giovedì 12 maggio 2016

La camera ha approvato le unioni civili


Articolo da Radio Città Fujiko 

L'iter del ddl sulle unioni civili giunge al termine, con l'approvazione da parte della Camera della proposta di legge Cirinnà, su cui il governo ha posto la fiducia. Una legge attesa da decenni, che riconosce l'esistenza delle coppie dello stesso sesso, ma che non garantisce pienamente l'uguaglianza. I commenti di Sergio Lo Giudice (Pd) e Vincenzo Branà (Arcigay Bologna).


Da oggi le Unioni civili sono realtà anche in Italia. Il voto favorevole della Camera alla questione di fiducia posta dal governo segna la fine del lungo e travagliato iter del ddl Cirinnà. Il nostro Paese, fanalino di coda in Europa per i diritti civili, fa un passo avanti atteso da decenni e riconosce per la prima volta le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Una legge che sconta un grave ritardo, e che si presenta già arretrata rispetto ad altri ordinamenti europei e internazionali. Dato il contesto, non era tuttavia scontato che il Parlamento italiano arrivasse a riconoscere l'esistenza delle coppie gay e lesbiche, e il loro diritto a costruire una famiglia.

"Nonostante tutto è una grande giornata, una pietra miliare che però non corrisponde a pieno al raggiungimento dell'obiettivo - è il commneto del senatore Pd Sergio Lo Giudice - Abbiamo una legge che non affronta le adozioni, e questo è il suo più grande limite, e non estende il matrimonio alle persone dello stesso sesso: abbiamo però una legge che riconosce alle coppie gay e lesbiche gli stessi diritti delle coppie eterosessuali. Diritti che si faranno sentire subito nella vita quotidiana di tante persone".

Il testo approvato dalla Camera non cambia rispetto a quello votato dal Senato lo scorso febbraio, frutto dell'accordo tra Pd e Ncd: il maxi-emendamento riscriveva la legge stralciando i riferimenti alla stepchild adoption e all'obbligo di fedeltà. Un passo indietro rispetto alla proposta originaria che di fatto anteponeva i giochi di partito ai diritti delle persone, e in particolare dei bambini delle coppie dello stesso sesso. Un compromesso che ha spinto la comunità lgbt - e non solo - a scendere in piazza per fare sentire ancora una volta la propria voce e chiedere più diritti; una comunità che ha dovuto assistere spesso attonita a un dibattito parlamentare a tratti grottesco, e a un discorso pubblico inquinato da temi inseriti come forma di depistaggio, come nel caso dell'"utero in affitto".

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Fonte: Radio Città Fujiko 


Autore: Andrea Perolino


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Articolo tratto interamente da Radio Città Fujiko


3 commenti:

  1. E' un grande giorno per dimostrare che l'Italia finalmente non è governata da una teocrazia,nonostante la solita vergognosa intromissione polita della CEI.

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  2. Un passo avanti, devo dire così, ma sinceramente in questo periodo storico i problemi sono altri e di altri dovrebbero discutere gli stati e i Governi (apertamente) e magari cercare una soluzione lontana dal profitto... Abbiamo delle leggi e dei diritti che la maggior parte degli altri Stati ci invidiano e stanno cercando di distruggerli tutti, ora tocca alla Sanità pubblica, prima hanno annullato quasi un secolo di lotte sindacali e diritti per i lavoratori... Ora però bisogna gioire per le unioni di fatto, mah!
    Quasi tutti i gay che conosco al matrimonio non ci pensano neanche, tanto meno ai figli... sono una minoranza di controversi conservatori ma, ultimamente, sono proprio le minoranze che creano problemi e dettano legge... in generale penso che dovremmo TUTTI avere dei diritti/doveri in quanto singoli individui, poi le scelte sentimentali/private dovrebbero essere regolate privatamente... Abito sotto lo stesso tetto col mio lui da quasi 10 anni ma... quando si tratta del vasto mondo voglio essere giudicata come una persona singola, non come parte di una coppia... questo dovrebbe fare una legge civile..

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  3. Si muove qualcosa finalmente, in Italia. La strada però è ancora lunga.

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