domenica 14 agosto 2016

Il sorpasso: recensione del film



Il sorpasso è un film del 1962, diretto da Dino Risi.


Trama 

A Roma, la mattina del Ferragosto 1962, la città è deserta. Bruno Cortona, quarantaduenne vigoroso ma nullafacente e cialtrone, amante della guida sportiva e delle belle donne, vaga alla ricerca di un pacchetto di sigarette e di un telefono pubblico. Lo accoglie in casa Roberto Mariani, studente di legge rimasto in città per preparare gli esami. Dopo la telefonata, Bruno chiede a Roberto di fargli compagnia: i due, sulla spinta dell'esuberanza e dell'invadenza di Bruno, intraprendono un viaggio in auto lungo la via Aurelia, a velocità sostenuta, che li porterà in direzione della Toscana, a Castiglioncello, raggiungendo mete occasionali sempre più distanti. Durante il viaggio verso il nord e verso il mare, arriveranno anche a far visita ad alcuni parenti di Roberto, prima, e alla figlia e all'ex-moglie di Bruno, poi.

Il giovane Roberto sarà più volte sul punto di abbandonare Bruno, ma sia il caso, sia una certa inconfessabile attrazione, mascherata da una certa arrendevolezza, terrà unita l'assortita coppia di amici occasionali, che significherà per Roberto anche un percorso di iniziazione alla vita. Egli infatti si allontana dai miti e dai timori adolescenziali e inizia la rilettura delle sue relazioni familiari, dell'amore e dei rapporti sociali, sino alla tragica conclusione che si materializza durante l'ennesimo sorpasso avventato: l'auto si scontra con un camion e precipita in un burrone. Bruno si getta fuori dall'auto salvandosi, mentre Roberto perde la vita. Agli agenti intervenuti Bruno confesserà di non conoscere neppure il cognome del suo passeggero.

Curiosità sul film

Originariamente il soggetto era stato scritto per Alberto Sordi nel ruolo di Bruno Cortona e doveva avere come titolo Il giretto. La produzione passò poi a Mario Cecchi Gori che spinse per affidare il ruolo del protagonista a Vittorio Gassman, avendo a quel tempo Alberto Sordi un'esclusiva con Dino De Laurentiis.

Le prime scene a venir girate furono proprio quelle che aprono il film: le riprese furono effettivamente realizzate nel periodo di Ferragosto e siccome Risi non aveva ancora scelto l'interprete di Roberto Mariani, usò una controfigura, sia quando il giovane appare alla finestra, sia nella parte iniziale del viaggio, con il transito in Piazza di Spagna, Piazza del Popolo e Piazza San Pietro: le inquadrature sono sempre in campo lungo, e quando l'auto passa davanti alla macchina da presa, il figurante si copre il viso.

La mia opinione

Il film si apre sulle strade di una Roma agostana e deserta. Siamo negli anni del famoso boom economico e questo film rispecchia molto bene quel periodo. Grande capolavoro del cinema italiano e tra l'altro offre anche ottimi spunti di riflessione.

Voto: 8

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1 commento:

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