Apennino od Alpe, o del Tirreno
Nell'infinito seno
Scende la luna; e si scolora il mondo;
Spariscon l'ombre, ed una
Oscurità la valle e il monte imbruna;
Orba la notte resta,
E cantando, con mesta melodia,
L'estremo albor della fuggente luce,
Che dianzi gli fu duce,
Saluta il carrettier dalla sua via;

Tal si dilegua, e tale
Lascia l'età mortale
La giovinezza. In fuga
Van l'ombre e le sembianze
Dei dilettosi inganni; e vengon meno
Le lontane speranze,
Ove s'appoggia la mortal natura.
Abbandonata, oscura
Resta la vita. In lei porgendo il guardo,
Cerca il confuso viatore invano
Del cammin lungo che avanzar si sente
Meta o ragione; e vede
Che a se l'umana sede,
Esso a lei veramente è fatto estrano.

Troppo felice e lieta
Nostra misera sorte
Parve lassù, se il giovanile stato,
Dove ogni ben di mille pene è frutto,
Durasse tutto della vita il corso.
Troppo mite decreto
Quel che sentenzia ogni animale a morte,
S'anco mezza la via
Lor non si desse in pria
Della terribil morte assai più dura.
D'intelletti immortali
Degno trovato, estremo
Di tutti i mali, ritrovàr gli eterni
La vecchiezza, ove fosse
Incolume il desio, la speme estinta,
Secche le fonti del piacer, le pene
Maggiori sempre, e non più dato il bene.

Voi, collinette e piagge,
Caduto lo splendor che all'occidente
Inargentava della notte il velo,
Orfane ancor gran tempo
Non resterete; che dall'altra parte
Tosto vedrete il cielo
Imbiancar novamente, e sorger l'alba:
Alla qual poscia seguitando il sole,
E folgorando intorno
Con sue fiamme possenti,
Di lucidi torrenti
Inonderà con voi gli eterei campi.
Ma la vita mortal, poi che la bella
Giovinezza sparì, non si colora
D'altra luce giammai, nè d'altra aurora.
Vedova è insino al fine; ed alla notte
Che l'altre etadi oscura,
Segno poser gli Dei la sepoltura.

Giacomo Leopardi

domenica 29 maggio 2016

Commenti liberi su robot e lavoro



In questi giorni, molti organi d'informazione hanno riportato la notizia dei 60.000 tagli alla Foxcoon in Cina, sostituendo gli operai con robot avanzati dotati d'intelligenza artificiale.

Ecco alcuni link interessanti:




Visto che riguarda tutti, aspetto una vostra opinione in merito.



Rosetta trova gli ingredienti della vita

Comet 67P on 19 September 2014 NavCam mosaic

Articolo da Media Inaf

Componenti che riteniamo cruciali per l’origine della vita sulla Terra sono stati rilevati sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, oggetto di studio della sonda Rosetta dell’ESA da circa due anni. Tra gli ingredienti rilevati compaiono l’amminoacido chiamato glicina, che si trova comunemente nelle proteine, e il fosforo, uno degli elementi chiave del DNA e delle membrane cellulari.

La comunità scientifica ha dibattuto a lungo la possibilità che l’acqua e le molecole organiche siano state portate sulla Terra da asteroidi e comete, e che così facendo i piccoli corpi del Sistema solare ci abbiano fornito alcuni degli elementi costitutivi principali per la nascita della vita. Se è vero che alcune comete e asteroidi hanno mostrato di contenere acqua con una composizione simile a quella degli oceani terrestri, è anche vero che Rosetta ha trovato differenze significative nella composizione dell’acqua di 67P, alimentando il dibattito sulla genesi dell’acqua sulla Terra.


I nuovi risultati raccolti mostrano che le comete potrebbero comunque aver svolto un ruolo fondamentale nel manifestarsi della vita come noi la conosciamo. Gli amminoacidi sono composti organici contenenti carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto, e costituiscono la base per le proteine, quindi giocano un ruolo biologicamente fondamentale. Tracce del più semplice tra gli amminoacidi, ovvero la glicina, sono stati trovati nei campioni riportati a Terra nel 2006 dalla cometa Wild-2, oggetto di studio della missione Stardust della NASA. Tuttavia, l’alta probabilità di contaminazione terrestre dei campioni aveva reso i risultati delle analisi piuttosto deboli. Ciò che ha ottenuto Rosetta, invece, sono rilevazioni di glicina direttamente nella chioma della sua cometa.

