lunedì 30 novembre 2015

Gino Strada ha ricevuto il premio Nobel alternativo




 
Comunicato da Emergency

«Sessanta anni dopo, ci troviamo ancora davanti al dilemma posto nel 1955 dai più importanti scienziati del mondo nel cosiddetto Manifesto di Russell-Einstein: "Metteremo fine al genere umano o l'umanità saprà rinunciare alla guerra?". È possibile un mondo senza guerra per garantire un futuro al genere umano?
Molti potrebbero eccepire che le guerre sono sempre esistite. È vero, ma ciò non dimostra che il ricorso alla guerra sia inevitabile, né possiamo presumere che un mondo ...senza guerra sia un traguardo impossibile da raggiungere. Il fatto che la guerra abbia segnato il nostro passato non significa che debba essere parte anche del nostro futuro.
Come le malattie, anche la guerra deve essere considerata un problema da risolvere e non un destino da abbracciare o apprezzare».


-- Oggi Gino Strada riceve a Stoccolma il Right Livelihood Award: The 'Alternative Nobel Prize', il "premio Nobel alternativo": un importante riconoscimento per il lavoro di EMERGENCY contro la ‪#‎guerra‬ e a favore delle vittime, un premio di cui siamo tutti molto orgogliosi e che ci spinge e fare sempre di più, ogni giorno, per raggiungere il nostro obiettivo: un mondo senza guerre in cui non ci sia più bisogno di noi.

 

Ieri si è svolta la Global climate march



Ieri a Roma e in tante altre città del mondo si sono svolte manifestazioni per il clima.

Vi lascio alla voce dei manifestanti, grazie a un video di LiberaTv.




Video credit Libera.Tv caricato su YouTube - licenza: Creative Commons

Smart working: altra foma di lavoro sulla pelle dei lavoratori



Articolo da Fanpage.it

Tutti fermi, sta arrivando lo “smart working”. Da giorni non si sente parlare d’altro che di questo nuovo ingrediente nella ricetta di Matteo Renzi contro la disoccupazione. Di che si tratta? Lo smart working è il restyling del vecchio “telelavoro” in cui un lavoratore veniva impiegato da casa propria. Con uno scopo: “Incrementare la produttività e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.

Assieme alla Legge di Stabilità – che continua il suo iter parlamentare proprio in questi giorni – il governo riferisce di star lavorando, appunto, a un disegno di legge (composto da 9 articoli) sullo “smart working” – scritto dal giuslavorista Maurizio Del Conte – ovvero una nuova forma di lavoro che permetterà alle aziende di far lavorare i dipendenti parte del proprio monte ore da casa (circa il 30-40% del tempo).

Non si tratta, quindi, di lavorare unicamente da casa, come succedeva col telelavoro, che poi è semplicemente diventato una delle tante forme di precarietà, ma solo di una parte del proprio tempo. Inoltre, specificano, lo stipendio non verrà ridotto e non si tratterà di lavoratori precari ma dipendenti. In compenso, però, si superano alcune rigidità – non sappiamo ancora quali di preciso – del vecchio telelavoro.

Il disegno di legge non è definitivo ancora, e già scrosciano gli applausi. “È una nuova maniera di conciliare produttività e esigenze del lavoratore”, si legge sui giornali. O anche: “Favorirà un cambio di mentalità nelle aziende”, mentre c’è chi avanza l’ipotesi che questo “lavoro agile” sarà una maniera per far lavorare più donne, e per evitare che l’azienda licenzi quelle incinta (perché lavoreranno da casa).

I numeri su cui si basano le valutazioni sullo “smart-working” sono pochi, per la verità. Per l’Osservatorio sullo “smart-working” del Politecnico di Milano le grandi aziende che hanno usufruito di questa modalità in Italia sono il 17% quest’anno. Ma nelle piccole e medie imprese – che costituiscono il 90% delle imprese in italia – solo il 5% ha avviato progetti simili. Inoltre, la maggior parte di questi consiste in mobilità fra le diverse sedi di un’azienda o in telelavoro.

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Fonte: Fanpage.it

Autore: Michele Azzu


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Articolo tratto interamente da Fanpage.it 


Il 1984 di Orwell così attuale


Come fa un uomo ad affermare il suo potere su un altro uomo, Winston?

 Winston ci pensò un po’ su. « Facendolo soffrire » disse infine.

