domenica 31 luglio 2016

Blog in ferie



Questo blog resterà chiuso per un periodo di sospirate vacanze dal 01/08 al 08/08 (salvo complicazioni). 

Auguro un buon agosto a tutti.


Ogni parola...

Three Doors (8518544721)


"Ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare da tre porte. Sull'arco della prima porta dovrebbe esserci scritto: "è vera?" Sulla seconda campeggiare la domanda: "è necessaria?" Sulla terza essere scolpita l'ultima richiesta: "è gentile?" Una parola giusta può superare le tre barriere e raggiungere il destinatario con il suo significato piccolo o grande. Nel mondo di oggi, dove le parole inutili si sprecano, occorrerebbero cento porte, molte delle quali rimarrebbero sicuramente chiuse."
Romano Battaglia
Photo credit Tony Hisgett from Birmingham, UK (Three Doors Uploaded by tm) [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons

Intervallo



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L’esclusione dei nativi dalle elezioni statunitensi


Articolo da Vulcano Statale

Si sa, anche in politica c’è chi può e non vuole, e chi pur volendo non può.

L’astensionismo sembra essere diventata la malattia cronica delle democrazie contemporanee, prima fra tutte quella italiana, dove in occasione delle recenti elezioni amministrative l’affluenza si è ridotta di quasi 10 punti percentuali rispetto a cinque anni fa. La via dell’astensione appare quasi una scelta obbligata per molti elettori. Lo scollamento tra rappresentanti e rappresentati, che ha alimentato il dominio del partito del non-voto, sembra in certi casi determinato da fattori esterni diversi dalla capacità degli elettori di scegliere se e come esprimere la propria volontà.

Negli Stati Uniti, in vista della sfida per la Casa Bianca tra Hilary Clinton e Donald Trump in programma il prossimo novembre, i diritti politici di una delle principali minoranze degli Stati Uniti potrebbero essere in pericolo. I nativi americani, infatti, nelle ultime tornate elettorali hanno avuto serie difficoltà a manifestare la propria volontà politica e visto concretizzarsi il rischio di una loro soppressione politica.

La Native American Rights Fund, uno studio legale senza fini di lucro che dagli anni Settanta fornisce assistenza e rappresentanza legale alle tribù indiane, sta lavorando per ampliare la partecipazione politica degli elettori appartenenti a comunità indiane. I voting cases di cui la NARF si è occupata sono cominciati nel 2006 e hanno riguardato in particolare l’Alaska e il Nord Dakota.
In Alaska la violazione dei diritti politici dei nativi è legata a una questione linguistica: dal 1975 il materiale elettorale non ė disponibile in nessuna delle lingue parlate dalla gente del posto, né in Yupik , né Inupiaq, né in Gwich’in. Insomma, i membri delle tribù devono accontentarsi dell’inglese. Bassissima affluenza ai seggi e incomprensione di ciò per cui si sta votando sono le principali conseguenze della violazione dei diritti degli indigeni. Le battaglie legali degli anni scorsi, l’ultima delle quali conclusasi nel 2014, hanno avuto un esito positivo: la Corte ha ordinato la traduzione di tutto il materiale pre-elettorale.

La legislazione del North Dakota, invece, prevede che gli elettori debbano presentare un documento di identità che attesti il loro indirizzo di residenza, informazione di cui generalmente sono sprovvisti i documenti dei membri delle comunità tribali. In passato all'elettore che non fosse in possesso dei documenti richiesti era comunque permesso di votare, a patto che fosse possibile accertarne l’identità attraverso una deposizione scritta. Tuttavia alcuni emendamenti promossi tra il 2013 e il 2015 non permettono ai nativi, per i quali risulta estremamente difficile procurarsi nuovi documenti di identità, di presentare la deposizione che consentirebbe di identificarli. Per questo, l’ultimo progetto del NARF prevede la presentazione di una mozione che possa annullare gli emendamenti che ostacolano la partecipazione degli elettori nativi alle elezioni del prossimo novembre.

È solo l’ultimo episodio che conferma l’esistenza di quei confini ben definiti che hanno tradizionalmente caratterizzato la democrazia americana. La narrazione che gli Stati Uniti fanno di sé stessi, cioè quella di un paese in cui la democrazia è il principale bene di esportazione, incontra limiti evidenti. Perché sarà pur vero che  la Costituzione americana si fonda sul principio del governo limitato – nessun potere maggiore rispetto ai poteri conferiti dal popolo- e su quello di sovranità popolare- la volontà del popolo è creatrice del governo stesso; ma si tratta pur sempre di una volontà limitata. Di certo non quella “dell’altro popolo americano”.

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Fonte: Vulcano Statale


Autore: Letizia Gianfranceschi - redazione Vulcano Statale

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Articolo tratto interamente da 
Vulcano Statale


Vi ricordo l'iniziativa poesie e racconti dal web




Voglio ricordare a tutti gli amici e lettori di questo blog, l'iniziativa poesie e racconti dal web. Se siete interessati alla pubblicazione di una vostra opera su questo blog, inviatemi  la vostra richiesta via  e-mail.


Citazione del giorno



"La vera amicizia resiste al tempo, alla distanza ed al silenzio."