«Si tratta della prima rilevazione inequivocabile di glicina in una cometa», dice Kathrin Altwegg, principal investigator dello strumento ROSINA che ha effettuato le misurazioni e autrice principale dello studio pubblicato su Science Advances. «Allo stesso tempo abbiamo rilevato anche la presenza di altre molecole organiche, che possono essere precursori della glicina, fornendo indizi sui modi in cui questo amminoacido può essersi formato»

Le misure sono state effettuate prima che la cometa raggiungesse il suo punto di massimo avvicinamento al Sole, detto perielio, che è avvenuto nel mese di agosto del 2015. La prima rilevazione è stata ottenuta nell’ottobre 2014, mentre Rosetta si trovava a 10 km dalla cometa. L’occasione successiva si è presentata durante un sorvolo ravvicinato a marzo 2015, quando la sonda si trovava a 15-30 km dal nucleo cometario. La glicina è stata osservata anche in altre occasioni, associate alle emissioni di getti durante il mese precedente al perielio, quando Rosetta si trovava a più di 200 km dal nucleo, ed era circondata da grandi quantità di polvere.

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Fonte: Media Inaf


Autore: 
Elisa Nichelli

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Articolo tratto interamente da 
Media Inaf


Photo credit ESA/Rosetta/NAVCAM, CC BY-SA IGO 3.0 [CC BY-SA 3.0-igo], via Wikimedia Commons


Vi segnalo (post interessanti da altri blog)


Oggi vi consiglio:

Castagneti da salvare tratto da Crea pane e lavoro

C’è una petizione sui Castagneti di Mongrassano in Calabria, che rischiano di scomparire per l’aggressione di un insetto.

Nelle grandi dighe brasiliane annegano i diritti umani tratto da Renovatio

L'arteria dell'Amazzonia è stata interrotta da due gigantesche dighe che hanno inondato 36 mila ettari di foresta.

TALKING ABOUT MARTA PATALAO- Disegnatrice di Fumetti Portoghese tratto da Nocturnia

Nick Parisi, ci presenta una brava disegnatrice portoghese.


Filippine: proteste dei contadini danneggiati da El Niño per ottenere aiuti alimentari



Articolo da Global Voices

È dal mese di marzo che migliaia di contadini residenti nell'isola di Mindanao, a sud delle Filippine, soffrono la fame e protestano nei centri città, chiedendo che venga immediatamente messo a disposizione del riso per le vittime della siccità.

A causa del fenomeno climatico El Niño [en, come tutti i link seguenti], che ha portato una consistente diminuzione delle piogge ed un inaridimento dei territori rurali, i contadini non sono riusciti a piantare le loro coltivazioni per diversi mesi. All'inizio dell'anno è stato dichiarato lo stato di calamità in diverse province di Mindanao, e le autorità locali sono state autorizzate ad usare i fondi speciali per provvedere alla carestia di cibo che stava colpendo i residenti.

Durante il mese di marzo, però, molti contadini si sono lamentati del fatto che il riso messo a disposizione dal governo non era ancora stato distribuito nei loro villaggi. Più di 4.000 contadini si sono radunati davanti al magazzino del governo, nella città di Kidapawan, per chiedere del cibo e i fondi stanziati per le calamità; ma la polizia, invece di dare loro ciò che gli spettava, ha reagito con violenza, facendo sgomberare con la forza la folla di protestanti.

A causa dell'accaduto, l'hashtag #BigasHindiBala (Riso, Non Pallottole) si è diffuso tra gli utenti di Internet, i quali hanno contestato la decisione della polizia di attaccare i contadini che stavano semplicemente chiedendo del cibo. Molti hanno anche commentato la tragicità del fatto che siano proprio i produttori di cibo del paese ad essere affamati, mentre i politici ancora non sono stati in grado di risolvere il disastro causato da El Niño.