«Esattamente. Facendolo soffrire. L’obbedienza non basta. Se non soffre, come si fa a essere sicuri che egli non obbedisca alla sua volontà, anziché alla tua? Il potere consiste appunto nell’infliggere la sofferenza e la mortificazione. Il potere consiste nel fare a pezzi i cervelli degli uomini e nel ricomporli in nuove forme e combinazioni di nostro gradimento. Riesci a vedere, ora, quale tipo di mondo stiamo creando? Esso è proprio l’esatto opposto di quella stupida utopia edonistica immaginata dai riformatori del passato. Un mondo di paura, di tradimenti e di torture, un mondo di gente che calpesta e di gente che è calpestata, un mondo che diventerà non meno, ma più spietato, man mano che si perfezionerà. Il progresso, nel nostro mondo, vorrà dire soltanto il progresso della sofferenza. Le civiltà del passato pretendevano di essere fondate sull’amore e sulla giustizia. La nostra è fondata sull’odio. Nel nostro mondo non vi saranno altri sentimenti oltre la paura, il furore, il trionfo, e l’automortifìcazione. Tutto il resto verrà distrutto, completamente distrutto. Già stiamo abbattendo i residui del pensiero che erano sopravvissuti da prima della Rivoluzione. Abbiamo abolito i legami tra figli e genitori, tra uomo e uomo, e tra uomo e donna. Nessuno ha il coraggio di fidarsi più della propria moglie, del proprio figlio; nel futuro non ci saranno ne mogli, né amici. I bambini verranno presi appena nati alle loro madri così come le uova vengono sottratte alle galline. L’istinto sessuale verrà sradicato. La procreazione diventerà una formalità annuale come il rinnovo della tessera annonaria. Noi aboliremo lo stesso piacere sessuale. I nostri neurologi stanno facendo ricerche in proposito. Non esisterà più il concetto di lealtà, a meno che non si tratti di lealtà verso il Partito. Non ci sarà più amore eccetto l’amore per il Gran Fratello. Non ci sarà più il riso, eccetto il riso di trionfo su un nemico sconfitto. Non ci sarà più arte, più letteratura, più scienza. Una volta onnipotenti, non avremo più alcun bisogno della scienza. Non ci sarà più alcuna distinzione tra la bellezza e la bruttezza. Non vi sarà più alcun interesse, più alcun piacere a condurre l’esistenza. Le soddisfazioni che derivano dallo spirito di emulazione non esisteranno più. Ma ci sarà sempre, intendimi bene, Winston, l’ubriacatura del potere, che crescerà e si perfezionerà costantemente e costantemente diverrà più raffinata e sottile. Sempre, a ogni momento, ci sarà il brivido della vittoria, la sensazione di vivido piacere che si ha nel calpestare un nemico disarmato. Se vuoi un simbolo figurato del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano per sempre.»


Tratto da | 1984 di George Orwell

Natura è tutto ciò che noi vediamo di Emily Dickinson



Natura è tutto ciò che noi vediamo

Natura è tutto ciò che noi vediamo:
il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo,
l’eclissi, il calabrone.
O meglio, la natura è il paradiso.
Natura è tutto ciò che noi udiamo:
il bobolink, il mare, il tuono, il grillo.
O meglio la natura è armonia.
Natura è tutto quello che sappiamo
senza avere la capacità di dirlo,
tanto impotente è la nostra sapienza
a confronto della sua semplicità.

Emily Dickinson

30 novembre 1979 – I Pink Floyd pubblicano la loro opera rock The Wall

PinkFloydPig

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The Wall è l'undicesimo album in studio del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato il 30 novembre 1979 dalla EMI.

Si tratta di un'opera rock incentrata sulla storia di un personaggio fittizio: una rockstar di nome Pink che, a causa di una serie di traumi psicologici, arriva a costruirsi un "muro" mentale attorno ai propri sentimenti dietro al quale si isola. I disagi, soprattutto infantili, che portano Pink a questa scelta drammatica sono la morte del padre verso la fine della seconda guerra mondiale, la madre iperprotettiva, gli insegnanti scolastici eccessivamente autoritari ed avvezzi alle punizioni corporali e i tradimenti della moglie.

L'album segnò anche la rovina della formazione classica dei Pink Floyd. Infatti il tastierista Richard Wright partecipò tardivamente alla registrazione dell'album (si era trasferito in Grecia con la sua nuova moglie); per questo motivo (come spiegato da Mason nel suo libro) Waters litigò con il tastierista e lo licenziò: durante il tour di promozione Wright partecipò solo come turnista.

Il successo dell'album fu enorme: fu l'album più venduto negli Stati Uniti d'America nel 1980, divenendo uno degli album doppi più venduti nella storia. Si è inoltre posizionato all'87º posto nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone.

Tuttora rinomati gli effetti scenici usati nel tour che seguì, considerati da molti fan e critici innovativi per quel periodo. Gli stessi Pink Floyd, dopo aver pubblicato The Final Cut, non si esibirono più dal vivo fino all'abbandono di Roger Waters nel 1985. Essi non presero nemmeno in considerazione l'idea di un nuovo tour per promuovere l'album successivo, ritenendo infatti troppo difficoltoso competere con gli show precedenti di The Wall. Ciò è testimoniato da Nick Mason nel suo libro Inside Out - La prima autobiografia dei Pink Floyd. All'album seguì anche il film Pink Floyd The Wall.

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domenica 29 novembre 2015

Una logica predatoria


 
Articolo da Comune-info
di Paolo Cacciari*

Questa volta non è difficile immaginare cosa accadrà a Parigi alla Cop 21. Dopo gli annunci di Obama e Xi Jimping e persino dei governi dei paesi del Golfo. Dopo i piani di disinvestimento dal petrolio di alcune grandi compagnie e i successi della green economy, questa volta la svolta ci sarà.

Aveva ragione l’economista britannico Nicholas Stern: costa di più riparare i danni provocati dai mutamenti climatici che non prevenirli. Ora, l’ex manager della Deutsche Bank, Pavan Sukhdev (Corporation 2020, Edizioni Ambiente), ha calcolato che le esternalizzazioni negative del sistema produttivo sono pari all’11 per cento del Prodotto interno lordo globale, mentre basterebbe impegnarne il 2 per cento per stabilizzare il clima.  Ma ciò che davvero fa cambiare la visione delle cose agli investitori è la dimostrazione che si può guadagnare di più  investendo nella riconversione e nella sostenibilità ambientale. Temo che non siano state le assennate parole di papa Bergoglio a far cambiare idea agli amministratori delegati delle multinazionali. In un mondo per un terzo saturo di merci e per gli altri due terzi tenuto in una condizione di non solvibilità nel mercato, continuare nella strada del business us usual non è conveniente.