Isabel Allende



Australia: nuove coordinate geografiche per uniformarsi a quelle globali


Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Sabato 30 luglio 2016

Nei prossimi mesi, l'Australia cambierà le proprie coordinate geografiche locali per uniformarle a quelle globali. Attualmente, le coordinate locali e quelle globali dell'isola differiscono di quasi 1 m. Questa discrepanza è data dal fatto che la placca tettonica dell'Australia si muove di circa 7 cm l'anno.

L'organo predisposto a questo cambiamento, ha spiegato che la modifica è necessaria sia per i normali GPS che per permettere l'avvento delle auto a guida automatica, a cui servono dati di orientamento accurati.

I sistemi satellitari si basano su coordinate fisse, che non si modificano nonostante lo spostamento dei continenti. Alcuni stati, tuttavia, creano mappe e misure basandosi su coordinate fissate in base alla posizione del continente.


Le attuali coordinate locali dell'Australia sono state fissate nel 1994; da allora, l'isola si è spostata a Nord di circa 1,5 m. Per questo motivo, il 1º gennaio 2017 le coordinate verranno spostate a nord di 1,8 m. I 30 cm di discrepanza faranno sì che le coordinate locali e quelle globali coincideranno nel 2020; a quel punto, verrà implementato un nuovo sistema per ovviare al problema.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 

Autori: vari

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Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 



sabato 30 luglio 2016

A 40 anni dal terremoto, il Friuli ricorda con una mostra

Venzone - Duomo - dopo 15 settembre 1976

Articolo da OggiScienza

SPECIALE LUGLIO – 1976: quando si nomina questa data a un friulano, qualcuno sussulta ancora scosso da un tremito, ripercorrendo le sensazioni vissute durante il terremoto che colpì parte del Friuli Venezia Giulia il 6 maggio di quarant’anni fa. Nella rievocazione storica di questo tragico evento è stata allestita la mostra “L’identità di un paesaggio. La memoria della ricostruzione”. Inaugurata lo scorso 15 luglio nel Geo Centre Immaginario Geografico (IG), sito a Malnisio di Montereale Valcellina, resterà aperta al pubblico fino al prossimo 15 agosto.

La mostra, concepita per essere itinerante, è focalizzata sull’opera di riedificazione che ha visto l’attuazione dell’articolo 8 della legge regionale n.30/1977, che riguardava il recupero degli edifici colpiti dai terremoti. La legge venne emanata con l’intenzione di salvaguardare le strutture che rispondevano a canoni di architettura tipica friulana. La volontà condivisa dagli enti politici era quella di riportare in vita le cosiddette “abitazioni spontanee” che sarebbero altrimenti state dimenticate, in un’ottica di ricostruzione dell’identità friulana.

Queste strutture non seguono forme precise e non rispondono a leggi particolari, piuttosto si identificano per caratteristiche uniche, costruite utilizzando i materiali del posto e adattandole al contesto. Gli studi sulla casa rurale friulana sono quindi molto legati all’ambiente naturale in cui sono state costruite. Partiamo quindi dall’ambiente per comprendere il motivo dell’attuazione di questa legge fortemente voluta in primis dalla popolazione stessa.


Il Friuli Venezia Giulia presenta netti contrasti nelle sue caratteristiche fisiche, che agli inizi del secolo scorso si riflettevano stabilmente sulle attività lavorative umane, con le agricolture estensive al centro-sud e gli allevamenti nelle zone sotto i 1000 metri di altitudine. Il nord della regione è dominato da catene montuose parallele, le Alpi e le Prealpi Carniche e Giulie costituite prevalentemente da calcari, dolomie, calcari selciferi, marnosi e arenarie. Al centro, la pianura alluvionale è solcata dai letti dei fiumi (Tagliamento, Livenza, Isonzo e Timavo) e dall’anfiteatro Morenico, un ex ghiacciaio. Questa zona viene comunemente divisa dalla linea delle Risorgive in alta e bassa pianura. La parte inferiore della regione sfocia infine nel Mare Adriatico.

È proprio la presenza di terreni misti incompatibili a contribuire al rimbombo delle vibrazioni e quindi all’amplificazione dei danni per l’incontro delle faglie rocciose. Alle 9 della sera del 6 maggio 1976, l’urlo dell’Orcolat si fa sentire – nome che nell’immaginario collettivo viene dato all’Orco responsabile del cataclisma. Oscillazioni e vibrazioni sussultorie sprigionano l’energia trasmessa dall’onda sismica. La maggior parte delle persone escono dagli edifici terrorizzate, alcuni restano dove sono, minimizzando l’accaduto, altri ancora confusi si rifugiano nelle proprie abitazioni tremolanti. La scossa – di magnitudo 6,4 secondo la scala Richter – trancia le linee di comunicazione, sia telefoniche sia radio, priva la zona di energia elettrica e lascia i terremotati senz’acqua, facendo saltare le tubature e inquinando gli acquedotti. Fuori uso anche le strade e le ferrovie. Gli unici mezzi funzionanti rimangono le radio sulle unità mobili dei Vigili del Fuoco, Stradale e Croce Rossa. I primi contatti con l’esterno si hanno in realtà grazie ai radioamatori e ai CB (Citizen Band), piccoli e grandi appassionati di ricetrasmettitori, che riescono a mettersi in contatto con i soccorsi tramite le loro radioline. Casualmente, al momento è in corso un’esercitazione del CER (Corpo Emergenza Radioamatori) che contribuisce alla diffusione delle prime informazioni parziali.

