sabato 4 giugno 2016

Si è spento la leggenda del pugilato Muhammad Ali



E' morto Muhammad Ali,  meglio noto come Classius Clay, una grande leggenda del pugilato. L'ex pugile, malato dal 1984 di Parkinson, era ricoverato da giovedì scorso in un ospedale di Phoenix per problemi respiratori. Oltre che un grande campione sul ring, era impegnato anche in azioni umanitarie e tra l'altro si era rifiutato di combattere la guerra in Vietnam.

Ripercorriamo la sua carriera, attraverso una biografia pubblicata su Wikipedia.


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera. 

Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr. (Louisville, 17 gennaio 1942 – Phoenix, 3 giugno 2016), è stato un pugile statunitense, tra i maggiori e più apprezzati sportivi della storia.

Aveva vinto l'oro Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960, come pugile professionista aveva detenuto il titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978 e per un'ultima breve parentesi ancora nel 1978.

Muhammad Ali era noto anche per la sua conversione all'Islam e per avere rifiutato di combattere nella Guerra del Vietnam. Affetto dalla Sindrome di Parkinson, dopo il suo ritiro dal mondo sportivo Ali si era distinto per le sue azioni umanitarie.

Cassius Marcellus Clay Jr. nacque il 17 gennaio 1942 a Louisville, in Kentucky. Più anziano dell'unico fratello Rudolph Valentine (Rahman Ali), ricevette il nome di suo padre, Cassius Marcellus Clay Sr. (1912-1990), a sua volta così battezzato in onore di un politico abolizionista del XIX secolo. Suo padre era un pittore di insegne (figlio a sua sua volta di Herman H. Clay (1876-1954) e Edith Edean Greathouse (1890-1971) e nipote di John Clay (1837-1909) e Sarah Frye Clay (1854-1901), nativi del Madagascar) e sua madre, Odessa Lee Grady Clay (1917-1994), figlia di John Lewis O'Grady (1886-1965) e Birdie Bell Morehead (1894-1944) (di discendenza afro-americana (il nonno materno della madre, Thomas Morehead (1836-1913), era nato da Armistead S. Morehead (1808-1865), bianco ed una schiava di nome Dinah (1821-1845), ed aveva combattuto per i Buffalo Soldier, primo esercito interamente composto da afro-americani) inglese, irlandese (il nonno paterno della madre, Abe O'Grady era emigrato dalla cittadina di Ennis, che Ali aveva visitato nel 2009 ottenendo la cittadinanza onoraria, ed aveva sposato la figlia di Lewis e Amanda J. "Mandy" Walker, una coppia del Kentucky) e, molto alla lontana, italiana in quanto discendente di un certo Bartolomeo Taliaferro vissuto nella Repubblica di Venezia nel 1500 ed in seguito emigrato in Inghilterra), era una domestica. Sebbene il padre fosse di confessione Metodista acconsentì che Odessa crescesse i figli nel credo battista.

Fu indirizzato alla boxe dal poliziotto di Louisville Joe E. Martin, che lo incontrò mentre, dodicenne, inveiva contro chi aveva rubato la sua bicicletta, promettendo allo sconosciuto "una bella strapazzata". Il poliziotto gli consigliò di imparare prima a boxare e lo portò alla palestra Columbia, dove iniziò a mettere in mostra il suo talento.

Dopo una brillante carriera da dilettante si mise in luce alle Olimpiadi di Roma del 1960 conquistando l'oro nella categoria dei pesi mediomassimi.

Nel 1960 passò al professionismo e batté Lamar Clark per KO e poi affrontò un altro avversario che all'epoca era molto temuto :Doug Jones. Ali vinse per decisione unanime.