Per rilanciare investimenti, creare profitti, accumulare risorse finanziarie servono nuovi mercati, nuovi prodotti, nuove applicazioni tecnologiche. L’ambiente è ciò che ci vuole, rappresenta la grande occasione. Gli stati sono chiamati a creare la cornice normativa imponendo delle quote di emissione (autorizzazioni commerciabili all’inquinamento) o/e carbon tax (inquina solo chi può pagare). Gli scienziati devono inventarsi tecnologie pulite da brevettare per ristabilire le gerarchie tra paesi sviluppati e “paesi in ritardo”, condannati ad esportare materie prime e ad importare tecnologie. Le imprese devono industriarsi di più nell’eficientizzare gli apparati energetici e produttivi. Insomma, ancora una volta, in barba a gufisti e catastrofisti, sarà il mercato a salvare se stesso e il pianeta Terra.

A Parigi si discuterà solo di tempi. Sarà il 2015 o il 2050 o la fine del secolo, ma la strada è segnata. Ci vorrà ancora qualche milione di profughi ambientali da aggiungere a quelli che scappano dalle guerre. Ancora qualche arcipelago del Pacifico verrà sommerso e qualche centinaio di chilometri delle coste italiane verrà eroso, ma alla fine il sole tornerà a splendere anche su Pechino e la green economy sconfiggerà la brown economy. Me lo vorrei augurare. Ma non riesco a superare una antico pregiudizio sulla possibilità che il capitalismo possa non solo umanizzarsi, ma persino naturalizzarsi. C’è una logica predatoria che sovraintende i comportamenti delle imprese capitalistiche e dei loro sistemi di governo che non gli consente di considerare il lavoro umano e le risorse naturali come beni da preservare in sè stessi. Valori assoluti e non strumenti e mezzi da immolare per la creazione di denaro.

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Fonte: Comune-info 


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Articolo tratto interamente da
Comune-info

Assunzioni fase C: la nuova frontiera dello sfruttamento?


 
Articolo da Aetnascuola.it
 
Le convocazioni per la Fase C sono ancora in corso e già i primi docenti entrati di ruolo sul potenziamento tempestano i sindacati per protestare contro un utilizzo caotico e improvvisato delle loro figure…

Succede a Palermo, dove da varie scuole si alza il grido di dolore di tanti docenti per informare l’Usb scuola che negli istituti di assegnazione i dirigenti scolastici li stanno utilizzando in maniera non ortodossa e senza alcun rispetto dei diritti contrattuali del personale docente.

Il comunicato del sindacato è chiaro: “Reperibilità giornaliera per supplenze, nessun orario settimanale stabilito, esclusivo utilizzo come tappabuchi(soprattutto nella primaria), prospettiva di progetti pomeridiani e corsi di recupero non rientranti nelle 18 ore settimanali(come recupero delle 40 ore funzionali previste per consigli di classe), docenti abilitati nella scuola secondaria “usati” come Jolly tra infanzia e primaria ma con orario dell’ordine di scuola inferiore, in poche parole una vera e propria manodopera da sfruttare in ogni modo e senza alcun diritto.”

Da quante parti si vociferava che la fase C, lungi dall’essere una manna caduta dal cielo, si sarebbe rivelata una nuova frontiera dello sfruttamento e la piena attuazione di un progetto di dequalificazione della professionalità docente?

Non sarebbe il caso che gli Usr chiarissero con circolare a tutti i Dirigenti scolastici il corretto uso dei docenti nelle scuole e il pieno rispetto delle prerogative contrattuali dei docenti entrati nella fase C?

Non a caso c’è chi, telefonando alla scuola dove è stata inviato in fase c, si sente rispondere dalla segretaria, dopo avere scoperto che insegna filosofia, che cosa mai potrà fare in quella scuola, visto che si tratta di un istituto professionale. Forse bisognerebbe chiederlo al ministero per evitare che professori di lungo corso vengano adesso impiegati nelle mansioni più disparate, che nulla hanno a che vedere con la funzione docente.
 
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Fonte:
Aetnascuola.it


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Proverbio del giorno


Parole leali non fanno perdere l'amicizia.
 
 

Come usare meglio l'acqua in casa


Articolo da Viviconstile

Costa poco, vale tanto, e troppo spesso la diamo per scontata. Dalla doccia agli usi in cucina, dallo scarico del water all'irrigazione delle piante, senza tralasciare le nostre abitudini a tavola, gli accorgimenti per fare un uso più attento dell'acqua di casa.