Il giorno successivo, davanti al Presidente del Consiglio Aldo Moro e al Ministro dell’interno Francesco Cossiga in visita, si apre uno scenario di desolazione e di morte: le case sventrate, le aziende scoperchiate, i castelli sbriciolati, le facciate romaniche delle chiese crollate, con danni al patrimonio storico culturale che superano i 1800 miliardi di lire.

I numeri della catastrofe saranno individuati solo in seguito: complessivamente sono state distrutte circa 17.000 case, sono morte 965 persone e altre 3000 sono rimaste ferite. Quasi 200 000 persone hanno perso la casa. La gestione dell’emergenza viene affidata in modalità speciale al sottosegretario alla protezione civile Giuseppe Zamberletti, con il ruolo di commissario straordinario. A causa dell’ingente ammontare dei danni che ricoprono un territorio pari a circa 5000 kmq, gli vengono conferiti poteri al limite della Costituzione. Il suo operato non è circoscritto alla sola supervisione, ma si estende alle funzioni di tutti i Ministri. A lui l’onere di rimettere in sesto i 137 comuni colpiti: 45 quelli disastrati, 40 gravemente danneggiati e 52 danneggiati. L’epicentro viene localizzato nel Monte San Simeone, a nord di Udine, sopra Gemona, vicino a Bordano e Venzone.

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Fonte: OggiScienza


Autore: 
Sara Bidinost

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da
 OggiScienza



Photo credit YukioSanjo (it.wikipedia) [CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons


Omaggio alla Corsica


corsica from emeric on Vimeo.

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Rio de Janeiro timelapse


RIO from SCIENTIFANTASTIC on Vimeo.

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10 alimenti per combattere afa e calura


Articolo da TuttoGreen

Scoprite quali sono i cibi per combattere il caldo, perché idratano al meglio e sono ricchi di sali minerali, acqua e vitamine, sostanze utili in caso di sudorazione e temperatura elevata.

Cibi anti caldo: in estate afa e temperature bollenti possono diventare davvero insopportabili, specie per chi rimane in città alla prese con la canicola estiva.

Per affrontare al meglio il clima rovente dei mesi più caldi e rimanere in forma, è opportuno modificare l’alimentazione e selezionare accuratamente i cibi che portiamo in tavola ogni giorno per assicurare al nostro organismo il giusto apporto di vitamine, sali minerali e una corretta idratazione.

Le scelte alimentari naturali , infatti, influiscono molto sul nostro benessere e mai come in estate possono rappresentare un’arma importante per difendersi dal caldo sia di giorno che di notte.

Oltre alla regola di bere molto durante tutto l’arco della giornata, consumare con regolarità questi cibi vi aiuterà a combattere l’afa e riposare bene.

Cibi anti caldo: 10 alimenti consigliati nei periodi di grande calura estiva


1. Pesche. Sono composte per l’85% da acqua e rappresentano un’ottima fonte di vitamina C, ferro e potassio. Fresche, tonificanti e rimineralizzanti, le pesche possono essere consumate da sole o utilizzate per preparare centrifugati e succhi di frutta naturali.

2. Zucchine. Sono composte per il 95% da acqua e sono ricche di vitamina A, C e di sali minerali. Versatili e gustose, uno dei modi migliori di consumare le zucchine in estate è in insalata con un filo d’olio e tante foglioline di menta che aiuterà la digestione eliminando il fastidioso mal di testa da calura.

3. Cetriolo. E’ fatto per il 96% da acqua ed è uno dei ‘must‘ dell’estate in tavola. Il cetriolo è ricco di fosforo, potassio, calcio  vitamina C e svolge sull’organismo un’azione disintossicante e lenitiva sulla pelle.

4. Anguria. E’ forse il frutto estivo per antonomasia, così ricca di acqua, carotenoidi e antiossidanti. Rinfrescante e dissetante, l’anguria è un alleato formidabile contro il caldo ma anche contro i radicali liberi.

5. Melone. Un po’ come l’anguria, anche i melone in questa stagione fa spesso capolino sulle nostre tavole essendo composto per il 90% da acqua. Gustoso e succoso, il melone è ricco di potassio, vitamine e sali minerali e il suo consumo ha effetti benefici sul sistema circolatorio.


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Fonte: TuttoGreen


Autore: 
Erika Facciolla


Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
TuttoGreen




Estate di Ada Negri


Estate

Nei mesi estivi il solleone
rende i muri così abbaglianti
che a fissarli vien sonno:
tende gialle e rosse
si abbassano sui negozi;
il nastro di cielo
che s'allunga fra due strisce
parallele di tetti
è una lamina di metallo rovente.
Dolce è non far niente,
accucciati sulle pietre roventi,
respirando il caldo.

 Ada Negri


È morta l’attrice Anna Marchesini



E' morta a 63 anni Anna Marchesini, storica componente del Trio assieme a Tullio Solenghi e Massimo Lopez. La notizia è stata diffusa dal fratello Gianni, attraverso un post su Facebook. L'attrice era malata da tempo di artrite reumatoide.

Ripercorriamo la sua carriera, attraverso una biografia pubblicata su Wikipedia.