In seguito, è stata lanciata una campagna per la donazione del riso, attivamente supportata da diversi gruppi di beneficienza, cittadini sensibili all'accaduto e celebrità.

Alcuni giorni dopo lo spargimento di sangue avvenuto a Kidapawan, i contadini delle vicine province di Mindanao hanno organizzato una loro protesta per chiedere aiuti alimentari al governo.
Nel nord di Mindanao, il leader contadino Ireneo Udarbe spiega l'impatto di El Niño sulle comunità rurali:

"Il nostro sostentamento dipende dalla terra, che in questo momento, però, è troppo arida per far crescere qualsiasi cosa. I contadini sono pieni di risorse. Potremmo piantare altre coltivazioni o trovare altre colture che siano commestibili, ma in questo momento non abbiamo niente, solo ettari di polvere dove non crescerebbe neanche l'erbaccia."

Continua la lettura su Global Voices

Fonte: Global Voices


Autore: scritto da 
Mong Palatino tradotto da Agnese Tortosa 

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.


Articolo tratto interamente da 
Global Voices 



Buongiorno amici




Buongiorno Amici miei,
che il sole brilli nel vostro volto,
che il calore penetri nel vostro cuore.
Che sia una giornata ricca di colori
quelli che accendono di vita e armonia
gli istanti, tanto da renderli unici e speciali.



Stephen Littleword


Ieri si è spento Giorgio Albertazzi

Giorgio Albertazzi (2)

Si è spento ieri, nella sua tenuta, Giorgio Albertazzi, una delle più importanti figure del teatro italiano.

Ripercorriamo la sua carriera, attraverso una biografia pubblicata su Wikipedia.

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera. 

Giorgio Albertazzi (Fiesole, 20 agosto 1923 – Roccastrada, 28 maggio 2016) è stato un attore e regista italian. Grande attore di teatro, attivo per decenni sulle scene, Albertazzi è stato anche uno dei primi divi televisivi, protagonista di letture poetiche e di sceneggiati di grande successo.

Nel 1943 aderì alla Repubblica di Salò, ricoprendo il grado di tenente nella 3ª Compagnia della "Legione Tagliamento" - GNR, proveniente dalla Scuola A.U. di Lucca. Con la sconfitta della R.S.I. nel 1945 fu arrestato per aver comandato, nei giorni che precedettero la Liberazione, un plotone di esecuzione e per collaborazionismo e trascorse due anni in carcere (alle Murate di Firenze), per essere poi liberato nel 1947 a seguito della cosiddetta "amnistia Togliatti"; Albertazzi dichiarò tuttavia di essere stato prosciolto per non aver commesso il fatto.


Laureato in architettura, si dedicò successivamente alla recitazione in fotoromanzi, in teatro, al cinema e in televisione, dove debuttò nel gennaio 1954, appena 26 giorni dopo l'esordio della tv in Italia, recitando in diretta la tragedia di Shakespeare Romeo e Giulietta nel suo programma televisivo La prosa del venerdì.[8] L'anno successivo inaugurò la trasmissione Appuntamento con la novella, divenuta un appuntamento fisso della tv italiana.

Debuttò sul palcoscenico nel 1949 in Troilo e Cressida di Shakespeare, con la regia di Luchino Visconti al Maggio Musicale Fiorentino. Pur avendo girato una trentina di film (tra cui una pellicola di Resnais L'anno scorso a Marienbad) e avendo lavorato molto in televisione, soprattutto come interprete di sceneggiati televisivi di successo negli anni sessanta (tra cui L'idiota e Jekyll), era noto soprattutto come grande attore di teatro, spesso anche regista dei propri spettacoli.

Nel 1964, in occasione del 400º anniversario della nascita di Shakespeare, debuttò al teatro Old Vic di Londra con Amleto, diretto da Franco Zeffirelli e con protagoniste femminili Anna Proclemer e Anna Maria Guarnieri. Lo spettacolo rimase in cartellone per due mesi, e lo stesso attore venne premiato con una foto nella galleria dei grandi interpreti shakesperiani del Royal National Theatre, unico attore non di lingua inglese.


sabato 28 maggio 2016

Hawaii

Hawaii Landscape Cinematography Reel from Jesse Tunison on Vimeo.