Consiglio Difficoltà Convenienza
1 Per prevenire bollette "salate", controlla di tanto in tanto il contatore a rubinetti chiusi. Una differenza anche minima significa che c'è una perdita nella rete interna.
2 Sostituisci le guarnizioni (oppure, se necessario, l'intero pezzo) dei rubinetti che perdono. Costo indicativo: qualche decina di centesimo di euro.
3 Fai attenzione ai rubinetti aperti, chiudili mentre ti lavi i denti o ti fai la barba (in un minuto scendono anche 10 litri d'acqua).
4 Fai la doccia anziché il bagno: risparmierai più di 100 litri d’acqua ogni volta.
5 Se lavi i piatti a mano, evita di lasciare il rubinetto dell'acqua aperto mentre insaponi le stoviglie e riserva l'uso dell'acqua corrente al momento del risciacquo.
6 Usa lavatrice e lavastoviglie ad alta efficienza e falle partire solo quando sono a pieno carico.
7 Controlla lo scarico del WC. Il 30% dell'acqua usata in casa è per il gabinetto: se è a cassetta, vale la pena adottare il pulsante a doppio tasto (poca e tanta acqua).
8 Installa rompigetto areati all'interno del terminale svitabile dei rubinetti. Cambia il getto della doccia con erogatori “a basso flusso”. Si possono ridurre i consumi anche del 50%. Costo indicativo: circa 1 euro ogni rubinetto, 25-40 euro ogni doccia.
9 Innaffia le piante nei vasi o nel giardino con parsimonia e sempre verso sera, usando l'acqua dei risciacqui e, se c'è bisogno di tanta acqua, installando impianti a goccia programmabili con timer. Costo indicativo: 100-150 euro.
10 Per lavare l'auto, al posto dell'acqua corrente, usa il secchio. In alternativa, rivolgiti ad un autolavaggio assicurandoti che sia munito di impianto di trattamento e di recupero dell'acqua di scarico.
11 Riduci il consumo di carne, soprattutto rossa, e preferisci una dieta a basso impatto idrico come quella mediterranea.

Sconti al consumatore sull'acquisto di riduttori di flusso possono essere praticati nell'ambito di campagne di risparmio energetico per concorrere all'acquisizione dei “Titoli d'Efficienza Energetica” (o Certificati Bianchi).
 
Lo spreco è dietro l'angolo

Ogni giorno in Italia si consumano circa 200 litri d'acqua potabile a testa (dai 104 di Ascoli Piceno ai 350 di Milano). Molto di più di quella che ci serve davvero. E' acqua che è stata prelevata da pompe, talvolta trattata in impianti, analizzata in laboratori sofisticati, distribuita in tutte le nostre case e che, infine, dovrà essere depurata prima di venire restituita ai fiumi o al mare. Sprecare questo bene prezioso è più facile di quel che si creda: un rubinetto che perde una goccia ogni 5 secondi, a fine anno ne ha buttati 2 mila litri! Se poi a perdere è il rubinetto dell'acqua calda, è come se avessimo sprecato anche una decina di metri cubi di metano. Ecco perché i consigli per non sprecare acqua e non sprecare energia si assomigliano così tanto.

Riduttori di flusso

In sostituzione dei normali frangigetto, si possono applicare dei riduttori di flusso (o rompigetto areati) ai rubinetti del bagno e della cucina. Si tratta di semplici e poco costosi apparecchi che miscelano aria all'acqua in uscita, consentendo di ridurre drasticamente i consumi, anche del 40%, senza diminuire la resa lavante o il comfort. Non tutti però sono uguali e alcuni permettono un risparmio molto superiore di altri: prima dell'acquisto, controllare bene l'etichetta.

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Fonte: Viviconstile


Autore: redazione Viviconstile

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Articolo tratto interamente da Viviconstile

 

Terra


Earth from Gabrien Symons on Vimeo.

Photo e video credit Gabrien Symons caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Aria e terra


Air & Earth from Kent Tate on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

La marcia dei cinquemila a Policoro per il clima e contro le trivelle petrolifere del governo Renzi

 
Articolo da Ola (Organizzazione lucana ambientalista)
[di Organizzazione lucana ambientalista]

Uscire dall’era del petrolio per ridurre i gas serra, l’inquinamento delle acque e del suolo, per evitare guerre e terrorismo e per vivere in un mondo più equo, solidale e sostenibile per tutti. Ma anche un NO alle trivelle del petrolio che il governo Renzi vuol imporre alle comunità lucane in terra e in mare. Sono questi contenuti della marcia dei cinquemila oggi a Policoro (dati ufficiali della Questura) alla si sono uniti i commercianti e le attività produttive del centro jonico, sindacati e associazioni tra le quali No Scorie Trisaia.
Presenti i sindaci di alcuni comuni del materano ed i rappresentanti della Chiesa. Questi ultimi hanno chiesto scusa ai giovani a nome degli adulti per aver lasciato un mondo inquinato e pieno di conflitti. La Chiesa con l’Enciclica “Laudato Sii” di Papa Francesco ascolta e sostiene i giovani – è stato ribadito – perchè insieme si può migliorare per cambiare le nostre coscienze e ciò che ci circonda.
Assenti ancora una volta le istituzioni regionali  che si defilano di fronte a questi temi importanti per le comunità con “battaglie” che si concentrano sui quesiti referendari in materia di petrolio, dimenticando però ancora una volta i territori.
“Quanto sta accadendo in Basilicata e cosa accade nel resto del mondo in tema di estrazioni petrolifere e le gravi conseguenze ambientali e sociali che queste comportano, chiediamo alle istituzioni presenti al SUMMIT DI PARIGI e soprattutto a quelle della BASILICATA, le seguenti azioni non più derogabili:
1. Sostituzione urgente di tutte le tecnologie che usano il petrolio e le altre fonti fossili e nucleari;
2. Blocco delle autorizzazioni e sospensione immediata di tutti i nuovi progetti di sfruttamento di fonti fossili ed avvio della sospensione delle attività e la bonifica dei siti di estrazione esistenti;
3. Incremento della superficie terrestre dedicata alle foreste, alle aree naturali ed a forme di agricoltura organica;
4. Incentivazione del risparmio energetico e riduzioni delle emissioni “clima alteranti” in tutte le attività umane;
5. Sviluppo delle energie rinnovabili, eque ed alla portata di tutti (No a mega impianti!);
6. Incentivazione della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche finalizzate alla sostenibilità di tutte le attività umane;
7. Nuove forme di convivenza civile tra i popoli, senza sfruttamenti, guerre e terrorismo;