Anna Rita Marchesini (Orvieto, 19 novembre 1953 – Orvieto, 30 luglio 2016) è stata un'attrice, comica, doppiatrice, scrittrice e imitatrice italiana.

Ha fatto parte del celebre Trio con Massimo Lopez e Tullio Solenghi, che ha lavorato con continuità dal 1983 al 1994 e si è ricostituito, seppur per sole tre serate, per festeggiare i 25 anni dalla fondazione, nel 2008. Dopo lo scioglimento del Trio, l'attrice ha continuato la sua attività al fianco di Solenghi, dal 1994 al 1995, per proseguire da sola la carriera di attrice teatrale.


Inizi della carriera

Anna Marchesini nacque ad Orvieto il 19 novembre 1953 (nella sua carta d'identità la data che compare è in verità quella del 18 novembre), frequentò la scuola elementare saltando la seconda classe e passando direttamente alla terza, riducendo così i suoi anni di studio. Dopo le scuole medie, frequentò il Liceo Classico di Orvieto e a soli 18 anni si iscrisse al corso universitario di Psicologia dell'Università di Roma, conseguendo la laurea a 22 anni nel 1975. Nel 1976 entrò all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico e si diplomò nel 1979 come attrice di prosa.

Ancora allieva all'accademia, nell'estate del 1976 debuttò nello spettacolo Il borghese gentiluomo di Molière, sotto la regia di Tino Buazzelli. Ogni estate (dal 1979 al 1981), eseguì una pièce estiva con la regia di Lorenzo Salveti, suo insegnante; alcune rappresentazioni realizzate furono Le donne al parlamento e Gli uccelli di Aristofane. Nel 1979, dopo il diploma, entrò in compagnia teatrale al Piccolo di Milano e sotto la regia di Virginio Puecher recitò in Platonov di Anton Čechov.

Nel 1980, per la regia di Mario Scaccia e Nino Mangano, prese parte a Il Trilussa Bazar di Ghigo De Chiara, nel 1981 al Barbiere di Siviglia sotto la regia di Mario Maranzana e nel 1982, per la regia di Tonino Pulci, al Fantasma dell'Opera. Sempre nel 1982 lavorò per la prima volta con Tullio Solenghi, in un programma svizzero per italiani.

Già da tempo l'attrice si era impegnata in un'intensa attività nel campo del doppiaggio, campo che nel corso della sua carriera ritroverà in varie occasioni. È stata doppiatrice di Judy Garland nella seconda edizione restaurata de Il mago di Oz (1980) nonché di numerosi ruoli in cartoni animati trasmessi nei primi anni ottanta. La si può ricordare in cartoni animati tra cui Lo specchio magico o Time Bokan-La macchina del tempo. Nell'ambiente del doppiaggio nel 1982 incontrò Massimo Lopez, entrambi alle voci dei protagonisti della serie animata Supercar Gattiger.

Il Trio

Nel 1982 Il Trio Marchesini-Lopez-Solenghi esordì su RadioDue col programma radiofonico Helzapoppin (dal celebre musical 1938 Hellzapoppin' e dall'omonimo film del 1941 di Henry C. Potter). I tre furono scritturati dalla RAI di Genova per un programma radiofonico del sabato mattina di 13 puntate che però, per il buon successo, divennero 52.

Nel 1985, dopo aver inviato una videocassetta ad Enzo Trapani, il Trio fu scelto per 8 puntate televisive del varietà Tastomatto, affiancando Pippo Franco alla conduzione. Qui nacquero molti degli sketch che li resero famosi, in primis le parodistiche interpretazioni telegiornalistiche e pubblicitarie. Nel 1985 Anna Marchesini prende parte al film A me mi piace, diretto da Enrico Montesano.

Con le 40 puntate di Domenica in nel 1985/1986, il Trio fu premiato come Rivelazione dell'Anno. Nel 1986 i tre prendono parte a Fantastico 7. Grazie al programma diventano conosciuti a livello mondiale per uno sketch considerato offensivo nei confronti della madre di Ruhollah Khomeyni. Malgrado l'imbarazzo internazionale dovuto allo sketch, questo varrà loro un articolo sulla rivista statunitense Variety e alcuni spettacoli oltreoceano, al Lincoln Center di New York e a Buenos Aires.

Il grande impatto sul pubblico e il loro talento comico li lancia sul palco dell'Ariston per ben tre volte (Sanremo 1986, Sanremo 1987 e Sanremo 1989). Contemporaneamente si ha il ritorno del Trio a teatro, pur non tralasciando gli impegni col pubblico televisivo. Sono quindi, rispettivamente, del 1987 e del 1991 gli spettacoli Allacciare le cinture di sicurezza e In principio era il trio. Entrambi i lavori ottennero un buon successo, furono portati in tournée per molti anni e furono ripresi in televisione più volte. Allacciare le cinture di sicurezza fu anche premiato con un Biglietto d'Oro.

La loro fama e comicità raggiunge il culmine nel 1990 con I promessi sposi, rilettura parodistica dell'omonimo dramma manzoniano, trasmesso su Rai 1 in 5 puntate, ascolto medio di 13 milioni di spettatori con picchi di 17 milioni. Il 19 settembre 1991 Anna Marchesini sposa l'attore tarantino Paki Valente con rito civile a Parigi. I due avranno una figlia nel 1992, Virginia, e divorzieranno nel 1999.

