martedì 1 dicembre 2015

Oggi Giornata mondiale contro l'Aids, "sempre più persone non fanno il test"


Articolo da Radio Città Fujiko 

Si tiene oggi, 1 dicembre, la Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids. Secondo i dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità il virus dell'Hiv continua a diffondersi nel nostro paese, soprattutto tra i più giovani. Ma aumenta il numero di persone che non si sono mai sottoposte all'esame dell'Hiv, come denuncia Lila: "mancano campagne di informazione e prevenzione".

Come ogni anno, il 1 dicembre ricorre la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids, istituita per la prima volta nel 1988 per volontà dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Se su questa patologia l'attenzione di governi, mezzi di informazione e opinione pubblica è andata scemando negli ultimi anni, il virus dell'Hiv nel nostro paese continua a colpire ogni anno circa 4mila persone, come emerge dai dati del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). A ciò si aggiunge il fatto che aver contratto l’Hiv e non esserne a conoscenza è più frequente di quanto si pensi. Si stima che nel nostro Paese a esserne inconsapevoli siano dal 13 al 40% in più delle oltre 94.000 persone già accertate, per un totale di 100/150mila casi (ISS). Un dato che si accompagna a quello secondo cui in Italia oltre il 50% delle persone scopre di avere contratto l’Hiv in una fase molto avanzata dell’infezione.

Come spiega ai nostri microfoni Massimo Oldrini, presidente della Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids) "in Italia non ci sono segnali di aumento, ma ci sono segnali di scarso accesso al test. L'Hiv è sempre di più una patologia a trasmissione sessuale, e colpisce prevalentemente la fascia di età tra i 25 e i 29 anni". Al netto di ingiustificati allarmismi, è bene dunque non sottovalutare questi dati e considerare l'importanza della prevenzione. Diagnosticare l’infezione da Hiv in fase precoce è infatti fondamentale. "I dati pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità ci dicono che in Italia la gente fa poco il test, e quando lo fa purtroppo non solo scopre di avere l'Hiv ma anche che questo ha già fatto danni nel sistema immunitario. Si chiamano diagnosi tardive", spiega Oldrini.

Il fatto che i giovani siano una tra le categorie più interessate "non stupisce più di tanto" e si spiega anche col fatto che "ormai da troppo tempo non ci sono campagne di informazione e prevenzione mirate - osserva il presidente della Lila - Nei programmi di studi i giovani non hanno formazioni specifiche alla sessualità ed è quindi molto difficile parlare di sesso coi giovani". In aggiunta a ciò, "sono stati anche fatti errori nella comunicazione - continua Oldrini - ad esempio per quanto riguarda l'evidenza del successo delle terapie antiretrovirali. Queste consentono alle persone con l'Hiv di avere una vita quasi del tutto normale, e vivere anche con serenità le questioni legate al sesso. Questi successi delle terapie non sono stati accompagnati da passi in avanti in ambito sociale, sono ancora frequenti le discriminazioni che colpiscono le persone sieropositive nei più svariati campi della vita quotidiana".

In questo senso, non può non tornare alla mente il recente caso di una bambina di 11 anni rifiutata dalle istituzioni scolastiche perché sieropositiva. In quell'occasione il preside e l'Ufficio Scolastico Regionale negarono alla bambina l'accesso ai locali e suggerirono l'apprendimento a distanza. Non solo, perché oltre alla scuola, anche 35 comunità opposero un rifiuto e per lo stesso motivo. Un caso lampante di discriminazione, ancora più violenta in quanto a perpetrarla furono le stesse istituzioni. "Un fatto gravissimo - ricorda Oldrini - il cui lato peggiore è che anche il sistema dell'assistenza si dimostra molto carente. Una storia che ci dice quanto la discriminazione sia fortemente presente anche dentro le istituzioni".


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Fonte: Radio Città Fujiko


Autore: Andrea Perolino


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Articolo tratto interamente da Radio Città Fujiko

 

1 commento:

  1. Non c'è più l'informazione di una volta riguardo questa malattia, potendo sbirciare da vicino il mondo della sanità (almeno in quello della mia zona) vedo come tutto sta nadando verso la privatizzazione dei servizi, così più malati ci sono meglio è... Insomma, è il cittandino che deve cercare le informazioni, saperne fare buon uso e decidere.. e spesso questo aspetto viene sottovalutato.

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