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Fonte: Ola (Organizzazione lucana ambientalista)


Autore: redazione Ola (Organizzazione lucana ambientalista)


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Articolo tratto interamente da Ola (Organizzazione lucana ambientalista)

sabato 28 novembre 2015

L'amore credo sia...



"L'amore credo sia quel sentimento che riesce ad uscire indenne dal tempo che passa, che riesce a durare, che vince la stanchezza, la noia, i dolori, le rotture di scatole. Ma bisogna attendere tanto prima di riconoscerlo. Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perché mentre si ama non lo si capisce."

Massimo Troisi
 
 

venerdì 27 novembre 2015

Si è spento Luca De Filippo

Luca De FilippoNazionale

Si è spento a Roma l'attore e regista Luca De Filippo. Figlio del grande Eduardo, da poco aveva festeggiato i 60 anni di teatro, visto che risale al lontano 1955 la sua prima esperienza sul palcoscenico nel ruolo del piccolo Peppeniello in "Miseria e nobiltà". Il 10 novembre era stato ricoverato per una discopatia, ma dopo le visite e gli esami gli è stato accertato un male incurabile.

Invito alla lettura della sua biografia tratta da Wikipedia.

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Luca De Filippo (Roma, 3 giugno 1948 – Roma, 27 novembre 2015) è stato un attore e regista italiano di teatro.

Luca era figlio di Eduardo De Filippo e della cantante e attrice torinese Thea Prandi. Da due diverse compagne ha avuto tre figli (Matteo, Tommaso e Luisa). Nel 2013 ha sposato Carolina Rosi figlia del regista Francesco Rosi, con la quale ha condiviso anche tante avventure teatrali.

Muore il 27 novembre 2015, a 67 anni, dopo aver combattuto a lungo contro un male incurabile. Era ricoverato in un ospedale romano per una discopatia.

La sua carriera comincia a soli sette anni, nel 1955, quando è Peppeniello in Miseria e nobiltà, di Eduardo Scarpetta, diretto dal padre.

Il debutto vero e proprio, però, avviene a vent’anni, ne Il figlio di Pulcinella di Eduardo (regia di Gennaro Magliulo), col nome di Luca Della Porta. Da questo momento inizia un’intensissima attività teatrale. Con la regia del padre, partecipa - sia in teatro che nella versione televisiva - a Il contratto, Sabato, domenica e lunedì, Filumena Marturano, Non ti pago, Il sindaco del rione Sanità, Napoli milionaria!, De Pretore Vincenzo, Le bugie con le gambe lunghe, Uomo e galantuomo, Natale in casa Cupiello, Gli esami non finiscono mai, Le voci di dentro, Sik-Sik, l'artefice magico, Gennareniello, Dolore sotto chiave, Quei figuri di tanti anni fa, Ditegli sempre di sì, Chi è cchiu' felice 'e me!, al pirandelliano Berretto a sonagli, a un'opera di Gino Rocca Scorzetta di limone, a 'O tuono 'e marzo, a La donna è mobile di Vincenzo Scarpetta e ad alcune opere di Eduardo Scarpetta: Cani e gatti, Lu curaggio de nu pumpiero napulitano, ’Na santarella, Tre canzune fortunate e Nu turco napulitane.

Numerose sono anche le sue apparizioni cinematografiche e televisive: è tra gli interpreti, insieme a Helmut Berger. e con lo pseudonimo di Luca Della Porta, di I giovani tigri (1967), regia di Antonio Leonviola; con Carlo Giuffré, della serie televisiva diretta da Mino Guerrini Quel negozio di piazza Navona (1969); sempre per la televisione lavora in Petrosenella e Le scene di Napoli (1982); è la volta poi della serie Naso di cane, regia di Pasquale Squitieri, con Claudia Cardinale (1985); quindi de Il ricatto, diretto da vari registi, interpretato, tra gli altri, da Massimo Ranieri e Kim Rossi Stuart; di Sabato, domenica e lunedì (1990), regia di Lina Wertmüller, con Sophia Loren; della versione televisiva, insieme a Lello Arena, di Uscita di emergenza (1992), di Manlio Santanelli; della miniserie Mannaggia alla miseria, regia di Lina Wertmüller (2010) dove interpreta il personaggio di Anacleto Figliola; dei film Come te nessuno mai, regia di Gabriele Muccino (1999), con Anna Galiena e Venuto al mondo , regia di Sergio Castellitto (2012), con Penelope Cruz. È del 2015 la sua partecipazione al film La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu, tratto da La tempesta nella traduzione in napoletano antico di Eduardo. Fonda nel 1981 la propria compagnia teatrale, con cui sceglie di confrontarsi non solo con le commedie del padre, ma con tutti i grandi maestri della storia del teatro: da Molière a Pinter, a Beckett, da Scarpetta a Luigi Pirandello. Dirige quindi Uomo e galantuomo, Non ti pago, Il contratto, Penziere mieje, nato attorno ad alcune poesie di Eduardo musicate da Antonio Sinagra , e Ditegli sempre di sì, ma realizza anche un'opera di Pasquale Altavilla 'A fortuna e Pulicinella e il Don Giovanni di Molière e, nel 1990, dirige Umberto Orsini ne Il piacere dell'onestà di Pirandello. Per la regia di Armando Pugliese interpreta 'O scarfalietto, Ogni anno punto e daccapo, Questi fantasmi! - che segna l’inizio della lunga collaborazione con Enrico Job - e Il Tartuffo di Molière.

