domenica 13 marzo 2016

Il lampione



Posò il libro. Aveva voglia di un tè. La serata sarebbe stata lunga e tutta sua. Tranquilla. I suoi sarebbe tornati molto tardi. Una cena con colleghi di lavoro.
Voleva godersela! Sola, un tè caldo e speziato, un buon libro.
Andò in cucina a prepararlo. Tazzone con le fragole, il suo preferito, e infuso di tè verde alla cannella e zenzero con un pizzico di peperoncino. L'ideale per un momento di piacevole relax.
Quando tutto fu pronto, prese la bevanda fumante e tornò a sedersi sul divano.
Guardò fuori. In fondo al cortile, in quella lingua di vuoto tra il loro garage e quello dei vicini, si intravedeva una piccola parte di strada, giallo aranciata dal lampione.
In quel momento, quel lampione sfarfallò poi si spense. Aveva più volte telefonato in comune per avvisare ma niente era cambiato. Appena la lampadina si scaldava troppo, incominciava a sfarfallare e poi si spegneva per riaccendersi poco dopo. Forse quando la sua temperatura tornava normale.
Ripensò a qualche sera prima. Era successa la stessa cosa e poi... poi d'improvviso... ancora non si spiegava l'accaduto. Un momento di follia, aveva pensato subito. Dopo, aveva preferito non pensarci affatto.
Ora, però, all'andirivieni continuo di luce e tenebre, rivide la stessa scena alla perfezione.
Era seduta su quello stesso divano. Si era alzata per andare a dormire. Aveva spento la luce ma si era sentita incapace di muoversi. Nei vetri era apparsa una luce. Rotonda. Fievole all'inizio, era diventata poco a poco più luminosa. Calda. Come risaltava nell'oscurità totale!
Dentro all'alone, una figura. Un'ombra più che altro. Indefinita. I contorni sfumati.
Una vocina di bimbo, lontanissima, era uscita da quella luce. "E' ora!" le aveva detto ma alla sua domanda "Per cosa?" non aveva risposto. Se ne era andata. E con essa, l'alone.
L'oscurità era tornata completa per alcuni minuti... secondi forse ma non sapeva quantificare bene. Sapeva solo che pochissimo dopo, il lampione si era riacceso e aveva smesso di sfarfallare.
Un momento di follia, appunto! Follia che però le dava una strana inquietudine.
Sospirò profondamente e tornò a guardare fuori. Era buio pesto. Il famoso lampione era spento. Del tutto.
"Forse, più che ritelefonare in comune dovrei chiamare direttamente l'Enel" pensò.
Uno strano rumore. Come di vesti fruscianti sulla strada.
Aguzzò lo sguardo . Sulla sinistra c'era uno strano minuscolo chiarore a metà altezza. Come di candela.
Lentamente, questa luce si fece più forte, l'alone più grande.
Al suo interno, vide ombre scure. Di persone in viaggio. Prima una, poi due, poi tre poi... tantissime persone che camminavano lentamente. Davanti a casa sua si fermarono.
Uscì in cortile. Poi, in strada. Si ritrovò in mezzo a loro, immersa in quel chiarore avvolgente e caldo.
Girò lo sguardo verso casa. Il cancello era chiuso.Anche la porta d'ingresso era chiusa.
Sul divano, lei con gli occhi chiusi, un braccio penzoloni, il libro in grembo. Per terra si allargava il tè dal tazzone rovesciato.
Tornò a voltarsi e seguì le ombre.

Myrtilla


Autore: 
Patricia Moll
 
Licenza: concesso su autorizzazione dell'autrice


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8 commenti:

  1. Grazie infinite Vincenzo. E' un onore!

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  2. Complimenti a Patricia!!
    Un caro saluto e buona settimana
    Carmen

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  3. Bel racconto Pat! Un finale aperto, direi... :O

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    Risposte
    1. Ciao Glò, nelle intenzioni la protagonista è morta. Quella che se ne va è la sua anima.
      Però... non metto limiti a nessun finale!
      Ciao!

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