Lo scioglimento del Trio avvenne nel 1994, quantomeno nelle sue produzioni, dato che nulla lasciò intendere la fine del gruppo comico (cosa confermata dal loro recente ritorno sugli schermi per la commemorazione dei 25 anni di attività). Sembra che il motivo sia stato il desiderio di Massimo Lopez di sperimentare una carriera da solo. Ne seguì una collaborazione Solenghi-Marchesini nel 1994: La rossa del Roxy Bar ma, contemporaneamente, la pubblicazione del libro Uno e Trino di Tullio Solenghi confermò la fine di un boom di comicità durato più di dieci anni.

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Amico mio...




"Amico mio, accanto a te 
non ho nulla di cui scusarmi,
nulla da cui difendermi,
nulla da dimostrare: trovo la pace...
Al di la' delle mie parole maldestre
tu riesci a vedere in me
semplicemente l'uomo."

Antoine de Saint-Exupery




giovedì 28 luglio 2016

Turchia, i numeri della repressione



Articolo da Pressenza

Dopo il sanguinoso tentativo di colpo di stato del 15 luglio, i diritti umani in Turchia sono in pericolo. La reazione delle autorità è stata sommaria e brutale e ha scatenato un giro di vite di dimensioni eccezionali proseguito con la proclamazione, cinque giorni dopo, dello stato d’emergenza.

Amnesty International è sul posto, a Istanbul e Ankara, per documentare le violazioni dei diritti umani che si stanno verificando.

Ecco alcuni allarmanti numeri:

Secondo il governo, durante il fallito colpo di stato sono state uccise almeno 208 persone e ne sono state ferite oltre 1.400.

In seguito, sono state arrestate oltre 10.000 persone.

Oltre 45.000 persone sono state sospese o rimosse dall’incarico, tra le quali giudici, procuratori, funzionari di polizia e altre ancora.

Alla data del 25 luglio erano stati spiccati 42 mandati di cattura nei confronti di giornalisti e alla data del 26 luglio, sei giornalisti erano agli arresti.

Nei giorni successivi al fallito colpo di stato sono stati bloccati 20 siti Internet.

A decine di giornalisti è stato ritirato l’accredito-stampa ed è stata revocata la licenza a 25 organi d’informazione.

Secondo le informazioni raccolte da Amnesty International, i detenuti in custodia di polizia a Istanbul e Ankara sono costretti a rimanere fino a 48 ore in posizioni che provocano dolore fisico. Inoltre, sono privati di cibo, acqua e cure mediche, insultati e minacciati e, in diversi casi, sottoposti a brutali pestaggi e a torture, tra cui lo stupro.

La durata iniziale dello stato d’emergenza imposto il 20 luglio è di tre mesi, durante i quali il governo può agire tramite decreto senza voto parlamentare.

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Fonte: Pressenza

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Articolo tratto interamente da Pressenza


Proverbio del giorno


Rendi il tuo spirito simile al vento, che passa su tutte le cose senza attaccarsi a nessuna di esse.


Proverbio Zen


28 luglio 1987 – Alle 7:23 una frana di enormi dimensioni dovuta alle insistenti piogge (alluvione della Valtellina) travolge drammaticamente i paesi di Sant'Antonio Morignone e di Aquilone in Valtellina spazzandoli via e provocando morti e dispersi

Frana-Pizzo-Coppetto

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'Alluvione della Valtellina è una serie di disastri e di tragedie naturali che successero nell'estate del 1987 in Valtellina nella Provincia di Sondrio, e più precisamente nel comune di Valdisotto provocando 53 morti, migliaia di sfollati, danni per circa 4000 miliardi di lire.

A metà luglio 1987 dalle latitudini artiche una grande massa d'aria fredda scese verso l'arco alpino, sul quale si trovava una massa d'aria molto calda e umida. La pressione si abbassò bruscamente, ma le temperature rimasero elevate (lo zero termico fu registrato a 4000 metri). Dopo un periodo di forti piogge, che interessarono tanto il fondovalle come i ghiacciai più alti, il 18 luglio alle 17.30 nel paese di Tartano un'enorme massa d'acqua e fango si abbatté sul condominio La Quiete tranciandolo a metà. L'evento interessò anche la strada sottostante e l'albergo Gran Baita, dove persero la vita 11 turisti. Lo stesso giorno, il fiume Adda ruppe l'argine settentrionale poco a ovest di San Pietro di Berbenno, allagandolo e coinvolgendo anche Ardenno, Fusine, Selvetta e Cedrasco. Il fatto causò l'interruzione dei collegamenti stradali e ferroviari con la parte orientale della Provincia di Sondrio, molte persone vennero sfollate dalle loro case.

Nel capoluogo di Sondrio, il torrente Mallero fu sul punto di straripare, così come il torrente Bitto a Morbegno, mentre il fiume Adda straripò allagando tutto il fondo valle nella zona industriale tra i comuni di Talamona e Morbegno.

Fu evacuato l'abitato di Torre di Santa Maria, dove il torrente Torreggio travolse parecchie abitazioni, e all'imbocco dell'alta Valtellina i paesi di Chiuro e Sondalo. Anche i collegamenti con la Svizzera furono interrotti: la dogana di Piattamala era difatti completamente inagibile.

