lunedì 1 febbraio 2016

1º febbraio 1953 – Nei Paesi Bassi accadde l'alluvione del secolo, si rompono molti argini, causando la morte di 1853 persone


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'inondazione del mare del Nord del 1953 (nota in olandese come Watersnoodramp, letteralmente disastro dell'inondazione; in tedesco Hollandsturmflut; in inglese (Great) North Sea flood o East Coast floods) fu un'imponente inondazione che colpì le coste olandesi, belghe, inglesi e scozzesi del mare del Nord nella notte tra il 31 gennaio e il 1º febbraio 1953.

L'inondazione fu causata dalla combinazione di una alta marea primaverile con un severo ciclone extra-tropicale abbattutosi sul mare del Nord. In alcune zone il livello del mare si alzò di oltre 5,6 m al di sopra del valore medio, travolgendo le difese marine e causando ingenti allagamenti. I Paesi Bassi, paese con il 20% della superficie al di sotto del livello medio del mare e con il 50% inferiore ad 1 metro, subì i danni maggiori contando 1 836 morti, soprattutto nella provincia della Zelanda. In Inghilterra ci furono 307 morti nelle contee Lincolnshire, Norfolk, Suffolk e Essex. 19 morti si registrarono in Scozia e 28 in Belgio, nella provincia delle Fiandre Occidentali.

Oltre 230 vittime si ebbero in mare aperto. Il traghetto MV Princess Victoria affondò nel canale del Nord con 133 persone a bordo; diversi pescherecci invece affondarono nei pressi delle coste colpite dalla tempesta.

In conseguenza delle catastrofiche conseguenze dell'inondazione molti Paesi adottarono sistemi di protezione delle coste. I Paesi Bassi in particolare, caratterizzati da una maggiore esposizione ai fenomeni marini, svilupparono il cosiddetto piano Delta, attuato nella zona del delta del Reno, della Mosa e della Schelda, consistente in un rafforzamento delle difese esistenti e dalla costruzione di un esteso sistema di dighe e paratoie mobili a protezione delle aree più depresse. In Inghilterra invece furono realizzate le chiuse sul Tamigi e quella sull'estuario Humber. In Belgio il disastro ispirò una valutazione globale delle difese marine del Paese, il cosiddetto piano Sigma, ma il progetto venne avviato solo nel 1976 dopo aver subito un'altra devastante inondazione.

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