Photo e video credit Jesse Tunison caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


9 minuti e 48 secondi: passeggiata nella natura in 4K

9 Minutes and 48 Seconds: Nature walk in 4K from Microdac on Vimeo.

Photo e video credit Microdac caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Comunicazione di servizio


Invito rivolto a tutti gli amici blogger

Vi prego di controllare se siete presenti nel blog roll in basso a destra. Se non trovate il vostro blog, sarò ben lieto d'inserirvi nella lista dei blog amici.
Grazie mille per l'aiuto.



La WikiGuida di OpenStreetMap

Cos'è Openstreetmap? Che cosa ci si può fare? Quali sono i vantaggi rispetto ai concorrenti? Come si può collaborare? Perché i dati raccolti dagli enti pubblici devono essere liberi?

Per maggiori informazioni:

https://openstreetmap.it/

https://www.openstreetmap.org/




Video credit Christian Biasco caricato su YouTube


La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge


La ballata del vecchio marinaio

Com'uno per una deserta via
cammina inquieto d'orridi spaventi,
e una volta guardatosi alle spalle,
prosegue ma non volge più la testa
perchè sa che è un terribile nemico
l'incalza da vicino e non s'arresta.

Samuel Taylor Coleridge


Proverbio del giorno


Quando la volpe non arriva all'uva, dice che è acerba.


28 maggio 1974 - Brescia: esplode una bomba in piazza della Loggia durante una manifestazione sindacale provocando 8 morti e 101 feriti



Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della CISL Franco Castrezzati, dell'On. del PCI Adelio Terraroli e del segretario della camera del lavoro di Brescia Gianni Panella. L'attentato provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue.

Dopo molti anni di indagini e processi, vennero condannati o riconosciuti colpevoli alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo; esecutori materiali vennero riconosciuti responsabili Ermanno Buzzi (nel frattempo assassinato in carcere) e Maurizio Tramonte (condannato in appello, come la "fonte Tritone" dei servizi segreti), assieme ai già deceduti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (trasportatore della bomba). Come mandante è stato condannato, in appello, il dirigente Carlo Maria Maggi. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l'ex segretario del MSI e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti furono assolti.

È considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di Piazza Fontana del 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 1980 (85 morti).


Nel 2012 i periti balistici della Corte d'Appello di Brescia il generale Romano Schiavi ed il professor Alberto Brandone hanno ribadito la loro precedente perizia che la bomba era costituita da una miscela di gelignite e dinamite, mentre nel 2010 i periti del processo che portò all'assoluzione in forma dubitativa di Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte, Pino Rauti e Francesco Delfino hanno affermato che la bomba era costituita in gran parte da tritolo.

Le vittime furono:
  • Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese.
  • Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie.
  • Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica.
  • Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante.
  • Euplo Natali, 69 anni, pensionato, ex partigiano.
  • Luigi Pinto, 25 anni, insegnante.
  • Bartolomeo Talenti, 56 anni, operaio.
  • Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio.
La camera ardente di sei delle otto vittime venne allestita nel salone Vanvitelliano del municipio, il funerale si svolse nella stessa piazza della Loggia luogo dell'attentato alla presenza del capo dello stato Giovanni Leone, del presidente del consiglio Mariano Rumor e dei principali leader di partito. La cerimonia venne officiata dal vescovo di Brescia Luigi Morstabilini, gli oratori furono il sindacalista Franco Castrezzati che era presente all'esplosione della bomba, il deputato socialista bresciano Gianni Savoldi del comitato antifascista e il segretario della CGIL Luciano Lama a nome di tutti i sindacati e il sindaco di Brescia Bruno Boni. Alla cerimonia parteciparono mezzo milione di persone e venne interamente pagata dal comune alle famiglie delle vittime.