Nell’estate del 2000 cura la regia de La scala di seta di Gioacchino Rossini, per il Rossini Opera Festival di Pesaro. Nel biennio 2001-2002 dirige ed interpreta, insieme a Umberto Orsini, L’Arte della commedia, di Eduardo. Particolarmente attento al teatro contemporaneo, è regista e interprete de La casa al mare di Vincenzo Cerami (1990-91), protagonista di Tuttosà e Chebestia (1992-93, regia di Benno Besson, de L'esibizionista, (testo e regia di Lina Wertmuller, 1993-94), de L'amante di Harold Pinter (con Anna Galiena, regia di Andrée Ruth Shammah, 1997), de Il Suicida (libero adattamento di Michele Serra da Nicolaj Erdman, regia di Armando Pugliese, 1999-2000), di Aspettando Godot, di Samuel Beckett, sua anche la regia (2001-02), e dirige Resisté di Indro Montanelli, realizzato in collaborazione con il Teatro Franco Parenti di Milano.

Nel 2002-03 interpreta La palla al piede di Georges Feydeau, con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi, regia di Armando Pugliese, curandone anche, con Carolina Rosi, traduzione e adattamento.

A maggio del 2003 debutta nello stesso Teatro San Carlo, con la regia di Francesco Rosi, la nuova messa in scena di Napoli Milionaria!, a distanza di quasi sessant’anni dalla prima storica rappresentazione del 25 marzo 1945, a pochi mesi dalla fine della guerra, nella sala requisita e ottenuta da Eduardo per una sola replica. Luca ne è protagonista, accanto all’interprete femminile Mariangela D’Abbraccio. Le repliche si susseguono con grande successo in tutta Italia sino alla primavera del 2006. Sempre con la regia di Francesco Rosi, debutta ad ottobre del 2006 al Teatro Argentina ne Le Voci di dentro, di Eduardo. Lo spettacolo, accolto con unanime favore da critica e pubblico, viene replicato per tre stagioni. Terzo allestimento della trilogia su Eduardo realizzata in collaborazione con Francesco Rosi, è Filumena Marturano, di cui è interprete con Lina Sastri e che, accolta con lo stesso successo, è a lungo in tournée.

Alla fine del 2009, insieme a Nicola Piovani presenta al Teatro San Ferdinando di Napoli Padre Cicogna, poema messo in musica per ricordare Eduardo a venticinque anni dalla scomparsa. Nel 2010 torna alla regia con lo spettacolo Le bugie con le gambe lunghe, di cui è anche l’interprete principale, come pure, nel 2012, de La Grande Magia.

A dicembre del 2013, mette in scena un nuovo spettacolo: Sogno di una notte di mezza sbornia, di Eduardo De Filippo, commedia liberamente tratta da La Fortuna si diverte, di Athos Setti. L’inizio del 2015 si apre con le repliche di Sogno di una notte di mezza sbornia, per continuare con la messa in scena e la regia di Non ti pago.

Sempre nel 2015 ha accettato l’incarico di dirigere la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Napoli - Teatro Nazionale. È presidente della Fondazione Eduardo De Filippo , costituita nel 2008, in seguito alla donazione del Teatro San Ferdinando alla città di Napoli da parte della famiglia De Filippo. La Fondazione persegue finalità culturali ed è attiva in ambito civile e sociale a favore dei ragazzi a rischio per i quali Luca si impegna, come già suo padre, promotore della legge regionale n. 41 del 1987, nota come “legge Eduardo”.

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Brasile: un grande disastro ambientale passato inosservato

Bento Rodrigues, Mariana, Minas Gerais (22828956680)
 
Articolo da Omissis
 
La diga crolla sotto la spinta dell’enorme quantità di liquami delle estrazioni di ferro della zona. Colpito il paese di nello stato di in . I liquami e il fango inondano il paese di 600 abitanti, la maggioranza dei quali operai della miniera. Bento Rodrigues è a 300 chilometri a nord di Rio de Janeiro in una zona mineraria, il defluire delle acque seguendo il Rio Doce è arrivato fino all’Oceano Atlantico. Sono oltre 62 milioni di metricubi di acqua e fanghi contenenti sostanze altamente tossiche come il mercurio. La catastrofe lascia 12 morti, almeno 21 dispersi, per sempre seppelliti nella zona. Un elicottero della compagnia estrattrice ha fatto in tempo a sorvolare la zona gridando all’emergenza e oltre 500 sopravvissuti sono riusciti a scappare ma restano senza un tetto. Nella lunga corsa arrestatasi solo il 9 novembre, il fiume di fango, ha addirittura toccato, prima, Ipatinga città mineraria a 229 chilometri più a valle, e dopo Governador Valladares, a 328 chilometri di distanza. Decine di municipi hanno dovuto avviare analisi per capire se la contaminazione è passata agli acquedotti ad oggi si contano oltre 250mila persone senza acqua potabile.