Ali VS Liston I

Nel 1964 il campione in carica dei pesi massimi era Sonny Liston, che aveva ed ha tuttora il record di vincitore del titolo mondiale in un solo round. Egli sconfisse Floyd Patterson, celebre pugile che, però, perse appunto al primo round. Muhammad Ali riuscì ad ottenere il posto di sfidante e nel febbraio dello stesso anno affrontò il campione Sonny Liston sfavorito da tutta la gente e anche dalla stampa. Il match però non fu come tutti si aspettavano grazie alla sua agilità e alla sua velocità Ali riusciva a schivare e a colpire Liston. Quando i secondi del campione lo videro in difficoltà, misero del sale sui suoi guantoni in modo da colpire il volto di Ali e farlo accecare per poi essere in vantaggio. Ali iniziò infatti ad accusare i colpi di questa mossa scorretta, ma durante i round successivi si riprese, fino a quando non riuscì a battere Liston per abbandono all'inizio della settima ripresa, stupendo la gente e tutto il mondo sportivo.

Ali VS Liston II

Il giorno dopo la conquista del titolo, nel 1964 Clay si convertì alla fede islamica, aderì alla Nation of Islam e cambiò legalmente il suo nome in Muhammad Ali.

Rifiutato dalle principali sedi pugilistiche americane e da Las Vegas, il match di rivincita con Liston si disputò nel 1965 a Lewinston nel Maine. Il 25 maggio Ali, detentore della corona dei massimi, e Liston si incontrarono di nuovo. Alla prima ripresa dopo appena un minuto il campione del mondo colpì l'avversario con un colpo d'incontro apparentemente innocuo, passato alla storia come il cosiddetto pugno fantasma (the phantom punch) Liston rimase al tappeto apparentemente tramortito; Ali sembrò consapevole di non aver colpito così duramente lo sfidante e lo invitò con veemenza ad alzarsi per continuare il combattimento. Secondo gli esperti che hanno visionato al rallentatore la ripresa, il colpo di Ali, assestato da brevissima distanza e quasi invisibile, sembra aver colpito la tempia dell'avversario, che in quel momento stava portando un attacco con il suo caratteristico stile ed era fortemente sbilanciato in avanti. L'immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è divenuta una delle icone della nostra epoca. La mafia riuscì a guadagnare enormi somme di denaro scommettendo sull'allora sfavorito Muhammad Ali, inoltre l'ascesa del giovane campione sembrava poter aumentare la popolarità della boxe più di quanto il poco pubblicamente apprezzato Liston potesse fare. Ciò nonostante, a giochi ormai fatti, mentre Ali viene osannato e festeggiato, nessuno si interessa di Liston che gira sconsolato sul ring ed all'incontro con un suo assistente, lo si nota chiaramente vacillare ed ondeggiare come se non si fosse ancora pienamente ripreso dal pugno subito.

Nel 2004 Ali è tornato sull'argomento nella sua ultima intervista ufficiale, cui ha risposto con l'aiuto dei familiari.

(EN)
« I love Sonny. He was a good man. And the punch did connect. I don't know how good the punch was, although I felt the connection. If he took a dive, he wouldn't have done it in the first round. »

(IT)
« Voglio bene a Sonny. Era un brav'uomo. Ed il pugno l'ha colpito. Non so bene quanto buono fosse il colpo, sebbene io abbia sentito il contatto. Se avesse voluto fingere un KO, non l'avrebbe mai fatto al primo round. »

In seguito affrontò altri grandi pugili: batté due volte Floyd Patterson, nel primo incontro Ali lo mise a dura prova, infatti al settimo round lo mise anche in ginocchio ma l'ex campione si rialzó poi però al dodicesimo round fu sconfitto per TKO. Nel secondo match Patterson fu di nuovo battuto sempre KO tecnico. Poi affrontò altri, tra cui Zora Folley, Cleveland Williams, George Chuvalo, Brian London. Quest'ultimo fu battuto al terzo round che secondo alcuni è stato anche il KO più bello di Ali, infatti egli fu velocissimo e colpì l'avversario in maniera provvidenziale fino a farlo cadere. Insomma dopo esser diventato campione mondiale Ali affrontó tutti pugili di nome che all'epoca erano quotati bene.

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