mercoledì 11 marzo 2015

Chi si ricorda di Fukushima?

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Articolo da Greenreport.it

A quattro anni dal disastro nucleare di Fukushima, quando l’11 marzo 2011 nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi, colpita da un violentissimo terremoto/tsunami, dopo una serie di esplosioni di idrogeno,  si innescò la fusione dei noccioli di tre reattori della centrale, Greenpeace pubblica due rapporti (“Japan’s nuclear crisis – Fukushima Daiichi Status report” e “Fukushima Impact – Accelerating the Nuclear Industry’s Decline”) che «mostrano come la contaminazione continui ancora oggi. Montagne coperte di foreste e fiumi rilasciano continuamente radioattività, che raggiunge zone già decontaminate in precedenza, ricontaminandole».
Il disastro, classificato dall’International atomic energy agency (Iaea) come di grado 7, il massimo grado della scala raggiunto solo dalla tragedia nucleare  di  Cernobyl, ha costretto più di 150.000 persone ad abbandonare le loro case e 120.000 non sono più potute tornare nell’area proibita, troppo contaminata per consentire la vita umana.
Secondo Greenpeace, «residui radioattivi si trovano ora in 54 mila diversi siti all’interno della Prefettura di Fukushima, inclusi parcheggi e parchi pubblici. Le stime ufficiali parlano di una quantità di rifiuti atomici che va dai 15 ai 28 milioni di metri cubi».
Greenpeace Italia stila un riassunto della situazione a Fukushima Daiichi in 10 punti:
  1. Noccioli fusi. La precisa ubicazione dei diversi noccioli fusi resta sconosciuta a TEPCO come a chiunque altro, ma è accertato che una buona parte si è fusa attraversando i vessel (contenitori d’acciaio a pressione) e scendendo nella parte bassa della struttura di contenimento. L’operazione di raffreddamento del combustibile fuso dovrà continuare ancora per molti anni.
  2. Acqua contaminata. L’acqua utilizzata per il raffreddamento rappresenta la maggior parte dell’acqua contaminata immagazzinata nelle circa mille vasche d’acciaio montate sul sito dal 2011 ad oggi. A dicembre 2014, un totale di 320 mila tonnellate di acqua altamente contaminata era immagazzinata nei serbatoi. TEPCO sta utilizzando diverse tecnologie per rimuovere fino a 62 radionuclidi da quest’acqua, ma non l’isotopo radioattivo trizio che non si sa ancora come trattare. L’acqua già trattata ma contenente trizio ammontava lo scorso 8 febbraio a 297 mila tonnellate.
  3. Il programma di TEPCO. Inizialmente TEPCO stimava di riuscire a completare il trattamento di tutte le acque altamente contaminate entro la fine di marzo 2015, ma questo piano è stato rivisto a gennaio, quando la società ha annunciato di aver completato “circa il 50 per cento” del lavoro. Un nuovo programma dovrà essere annunciato in questi giorni, con TEPCO che ora prevede di completare il trattamento delle acque entro il prossimo maggio. Allo stesso tempo, circa 300 tonnellate di acqua sono necessarie ogni giorno per raffreddare il nucleo rimanente e il combustibile fuso nei tre reattori.
  4. Acque sotterranee.  La stima ufficiale è che una quantità pari a circa 800 tonnellate di acqua scorra sul sito ogni giorno. Secondo una stima di TEPCO, 300/400 tonnellate di quest’acqua vengono contaminate. TEPCO afferma che la contaminazione delle acque sotterranee entrata nel sito è dovuto alla contaminazione della superficie che permea il terreno e raggiunge le falde acquifere, e che – ‘teoricamente’ – le acque sotterranee non vengono a contatto con l’acqua all’interno degli edifici del reattore; una teoria ancora non provata, che al momento resta solo sulla carta.
  5. Un muro di lamiera. I tentativi di evitare questa contaminazione sono concentrati sulla costruzione di un tubo d’acciaio lungo 770 metrie di un muro di lamiera. La struttura in acciaio è situata ad una profondità di 30 metri, ovvero – secondo TEPCO – sotto il livello del suolo permeabile. Questa ipotesi è però messa in discussione dalle indagini geologiche sul sito, che mostrano come gli strati permeabili composti da arenaria e pomice siano ad una profondità di circa 200 metri rispetto alla superficie.

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Fonte: Greenreport.it


Autore: redazione Greenreport

Licenza: Copyleft

Articolo tratto interamente da Greenreport.it

Photo credit thierry ehrmann caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons

6 commenti:

  1. Purtroppo il nucleare sulla terra è una bomba ad orologeria.
    Ciao e buona notte caro Vincenzo.
    Tomaso

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  2. La maggior parte delle persone pensa che la cosa sia sotto controllo ma non è così, lo sversamento di acqua contaminata nell'oceano continua senza sosta e non sanno cosa fare, Fukushima è una bomba ad orologeria peggio di Chernobyl.

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  3. era diverso tempo che nessuno più ne parlava ma i danni sono ancora li

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  4. Un disastro immane che purtroppo continua, non solo sulla terra ferma, ma anche in mare. Ed hai ragione, abbiamo la memoria corta.
    Buona giornata.

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  5. ho ripetuto questo tuo post sul blog lacrisi2009, ciao

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  6. E' davvero incomprensibile quanto noi umani riusciamo a distruggere ciò che di meglio la natura ci mette a disposizione. Ma forse impareremo quanto ormai sarà troppo tardi. !!**
    Buon giovedì
    Paolo

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