Lunedì 20 luglio la Strada statale 38 dello Stelvio e la linea ferroviaria risultarono ancora interrotte, poiché le acque del lago creato dallo straripamento dell'Adda ad Ardenno defluivano lentamente; la Valtellina, sebbene ancora isolata, non era più soggetta al pericolo.

Il 28 luglio avvenne il fatto più tristemente famoso: la frana della Val Pola.

Tra il 18 e il 28 luglio l'emergenza si era spostata dalla bassa all'alta Valtellina. A monte della strozzatura del ponte del Diavolo, fra le Prese, a sud, e Cepina, a nord, il versante montuoso diede alcuni segnali di cedimento: sull'alto versante montuoso della Val Pola, che si stende ai piedi del monte Zandila, si notarono delle fenditure. La maggiore era lunga circa 100 metri e larga una ventina. Il segnale era allarmante e, dopo un sopralluogo dei geologi, la zona venne dichiarata pericolosa e chiusa.

Alle 7.23 del 28 luglio una frana si staccò dal monte Zandila (nota anche, ma impropriamente, come frana del Pizzo Coppetto, una montagna di 3066 m. d'altezza). Quaranta milioni di metri cubi di materiale precipitano a valle ad una velocità di 400 km/h travolgendo e distruggendo completamente gli abitati di Sant'Antonio Morignone e Aquilone (frazioni di Valdisotto). Fortunatamente i paesi erano stati evacuati precedentemente e ciò salvò la maggior parte della popolazione; venne invece travolta dalla frana una squadra di sette operai che era giunta in paese per svolgere i lavori di ripristino della strada statale 38 e alcuni abitanti della frazione di Aquilone, non evacuati perché ritenuti erroneamente fuori pericolo. Nessuno aveva previsto lo spostamento d'aria dovuto dalla frana che risalì per alcune centinaia di metri la sponda opposta della montagna e costò la vita a 35 persone.

L'emergenza per l'alta Valtellina non finì lì in quanto i detriti dell'enorme movimento franoso crearono uno sbarramento alto 50 metri e bloccarono il normale flusso del fiume Adda verso Tirano a sud. Si creò così un bacino naturale che incombeva su tutta la valle sottostante. Il livello della acque del lago salì mediamente di 2 cm all'ora; si ebbero 60 giorni di tempo per trovare una soluzione che evitasse la tracimazione o persino il crollo dell'argine.

Durante il mese di agosto gli esperti misero sotto controllo il lago drenando parte dell'acqua che si accumulava nell'invaso tramite gallerie di by-pass. Tuttavia a fine agosto le piogge ripresero con forte intensità, il livello delle acque del lago crebbe di 20 cm l'ora e la situazione divenne nuovamente grave. Si rese urgente un intervento sul corpo della frana per creare un nuovo alveo per il deflusso del fiume Adda e la tracimazione controllata del bacino. Vi furono aspre controversie tra chi giudicava la tracimazione controllata l'unica soluzione e chi paventava i possibili rischi di un ulteriore e peggiore disastro se il fronte della frana avesse ceduto. In questo frangente il ministro Remo Gaspari risolse la questione autorizzando, sotto la propria personale responsabilità politica, la tracimazione controllata delle acque del fiume Adda.

Alle 22 di sabato 29 agosto i geologi Maione, Presbitero e l'ingegnere geotecnico Pietro Lunardi (futuro ministro di uno dei governi Berlusconi) presero una decisione drastica: l'evacuazione di tutti i centri abitati nei pressi del corso dell'Adda, da Sondalo a Sondrio, prima di procedere alla tracimazione preventiva. Il giorno seguente, domenica 30 agosto, si preparò il nuovo alveo, scavando una breccia sul fronte della frana e si cominciò far defluire l'acqua accumulata a valle al ritmo di 40 metri cubi al secondo. In seguito gli evacuati rientrarono nelle proprie case e nei giorni successivi il lago venne totalmente svuotato, mentre l'Adda si adattò al nuovo corso. Contemporaneamente a questi avvenimenti, la Regione Lombardia decise di agire anche sul piano del monitoraggio installando un sistema di 14 stazioni in grado di mantenere costantemente controllata l'evoluzione della situazione. Dopo quasi due mesi l'emergenza si concluse.

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Photo credit Arnaldo Zitti (Own work (Photo taken by me)) [GFDL, CC-BY-SA-3.0 or CC BY 2.5], via Wikimedia Commons


mercoledì 27 luglio 2016

Gino Strada: abolire la guerra unica speranza per l'umanità

Gino Strada, chirurgo e fondatore di EMERGENCY, è tra i vincitori del Right Livelihood Award 2015, il "premio Nobel alternativo", "per la sua grande umanità e la sua capacità di offrire assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della guerra e dell'ingiustizia, continuando a denunciare senza paura le cause della guerra".