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venerdì 27 maggio 2016

In questo blog lo spam non è ammesso


Voglio ricordare a tutti, che in questo blog lo spam non è ammesso. Quindi evitate di lasciare commenti con proposte commerciali e pubblicità, oltre a link cliccabili.  Non è mia abitudine cestinare, ma il rispetto viene prima di tutto.




Spiagge e fondali puliti: volontari al lavoro in tutta Italia


Articolo da Unimondo.org

Ad accomunare molte delle spiagge italiane e mediterranee non sono solo il gran sole e il bel mare, ma anche i rifiuti arenati sui litorali. Per questo ogni anno, prima dell’estate, un pacifico esercito di volontari armati di sacchi, guanti e rastrelli, si da appuntamento lungo le coste del Belpaese per liberare le spiagge e i fondali marini da montagne di rifiuti abbandonati. Un gesto di civiltà e partecipazione che Legambiente organizza dal 1995 con chi “non vuole rassegnarsi all’indifferenza” e desidera tutelare quello straordinario bene comune che sono le nostre coste. “Se non sopporti più vedere la tua spiaggia preferita piena di plastica e rifiuti di ogni genere, se diventi di cattivo umore passeggiando a piedi nudi tra mozziconi di sigaretta e pezzi di vetro, allora sei dei nostri!” ha spiegato Legambiente presentando i tantissimi appuntamenti che i volontari del Cigno verde hanno organizzato in tutta Italia il 27, 28 e 29 maggio. Un’azione ecologica che nel 2015 ha coinvolto altri 21 Paesi del Mediterraneo e in Italia ha contato su oltre 150 attori tra associazioni, istituzioni, scuole e membri della società civile impegnati in una o più iniziative di pulizia e tutela ambientale.

Tutti possono aderire alle giornate e il lavoro purtroppo non mancherà, come è stato confermato anche dai dati dell’indagine “Beach litter” che ha quantificato e schedato i rifiuti raccolti durante le giornate dedicate a Spiagge e Fondali puliti - Clean up the Med lo scorso anno. In quell’occasione sono state ripulite da rifiuti di ogni genere, di tutte le forme e le dimensioni 54 spiagge nel Mediterraneo, di cui 29 in Italia e 25 negli altri Paesi costieri. Dopo i resti di plastica e di polistirolo che sono i rifiuti più trovati (23,5%), a guidare la top-ten dei rifiuti integri rinvenuti nei soli litorali italiani ci sono le bottiglie di plastica per bevande (10,3%), tappi e coperchi di plastica e metallo (6,9%), nasse, reti, strumenti da pesca e cassette per il pesce (6,5%). Mentre i mozziconi di sigaretta conquistano il quarto posto con il 5,4%, in quinta posizione troviamo i rifiuti da mancata depurazione (4,9%) come cotton fioc, assorbenti, preservativi, blister, deodoranti da wc, conseguenza della scorretta abitudine di “smaltire” questi rifiuti gettandoli nel wc e segnale dell’inefficienza dei sistemi depurativi che non riescono a filtrare neanche oggetti di notevole grandezza. Chiudono la classifica stoviglie usa e getta di plastica (4,8%), materiali da costruzione (4%), flaconi di detergenti (3,8%), bottiglie di vetro (3,3%) e sacchetti di patatine e stecchetti di leccalecca e gelati (1,9%).

