giovedì 10 marzo 2016

Il nucleare e i fossili non hanno futuro


Articolo da Tekneco

Il passato è atomico e fossile. Questo giudizio netto non arriva dalle associazioni ambientalista ma da uno studio sul futuro energetico che è stato presentato a Zurigo da UBS, la banca privata e d’investimento svizzera che alcuni anni fa diede l’indicazione ai propri investitori di disinvestire nelle utilities elettriche perché troppo legate al business fossile.

«L’energia nucleare e il petrolio appartengono al passato, mentre in futuro si dovrà investire nell’energia idroelettrica, nelle centrali a gas e nell’energia solare», si legge sul report che si occupa dell’energia in Svizzera che usa le energie fossili per il 46% del fabbisogno del suo fabbisogno. Stando allo studio, questo tasso è destinato a ridursi drasticamente, se si vorranno rispettare gli ambiziosi obiettivi fissati in materia di riduzione delle emissioni di CO2.


«La svolta energetica è irreversibile»”, ha dichiarato il responsabile dello studio Carsten Schlufter durante la presentazione del documento. L’esperto prevede che le innovazioni tecniche faranno diminuire in modo sostanziale il costo dell’energia solare, ma il maggior potenziale in fatto di riduzione dei climalteranti come la CO2 risiede nella mobilità, con il passaggio alle macchine elettriche, e nel risanamento degli immobili, con l’efficienza energetica. In base allo studio, entro il 2050 il 60% di tutte le vetture private immatricolate in Svizzera avranno motori elettrici.

Questo fenomeno permetterà di ridurre del 54% le emissioni di CO2 e farà crescere dell’11% il consumo di elettricità. Pollice verso anche per l’atomo. Nei prossimi decenni si dovranno smantellare le centrali nucleari e Ubs è convinta che la costruzione di nuovi reattori non potrà in nessun caso essere redditizia. Il futuro appartiene invece all’energia fotovoltaica e alle centrali a gas. Lo studio prevede che nel 2050 gli impianti solari arriveranno a coprire il 16,4% del fabbisogno svizzero, contro l’1,2% di oggi, mentre le moderne centrali termiche (turbogas) convenzionali dovrebbero a loro volta passare dal 3,5 al 10% della produzione di elettricità.  Secondo lo studio gli impianti fotovoltaici forniscono già oggi elettricità a costi paragonabili all’energia nucleare. I reattori atomici dovranno fare i conti con i costi molto elevati legati allo smantellamento delle centrali esistenti e allo smaltimento delle scorie. I conti sono chiari. Lo studio di UBS prevede che per sostituire le attuali centrali nucleari svizzere con impianti a gas basteranno investimenti dell’ordine di 5 miliardi di franchi (4,61 miliardi di Euro), mentre se si continuasse a puntare sul nucleare il conto salirebbe invece a 20 miliardi di franchi (18,45 miliardi di Euro). Il 400% in più.

Continua la lettura su Tekneco

Fonte: 
Tekneco

Autore: 


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia


Articolo tratto interamente da 
Tekneco 


1 commento:

  1. Lo diciamo da anni, ma sembra che le cose vadano in modo inverso... anzi si produce sempre più materiale plastico... Io non colpevolizzo troppo le auto, semmai gli aerei di linea sono più colpevoli.. Sulle nuove fonti di energia c'è ancora molto da dire e chiarire, forse il mare (attraverso turbine) potrebbe essere una soluzione attuabile, i russi ci stanno pensando..

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.