La cerimonia di consegna del premio si è tenuta a Stoccolma, in Svezia, il 30 novembre 2015. Puoi leggere il testo completo del discorso su www.emergency.it/abolire-la-guerra-unica-speranza-per-umanita

Per saperne di più sulle attività di EMERGENCY a favore delle vittime della guerra e della povertà, visita www.emergency.it


Video credit Emergency caricato su Arcoiris TV - licenza: Creative Commons


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Trovato gene responsabile della SLA grazie all'Ice Bucket Challenge

Doing the ALS Ice Bucket Challenge (14927191426)

Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Mercoledì 27 luglio 2016

L'Ice Bucket Challenge, fenomeno diventato virale nel 2014, ha fatto sì che potesse essere scoperto un gene responsabile della sclerosi laterale amiotrofica, chiamato "gene NEK1".

Grazie all'Ice Bucket Challenge sono stati raccolti circa 115 000 000 $ con l'aiuto dei video virali in cui le persone si svuotavano addosso dell'acqua con cubetti di ghiaccio. Sebbene fosse stata criticata come pratica, i fondi raccolti hanno finanziato sei progetti di ricerca.


La ricerca del Project MinE, pubblicata su Nature Genetics, ha visto lo sforzo di più di 80 ricercatori impegnati nella più grande ricerca sull'ereditarietà della SLA. Lucie Bruijn, Chief Scientist della ALS Association, ha affermato che la ricerca è stata possibile anche grazie al gran numero di campioni raccolti negli anni.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 

Autori: vari

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.5 Generic License.

Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto


Photo credit slgckgc (Doing the ALS Ice Bucket Challenge) [CC BY 2.0], attraverso Wikimedia Commons


Le pagine della nostra vita: recensione del film





Le pagine della nostra vita (The Notebook) è un film del 2004, diretto da Nick Cassavetes.

Trama 

Un uomo anziano legge quotidianamente stralci di un diario ad una donna affetta da demenza senile in una casa di riposo. La donna, che non ricorda nulla di sé tranne un preludio di Chopin che suona a memoria al pianoforte, si appassiona all'avvincente storia d'amore raccontata nel diario, che tratta di un amore nato negli anni quaranta durante una calda estate nella Carolina del Sud.

Allie Hamilton è una bella ragazza di Charleston: è colta, ama suonare il pianoforte e dipingere, appartiene ad una famiglia facoltosa e dopo l'estate frequenterà la prestigiosa Università di New York. Casualmente, al luna park del paese, conosce Noah Calhoun, un ragazzo povero che fa l'operaio e che vive con il padre in campagna. Tra i due, così diversi per ceto sociale e carattere, scoppia un amore travolgente, fatto di momenti appassionanti trascorsi in una vecchia casa, che Noah vorrebbe ristrutturare. I genitori di Allie non condividono il loro sentimento e costringono la ragazza a tornare con loro a Charleston. Allie, messa alle strette dai genitori, confessa a Noah che deve partire e quest'ultimo la lascia.

Noah scrive ad Allie una lettera ogni giorno per trecentosessantacinque giorni, come aveva promesso di fare, ma non riceve alcuna risposta. In realtà anche Allie non ha mai ricevuto nulla, poiché la madre ha sempre impedito che le giungessero le lettere di Noah. Entrambi quindi finiscono per pensare che l'altro l'abbia dimenticato.

Lo scoppio della seconda guerra mondiale separa ulteriormente i due: Noah si arruola, mentre Allie va all'università e diventa infermiera. Ormai convinta che Noah l'abbia dimenticata, si innamora di Lon, un ragazzo benestante che conquista immediatamente la sua famiglia. Lon, che ama profondamente la ragazza, le chiede di sposarlo e lei accetta.

Noah, invece, una volta ritornato dalla guerra, ha Allie come chiodo fisso: anche se s'intrattiene talvolta con Marta, una vedova di guerra, non fa che pensare a lei. Questa sua ossessione non fa che abbruttirlo: inizia a ubriacarsi e si prefigge come obiettivo una folle impresa: ristrutturare, come promesso a Allie, la casa in cui due avevano fatto per la prima volta l'amore. Una volta acquistata, inizia a ristrutturarla con l'aiuto del padre, che però dopo poco tempo muore. Il ragazzo prosegue però da solo e, dopo mesi di duro lavoro, ci riesce: la casa è completamente ristrutturata, identica a come Allie molti anni prima aveva detto di desiderarla, con un pianoforte e una stanza che dà sul fiume per dipingere.

Durante le prove del suo abito da sposa, Allie vede casualmente la foto di Noah sul giornale, e cade in confusione. Torna nei luoghi che hanno fatto da sfondo alla sua storia d'amore, rivede Noah e, durante una traversata in canoa sotto la pioggia, tra i due scoppia nuovamente la passione. I ragazzi hanno così modo di chiarirsi, ed Allie viene a conoscenza delle lettere mai consegnatele da parte della madre.

A un primo bacio segue una lunga notte di passione ma la mattina arriva la madre di Allie. La ragazza, furibonda, le chiede di spiegarle il motivo per cui le ha nascosto le lettere e la madre la porta in un luogo dove lavorano alcuni operai. Uno degli operai era il suo grande amore giovanile, a cui la donna aveva rinunciato per sposare il padre di Allie, poiché sapeva che, sebbene avessero una forte attrazione e un forte sentimento, lei e quell'uomo erano diversi e quindi non destinati a stare insieme. Nonostante sembri che voglia portarla via, la madre riconsegna le lettere ad Allie e la riporta a casa di Noah, lasciandola libera di decidere. La ragazza è confusa: lei ama Noah, ma nutre anche un profondissimo affetto per Lon, che a suo parere non merita di essere deluso in tal modo.