Di tutta questa variegata immondizia in Italia sono stati trovati 17 rifiuti ogni 100 mq, 5 rifiuti in più ogni 100 mq rispetto all’indagine del 2014. Un dato migliore rispetto alla densità di rifiuti delle spiagge turche con 33 rifiuti ogni 100 mq, di quelle dell’Algeria, con 28 rifiuti e della Croazia con 21 rifiuti ogni 100 mq. Meglio dell'Italia vanno solo le spiagge della Tunisia con 8 rifiuti ogni 100 mq, della Grecia con 4, del Portogallo con 3 e della Spagna con 2 rifiuti ogni 100 mq. E quest’anno? Come è facile prevedere i sacchi di immondizia saranno riempiti ancora di plastica, la regina indiscussa dei rifiuti spiaggiati, che lo scorso anno ha rappresentato circa l’80% degli oggetti trovati sulle spiagge italiane (contro il 65% del 2014), contro il 52% degli altri litorali del Mediterraneo. L’indagine del 2015 ha dimostra che il problema dei rifiuti spiaggiati è una questione comune a tutto il Mediterraneo, ma non è impossibile da risolvere. Se è vero che sulle coste del Belpaese le percentuali di materie plastiche sono in aumento, un dato positivo e sicuramente rilevante è quello relativo ai sacchetti di plastica, che nel nostro Paese lo scorso anno hanno rappresentano meno del 2% sul totale dei rifiuti trovati, mentre nelle spiagge degli altri Paesi superano il 7%. “Una differenza dovuta principalmente alla messa al bando italiano dei sacchetti di plastica non compostabili, ottenuto dopo anni di battaglie della nostra associazione, che ne ha ridotto il consumo del 50% negli ultimi tre anni e che testimonia che si possono intraprendere azioni concrete ed efficaci per salvare spiagge e mari dai rifiuti” ha spiegato Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente.

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Fonte: Unimondo.org 

Autore: Alessandro Graziadei 

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
Unimondo.org 



La cittadina che ha sconfitto Nestlé

BridgeOfTheGods2

Articolo da Comune-info 
di Maria Rita D’Orsogna*

Nestlé should be worried, because common sense and democracy are on our side”
Aurora del Val, Cascade Locks, direttore di Local Water Alliance

Sono sempre belle le storie di comunità che si organizzano e che combattono battaglie più grandi di loro e della speranza di vincerle. Ed è ancora più bello che qualche volta ci riescano. Questa storia si svolge in Oregon. In una piccola città di mille anime che si chiama Cascade Locks. Un posto tranquillo, un piccolo paradiso terrestre a sessanta chilometri da Portland, la capitale dell’Oregon e con visuali mozzafiato su monti e fiumi. E che fiumi. Non per niente si chiama Cascade Locks. Cascade sta per cascata e Locks sta a indicare una serie di barriere costruite sui fiumi tanti anni fa per migliorarne la navigazione. Il fiume principale si chiama Columbia River, è lungo quasi duemila chilometri e spinge circa sette milioni di litri d’acqua al secondo, dalle Rocky Mountains fino al Pacifico. Il fiume e i suoi tributari sono alimentati dalle nevi sul Mount Hood e dalle abbondanti pioggie della zona.


Nel 2007 entra in scena la Nestlé, la ditta alimentare svizzera che produce un po’ di tutto e che in Italia è proprietaria dei marchi Acqua Panna e San Pellegrino. Il suo progetto? Imbottigliare e commercializzare l’acqua di uno degli affluenti del Columbia River che passa proprio per Cascade Locks, e che si chiama Oxbow Springs. La Nestlé voleva accaparrarsi più di cinquecento milioni di litri l’anno di quest’acqua e venderla in 1,6 milioni di bottigliette di plastica l’anno, sotto il nome di Arrowhead, consumata in massa qui negli Usa. Cosa poteva dire la Nestlé? Un po’ come i petrolieri: che avrebbero portato lavoro e soldi, che non sarebbe cambiato niente, che avrebbero costruito un impianto da cinquanta milioni di dollari per imbottigliare l’acqua, portando lavoro a cinquanta persone. Avevano anche il sindaco dalla loro parte e tutto il consiglio cittadino, ammaliati dalle promesse acquatiche della Nestlé, e dal fatto che la città non era proprio ricca e che nuovi di posti di lavoro sarebbero stati utili.

Ma né la Nestlé né i politici avevano fatto i conti con i residenti o con gli ambientalisti che in questo caso sono la stessa cosa. La gente, a Cascade Locks, si è arrabbiata e ha agito in modo costruttivo. Un gruppo iniziale di donne (sempre le donne!) ha dato l’allarme, ha studiato i progetti, e ha poi spiegato a tutti quello che sarebbe successo. E cioè che sarebbe aumentata la mole di plastica prodotta, che in città sarebbero passati duecento camion al giorno. Che l’acqua è di tutti e non della Nestlé, e, in questi tempi di cambiamenti climatici, chi può dire se e quando verrà la siccità? Se e quando l’acqua diventerà cosi preziosa che sembrerà un delitto cederla alla Nestlé per profitto? E infatti, nonostante tutta quest’acqua, nel 2015 venne dichiarata una emergenza siccità proprio a Cascade Locks.

