mercoledì 27 maggio 2015

L’art. 35 dello “Sblocca Italia” non può essere dimenticato


Articolo da Ola (Organizzazione lucana ambientalista)

Intervengono sulla questione “incenerimento rifiuti” il Comitato Diritto alla Salute e l’Associazione Intercomunale Lucania: ” l’incenerimento della “monnezza” non è meno dannoso della filiera petrolifera. Non sembrano affatto terminate le discussioni sulla legge “Sblocca Italia” che hanno sempre fatto primeggiare l’art. 38 sull’art. 35 nonostante le vertenze in materia ambientale siano legate tanto alla questione petrolifera quanto alla questione rifiuti.

L’art. 35 introduce facilitazioni all’insediamento di inceneritori nel nostro Paese così come l’art. 38 facilita le procedure amministrative per il rilascio delle concessioni legate alle attività petrolifere.

Così come l’art. 38 ha avuto bisogno di un decreto attuativo (D.M. 25 marzo 2015) anche l’art. 35 ha urgentemente bisogno di un decreto che lo renda operativo. Un decreto sul quale sono scarse le attenzioni da parte di Associazioni e Comitati che dovrebbero chiedere all’unisono il corretto recepimento della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento e del Consiglio europeo, del 19 novembre 2008, che prevede l’ottimizzazione della raccolta differenziata, la riduzione e il riuso del rifiuto e la gestione del rifiuto residuo tramite impiantistica finalizzata al massimo recupero di materia.

Associazioni e Comitati che, in merito all’art. 35, sembrano quasi stanchi di tallonare l’operato di un Governo sempre più lontano dall’Ambiente e vicino al profitto delle multinazionali. Questo assopimento può essere giustificabile per le piccole realtà associative locali, ma meno comprensibile per quasi tutte le grandi Associazioni.

Gli interessi legati agli inceneritori sono elevati al punto che si continua a parlare di “termovalorizzatori”, una parola coniata ad hoc nel solo Paese Italia ed introdotta per evocare la falsa e suggestiva idea che si possa ricavare valore economico dall’incenerimento dei rifiuti. Un valore aggiunto che in realtà non esiste poiché il bilancio energetico sarebbe fallimentare se non ci fossero le tasse dei cittadini continuamente versate in bolletta per sostenere questa forma irrazionale di trattamento dei rifiuti. In assenza di questa tassa, sarebbe di gran lunga inferiore il numero di impianti d’incenerimento presenti sul nostro territorio così costosi nella loro realizzazione e gestione in sicurezza.

La convenienza è stata introdotta, grazie al CIP6, nel lontano anno 1992 con la delibera n. 6 del Comitato Interministeriale Prezzi (CIP) determinando una maggiorazione del 6% del prezzo dell’elettricità pagato dai consumatori finali. Successivamente, con il d.lgs. n. 387/2003 sono stati estesi i benefici delle rinnovabili, tramite l’incentivazione statale, anche alla produzione di energia tramite combustione dei rifiuti con una nuova suggestiva parola “assimilate”.

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Fonte: Ola (Organizzazione lucana ambientalista)


Autore: Comitato Diritto alla Salute e l’Associazione Intercomunale Lucania


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Articolo tratto interamente da Ola (Organizzazione lucana ambientalista)

2 commenti:

  1. Caro Vincenzo un articolo veramente interessante, non si è mai sicuri di nulla.
    Ciao e buona giornata caro amico.
    Tomaso

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  2. Ciao Vincenzo, ho seguito tutte le tue indicazioni per la faccenda dei cookie, se posso ti chiedo un favore...potresti passare da me e vedere se davvero ho fatto tutto giusto. Scusami, ma sull'argomento sono una tale ignorante...
    Grazie, buona giornata.
    Antonella

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