“La società, di proprietà dei giganti del settore e Bhp Billiton, ha più volte negato la tossicità del fango. Secondo gli scienziati i fanghi, che possono contenere sostanze chimiche utilizzate per ridurre le impurità del ferro, potrebbero alterare il corso dei torrenti, ridurre i livelli di ossigeno nell’acqua e diminuire la fertilità dei terreni agricoli” la dichiarazione fatta nei giorni successivi al 5 novembre, giorno dell’accaduto.
 
L’intensa lavorazione di estrazione di oro e ferro, sin dalla colonizzazione portoghese, ha prodotto costruzioni di sostegno alle ditte operanti. Le dighe presenti nella regione, in questo caso la miniera di Mariana, ha visto cedere le due barriere di residui minerari appartenente alla compagnia di estrazione Samarco, la prima “Santarem” e la seconda detta la “Barragem de Fundao”. Samarco è una joint venture locale tra la anglo-australiana e la brasiliana Vale, due tra le più importanti multinazionali minerarie al mondo. “Siamo impegnati al cento per cento nel fare il possibile per riparare il danno”, ha detto , direttore esecutivo di Bhp Australia insieme a di Vale. La miniera di Mariana è una grande miniera a cielo aperto di 1.800 dipendenti, diversi siti di scavo da cui si estraggono circa 30 tonnellate all’anno di minerale ferroso. La miniera produce una grande quantità di reflui, che sono raccolti in invasi naturali chiusi da tre dighe successive.
 
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Fonte: Omissis


Autore: Valsusa Report

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Omissis

Photo credit Senado Federal (Bento Rodrigues, Mariana, Minas Gerais) [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons

 

Rosa canuta di Sofija Parnok


Rosa canuta

È notte. Nevica.
Mosca dorme... E io...
Oh, come non dormo,
Amore mio!
Oh, come canta riarso
Il sangue di notte...
Ascolta, ascolta, ascolta!
Amore mio:
V'è nei tuoi petali
L'argento del gelo.
Oh, rosa canuta,
A te il mio verso!
Respiri sotto la neve,
Rosa di dicembre,
Elargendomi
Sconsolato languore.
Canto e piango,
Piango e canto,
Piango ché perderò
La mia rosa!


Sofija Parnok

Citazione del giorno


"Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni."
 
Martin Luther King
 
 

giovedì 26 novembre 2015

Torna l'iniziativa: un anno di blog


L'anno scorso avevo lanciato un’iniziativa che riguardava gli amici blogger: un anno di blog. Anche quest'anno metto il mio blog a disposizione per pubblicare un vostro riepilogo dell'anno che svolge al termine oppure un’intervista via web fatta dal sottoscritto.

Se siete interessati vi prego di contattarmi via e-mail.

Spero in una buona adesione e mi raccomando d'invitare anche i vostri amici.


29 novembre: il mondo intero marcia per il clima

 
Comunicato da Coalizione Clima  
 
Da Sydney a Città del Capo, passando per Tokyo, Dakha, Bagdad, Madrid e Roma, cittadini di tutto il mondo si mobilitano per il clima
Appuntamento a Roma
ore 14.00 piazza Campo dei Fiori
ore 17.00 Via dei Fori Imperiali Concerto per il Clima
 
 
 COSA:  Mentre governi di oltre 190 paesi si stanno per riunire a Parigi per trovare un accordo fondamentale per il clima, cittadini di tutto il mondo si mobilitano per chiedere ai propri rappresentanti che quell’accordo sia ambizioso e che possa assicurare un futuro giusto e sostenibile per tutto il pianeta. Il 29 novembre prima dell’apertura delle negoziazioni, cittadini da San Paolo a Nuova Delhi, passando per Kampala, Melbourne, Ottawa e Tokyo scenderanno a migliaia in piazza in oltre 2000 eventi in più di 150 paesi (per maggiori informazioni http://globalclimatemarch.org/en/).
 
Dopo i tragici attentati di Parigi, il governo francese ha cancellato la manifestazione nella propria capitale. E da Parigi i cittadini hanno lanciato un appello a tutto il resto del mondo: “Marciate anche per noi”, e in solidarietà con tutti coloro che in diversi paesi del mondo sono stati colpiti da attentati terroristici.
 
Studenti, sindacati, gruppi religiosi, organizzazioni della società civile e cittadini si mobiliteranno nei 5 continenti per la Marcia Globale per il Clima del 29 novembre, un giorno prima che i capi di Stato aprano le negoziazioni. Assieme chiederemo ai nostri governi un accordo ambizioso e vincolante per un mondo alimentato al 100% da energia rinnovabile entro il 2050.
 
In Italia ci sarà la manifestazione nazionale a Roma con un corteo per il clima e per la pace che partirà alle ore 14 da Campo de Fiori e si concluderà in via dei Fori imperiali con un grande concerto alle 17. Si alterneranno sul palco Bandabardò, Dolcenera, Meganoidi, Têtes de Bois,  Kutzo, Sandro Joyeaux e molti altri, presenteranno Massimo Cirri e Sara Zambotti.
 