Gli attivisti hanno iniziato a tappezzare la città di cartelli, a protestare, a chiedere trasparenza. Hanno messo su un blog che si chiama semplicemente Keep Nestle Out. Hanno regalato acqua a chi veniva a visitare la citta. Hanno girato dei video di sensibilizzazione, poi diffusi su internet, in cui ci si è opposti alla privatizzazione dell’acqua. La gente si è sentita tradita dal proprio governo, svendutosi alla Nestlé, e del fatto che avrebbero tolto loro l’acqua per poi rivendergliela in bottiglia. Tutti si sono sentiti coinvolti: residenti, agricoltori, turisti e le vicine tribù di indiani che ritengono quell’acqua sacra. La notizia si è diffusa presto, specie fra altre città prese di mira dalle multinazionali dell’imbottigliamento. Il mantra degli attivisti è stato: se facciamo venire la Nestlé, come faremo mai a dire di no alle altre? E come possiamo chiedere ai nostri contadini di usare meno acqua quando la imbottigliamo per mandarla chissà dove e per il profitto di una ditta svizzera?

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Fonte: Comune-info  


Autore: 


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia

Articolo tratto interamente da 
Comune-info


Photo credit User:Cacophony (Own work) [GFDL, CC-BY-SA-3.0, CC BY 2.5 or CC BY-SA 2.5], via Wikimedia Commons



Il momento...


"Il momento in cui si sveglia al mattino è il più bello delle ventiquattro ore. Non importa quanto stanco o triste ci si possa sentire, si possiede la certezza che, durante il giorno che si trova davanti a voi, qualsiasi cosa può accadere. E il fatto che non sia sempre così, non importa un bel niente. La possibilità è sempre lì."

Monica Baldwin


Pollice su e giù della settimana


Psoriasi: un nuovo farmaco arginerà le lesioni tratto da DireDonna






Firenze: si apre una voragine di 200 metri sul Lungarno Torrigiani tratto da Web sul blog






giovedì 26 maggio 2016

In Francia si lotta per i diritti che in Italia ci hanno già tolto

Nuit Debout - Paris - 41 mars 01

Articolo da Fanpage.it

A Parigi accade qualcosa che sembra troppo sconveniente raccontare qui da noi: migliaia di persone sono in piazza da giorni per protestare contro una riforma del lavoro che, per l'ennesima volta in Europa, decide di spostare la bilancia dei diritti dalla parte dei padroni. Il turbocapitalismo europeo che soffia di questi tempi passa anche per la Francia ma lì trova un muro semplice, civico, quasi banale: la gente. Perché la battaglia francese non è solo politica e nemmeno ad appannaggio dei sindacati, ma tiene insieme i lavoratori in una rappresentanza più larga di qualsiasi sigla: è la battaglia sociale che si fa argine.

Perché l'Italia non riesce a girare lo sguardo dalla parte dei francesi? Perché a vederli da qui, quelle 3000 sentinelle che ogni sera presidiano Place de la République a Parigi e i lavoratori che bloccano l'accesso alla raffineria della Esso vicino a Marsiglia, sono probabilmente uno schiaffo all'indolenza italiana che supinamente ha già accettato il nuovo corso di un capitalismo che involve i cittadini in manodopera a prezzi (e diritti) stracciati.

Come racconta bene Michele Azzu nel suo articolo la riforma del lavoro voluta dal governo francese (e adottata, guarda un po', senza passare dal Parlamento) è in molti aspetti addirittura più democratica del nostro chiacchierato Jobs Act: i francesi, ad esempio, non hanno avuto il coraggio di osare la formula dei "voucher" con cui si legittima il lavoratore "al chilo" come un buono sconto da presentare alla cassa del supermercato. Eppure la facilitazione di licenziamenti, l'abbassamento dell'indennità lavorativa e lo sbriciolamento del diritto di reintegro sono bastati per fare saltare il tappo del governo. Le proteste non si fermeranno, dicono i sindacati, finché la legge non sarà ritirata.

