lunedì 28 settembre 2015

Messico: manifestazioni in memoria dei 43 desaparecidos di Ayotzinapa

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Articolo da Omissis

Sabato 26 settembre si sono tenute in tutto il Messico manifestazioni in memoria dei 43 desaparecidos di Ayotzinapa, a un anno dalla loro scomparsa. Oltre 100mila le persone che hanno marciato nel centro di Città del Messico e delle altre città del Paese.

Il Messico si è distinto negli ultimi anni per le tinte forti, per la violenza, per le 26mila sparizioni forzate di cui anche le Nazioni Unite hanno chiesto chiarimenti. Ma 43 è il numero che più facilmente si ricorda in questo ultimo anno, perché è quello dei desaparecidos di Ayotzinapa; 43 studenti della scuola normale “Raul Isidro Burgos” di Ayotzinapa, Iguala, Stato del Guerrero, che sparirono durante una manifestazione e di cui non si seppe più nulla. Una manifestazione nella quale 6 persone rimasero uccise e oltre 40 furono i feriti tra studenti e professori.

La prima tesi fu quella esposta in novembre dal procuratore Murillo Karam, il quale definì una “realtà storica” il ritrovamento di corpi carbonizzati in una discarica di Cocula, affermando con sicurezza che si trattasse dei 43 ragazzi, arrestati dalla polizia e consegnati ai narcos del cartello Guerreros Unidos che li avrebbero assassinati bruciandone poi i corpi. È quella che però ora viene definita una “mentira historica”, una menzogna bell’e buona, dopo gli scrupolosi studi eseguiti da antropologi forensi argentini e austriaci, che si riservarono di dare per certo il ritrovamento di uno soltanto dei 43 tra quelle ceneri. L’esercito, dispiegato il 26 settembre 2014 assieme alla polizia, e intervenuto alla manifestazione, tace, eppure il segnale Gps del cellulare di uno dei ragazzi portava dritto nella caserma del battaglione di fanteria di stanza a Iguala.

Da allora, da quel 26 settembre 2014, genitori, compagni, amici, professori della Normale e semplici cittadini non fanno che gridare alla “restituzione in vita” dei 43 desaparecidos, che tali rimangono finché non ci sarà prova certa della loro morte. “Vivos se los llevaron, vivos los queremos” gridano da un anno, perché “Nos faltan 43”.

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Fonte: Omissis


Autore: Massimo Bonato

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Articolo tratto interamente da Omissis


Photo credit Pablo A. Arias Cid caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons


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