Allie, per prendere una decisione adatta, lascia anche la casa di Noah e torna in albergo. Tutto fa presagire che Allie abbia deciso di non deludere Lon, e così Noah la vede andare via per la seconda volta. Allie va da Lon: il ragazzo la lascia libera di decidere quello che è meglio per lei, dato che la ama davvero e profondamente. La ragazza allora fa ritorno da Noah, il suo unico grande amore.

Il diario si conclude così, e finalmente l'anziana donna ha un momento di lucidità: quella che sembrava l'appassionante storia di due sconosciuti è più vicina a lei di quanto non credesse. È infatti lei Allie, e il suo amorevole anziano lettore è Noah, suo marito: la donna non ricordava più nulla per via della demenza senile in stadio avanzato, ma Noah le è stato vicino affinché, anche per pochi attimi, la donna che non ha mai smesso di amare potesse ricordare il loro grande amore.

Curiosità sul film

Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Nicholas Sparks.

La mia opinione

Una grande storia d'amore con la A maiuscola. Questo film sicuramente può strappare qualche lacrima e in linea di massima è ben fatto.

Voto: 6,5

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


La terra dell’abbondanza: reportage sui senzatetto della California



Articolo da Il lavoro culturale

Un reportage a cura di Sandro Montefusco, ricercatore all’Università di California, San Diego. Gli scatti rientrano in un progetto etnografico che l’autore ha realizzato attorno al rapporto tra gli homeless e il territorio californiano.

Nel 1939 John Steinbeck scrisse The Grapes of Wrath (Furore, Bompiani, 1940), prendendo spunto da una serie di articoli del San Francisco News sulle condizioni di vita di una popolazione che, attratta da offerte di lavoro, aveva abbandonato le grandi pianure del Midwest per raggiungere la California. È in questo scenario che John Steinbeck inserì il viaggio di Tom Joad e famiglia, costretti a lasciare l’Oklahoma ricoperto dalle tempeste di polvere e percorrere su un autocarro la Route 66 per raggiungere finalmente la terra del latte e del miele. Ma di quel sogno nulla, soltanto lavori sottopagati e amara rassegnazione. Arrivarono poi le riforme di Roosvelt, il secondo conflitto mondiale e la crescita del dopoguerra, rafforzando economicamente la regione che oggi tutti conosciamo. Insieme alle spiagge infinite, alla bellezza delle palme e dei viali e delle onde dei surfisti, la California è anche l’odore acre dei senzatetto, l’arrancare silenzioso di questo esercito d’invisibili che colonizzano porticati e parchi, trascinano carrelli pieni di buste. Riposano tra i sedili degli autobus o nelle tendopoli sotto gli imponenti ponti delle freeway. Aspettano una nuova disperata notte nella terra dell’abbondanza.

Camminando nell’East Village di San Diego

Michael McConnel, avvocato e filantropo, da anni conduce numerose lotte per i diritti e l’assistenza dei senzatetto e, tenta di spingere le reti governative ad attuare politiche di assistenza e sensibilizzazione. Sarà Michael ad accompagnarmi nell’East Village. Ci incontriamo sulla decima strada tra il Petco Park e la Central Library. È qui che storicamente si concentra il maggior numero di senzatetto e dove operano diverse associazione per la distribuzione di acqua, pasti, indumenti, servizi igienici. A ridosso della Library c’è una fila composta che aspetta la distribuzione di cibo e beni di prima necessità. L’aria sembra serena. Diverse persone riconoscono McConnell, si raccontano, discutono delle ultime vicende. A meno di un isolato dalla Central Library c’è l’ingresso dell’Interstate 5, la principale arteria di collegamento tra il Nord e il Sud della California. Qui trovano posto una ventina tra tende e teloni arrangiati. Michael inizia a parlare con diverse persone quando la discussione si accende e Jim fa delle smorfie di dolore e lacrime. Dice che avrebbe bisogno di assistenza sanitaria per i suoi problemi di stomaco. È amareggiato – come tutti gli altri senzatetto – per le ultime retate della polizia che obbligano lo sgombero. Jim non vuole lasciare quel posto. Lo tiene pulito e ordinato, cura le piante. Poche settimane fa, proprio mentre tutta la popolazione di San Diego veniva informata mediante smartphone dell’imminente tempesta causata dal “El Nino”, la polizia aveva ordinato lo sgombro delle tende e dei rifugi. Un episodio che ha creato malcontento e rabbia tra i senzatetto che hanno dovuto riorganizzare tutte le loro cose poco prima dell’inizio delle violenti piogge. L’intera area è stata tappezzata di manifesti riportanti le date orientative in cui verrà effettuata la pulizia delle strade. In passato, ci racconta Michael, queste operazioni erano eseguite in zone alterne per dare la possibilità ai senzatetto di potersi spostare. Ciò significa che i pochi beni delle persone assenti verranno caricati sui camion o spazzati dagli idranti. Ansia e preoccupazione, pertanto, si aggiungono a persone già emotivamente e fisicamente fragili.

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Fonte: Il lavoro culturale  


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Articolo tratto interamente da Il lavoro culturale