QUANDO: 29 Novembre 2015
 
DOVE: ore 14.00  da piazza Campo de’ Fiori  a Via dei Fori Imperiali – ore 17.00 Concerto
 
PERCHÈ: Il 30 novembre inizia a Parigi la COP21, il più importante vertice sul clima del decennio che dovrà definire un nuovo piano per fermare un clima ormai impazzito. Esiste solo una soluzione al cambiamento climatico: eliminare le emissioni di gas serra. I governi di tutto il mondo dovranno dunque giungere ad un accordo equo e legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale almeno al di sotto di 2°C e acceleri la transizione verso la decarbonizzazione. Mentre Parigi sarà blindata, nel resto del mondo cittadini invaderanno le strade chiedendo un mondo alimentato al 100% da energie rinnovabili, assicurandosi che la voce dei popoli del mondo sia sentita e ascoltata nelle stanze del vertice parigino.
 
Gli uffici stampa della Coalizione
 
Per informazioni: Coalizione Clima

 


Video credit Avaaz caricato su YouTube

 

Il giro del mondo in due minuti


Around the World in Two Minutes from Max Seigal on Vimeo.

Photo e video credit Max Seigal caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Casa di nuvole


House of Clouds from Julian Tryba on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons



martedì 24 novembre 2015

Rispetto verso le donne!



“Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna”.


Frase attribuita erroneamente a William Shakespeare e di autore ignoto

Sotto accusa: recensione del film



Sotto accusa (The Accused) è un film drammatico diretto da Jonathan Kaplan.

Trama

Sarah Tobias, cameriera in un bar con una pessima reputazione, una sera viene violentata nel locale da tre ragazzi, tra l'incitamento generale degli avventori. Il procuratore Kathryn Murphy si occupa del caso, e accetta un patteggiamento per lesioni colpose (escludendo così lo stupro) per i tre aggressori. Spinta dalla vittima però, con la quale instaura pian piano un rapporto di solidarietà, si rende conto di aver condotto superficialmente il caso e decide di portare in tribunale anche tutti gli uomini che hanno istigato i tre alla violenza. La causa viene vinta e oltre a far mandare in prigione gli istigatori, ottiene il risultato di far aumentare la pena da scontare ai tre stupratori e la modifica dell'imputazione da lesioni colpose a violenza sessuale.

Curiosità sul film

Il film è ispirato ad un fatto autentico avvenuto in un bar di New Bedford, Massachusetts, nel 1983, di cui fu vittima la giovane Cheryl Araujo.

La mia opinione

Un film che purtroppo rispecchia tante realtà quotidiane, spesso taciute e non denunciate. Una grande interpretazione di Jodie Foster, che tra l'altro ha ottenuto l'Oscar come miglior attrice protagonista.

Voto: 7,5

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Turchia abbatte un caccia russo al confine con la Siria

 
Articolo da East Journal
 
L’aviazione turca ha abbattuto un caccia russo vicino al confine con la Siria. Secondo Ankara l’aereo da guerra sarebbe stato avvertito più volte a causa di ripetuti sconfinamenti nello spazio aereo turco. Il ministero della Difesa russo sostiene invece di avere le prove che il suo caccia sia rimasto all’interno del territorio siriano.

L’incidente è avvenuto questa mattina in una zona montuosa a cavallo fra la provincia siriana di Latakia e quella turca di Hatay. L’area è colpita dai bombardamenti russi da settimane, nel tentativo di far arretrare le milizie ribelli e garantire la sicurezza della costa. Secondo la ricostruzione fornita dalla Turchia, l’aereo russo avrebbe ripetutamente ignorato gli avvertimenti. Due F-16 di Ankara si sarebbero quindi alzati in volo per intercettare e abbattere il velivolo, che l’agenzia russa Interfax ha confermato essere un Sukhoi-24.

Alcuni filmati diffusi in rete mostrano un caccia in caduta libera con un evidente incendio a bordo. I due piloti del caccia avrebbero attivato il meccanismo di espulsione in tempo. Tuttavia la loro sorte rimane incerta. Secondo alcune fonti uno dei due piloti sarebbe stato rinvenuto già morto a terra da alcune milizie ribelli, mentre il secondo sarebbe stato catturato dalle brigate turcomanne attive nell’area. Sono stati avvistati elicotteri russi alla ricerca dei due piloti. Le operazioni di soccorso potrebbero venire ostacolate dai ribelli, in possesso di armi capaci di abbattere velivoli a bassa quota.

L’abbattimento del jet russo ha scatenato immediate reazioni dall’una e dall’altra parte. Il presidente turco Erdogan ha ribadito le accuse alla Russia ed è in stretto contatto con i vertici NATO. Il presidente russo Putin ha mantenuto il punto bollando l’azione della Turchia come “una pugnalata alla schiena” e affermando che l’aereo è stato abbattuto mentre si trovava nello spazio aereo siriano, a 1 km dal confine turco, e stava facendo ritorno alla base di Hmeymim senza rappresentare una minaccia per Ankara. Poi è passato all’attacco, ricordando il ruolo opaco della Turchia nei confronti dell’Isis, in particolare riguardo al contrabbando di petrolio. Tutto ciò avrà “serie conseguenze sulle relazioni fra Russia e Turchia”, ha concluso. Il ministro degli Esteri Lavrov ha annullato il viaggio in Turchia che era in programma nei prossimi giorni, proprio per fare il punto sulla situazione in Siria.
 
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Articolo tratto interamente da East Journal