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Fonte: Fanpage.it

Autore: 
Giulio Cavalli

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Articolo tratto interamente da Fanpage.it 


Photo credit Olivier Ortelpa [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons


Citazione del giorno


"Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."

Mahatma Gandhi


mercoledì 25 maggio 2016

Firenze: si apre una voragine di 200 metri sul Lungarno Torrigiani


Stamattina, intorno alle 6.30, si è aperta una voragine di circa 200 metri di lunghezza sul Lungarno Torrigiani, a Firenze, nel tratto tra Ponte Vecchio e Ponte alle Grazie. Fortunatamente non ci sono vittime e feriti, ma una ventina di auto in sosta, sono sprofondate in pochi secondi.

Secondo le prime ricostruzioni del caso, il cedimento sarebbe stato provocato dalla rottura di un grosso tubo dell’acqua.

Due palazzi sono stati evacuati a scopo precauzionale e si segnalano molti disagi in città.

Vi mostro alcuni video della situazione.


 Video credit Driver caricato su YouReporter.it



 Video credit MARS24 caricato su YouReporter.it


Le sei corde di Federico Garcia Lorca


Le sei corde

La chitarra
fa piangere i sogni.
Il singhiozzo delle anime
perdute
sfugge dalla sua bocca
rotonda.
E come la tarantola,
tesse una grande stella
per sorprendere i sospiri
che tremano nella sua nera
cisterna di legno.


Federico Garcia Lorca


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martedì 24 maggio 2016

Brisighella - Terra di Romagna

Brisighella - Terra di Romagna from Walter Molfese on Vimeo.

Photo e video credit Walter Molfese caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 




Toscana: primavera in bicicletta

Spring Bicycling in Tuscany from Ricordi Ripresi on Vimeo.

Photo e video credit Ricordi Ripresi caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Palma d'oro a 'I, Daniel Blake' di Ken Loach

Ken Loach Cannes 2014

Articolo da Befan.it

Sono passati 10 anni dalla precedente vittoria di Ken Loach, con il film “Il vento accarezza l’erba”, ed il regista inglese torna a ricevere la Palma d’Oro nella 69esima edizione del festival che si svolge in Costa Azzurra. La giuria ha assegnato il premio per il film “I, Daniel Blake”, nel quale Loach narra la vicenda di un carpentiere di 59 anni disoccupato e con problemi di salute, che incontra una mamma single, anche lei senza lavoro. Un film nel quale si mescolano sentimento e solidarietà, che vengono messi in primo piano di fronte ad un sistema assistenzialistico che vive una impasse burocratica.

Al momento della consegna del premio, che è stata fatta da Mel Gibson, da parte del pubblico in sala è partita una standing ovation nei confronti del regista, che ha successivamente rivolto un invito sia ai componenti della sua troupe che ai lavoratori del Festival dicendo di “restare forti” perché questo Festival rappresenta un punto importante per il futuro del cinema stesso, e di non dimenticare le storie dei personaggi, alle quali il suo film si è ispirato, in un momento mondiale nel quale il “neoliberismo” rischia di mettere in brutte condizioni molte persone.

Loach ha concluso dicendo che “Non solo un altro mondo è possibile, ma è necessario”. Secondo il regista inglese, il cinema continua a portare avanti molte tradizioni, una delle quali è proprio la protesta da parte del popolo contro i “potenti”.

Il presidente della giuria, George Miller, ha parlato di una esperienza “spossante”, ma molto bella, ed ha voluto definire la scelta effettuata dai giurati, tra i quali anche l’italiana Valeria Golino, con due semplici parole, “rigore” e “felicità”. La serata finale del Festival di Cannes è stata densa di emozioni, di standing ovation, ma anche di lacrime sul palco; sono stai premiati anche “Un certain regard” e “Quinzaine”, mentre i film italiani in gara non hanno avuto riconoscimenti.

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Fonte: Befan.it

Autore: redazione Befan.it

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Befan.it 


Photo credit Georges Biard [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons