sabato 7 febbraio 2015

Aumenta lo spreco di acqua potabile in Italia


Articolo da TuttoGreen

Aumentano lo spreco di acqua potabile nel Belpaese. Lo riferisce il dossier pubblicato dall’Istat “Censimento delle acque per uso civile”, che presenta i dati riferiti al 2012: lo spreco di acqua per uso potabile è stato pari 9,5 miliardi di mc (+3,8%) rispetto al precedente rilevamento del 2008) conferma il trend registrato ormai da diversi anni.

La quantità e la numerosità dei prelievi di acqua destinata al consumo domestico dipendono da diversi fattori, la popolazione da servire e le caratteristiche idrogeologiche locali. Infatti la risorsa idrica non è uniformemente distribuita nel Paese; in molti casi i punti di prelievo distano molto dai luoghi di consumo (soprattutto al Centro Sud), e richiedendo la presenza di sistemi infrastrutturali complessi ed il trasporto. Condizioni all’origine di situazioni di forte criticità idrica. Il maggior volume di acqua per uso potabile si preleva in Lombardia (16% del totale), mentre Valle d’Aosta e Sicilia hanno fatto registrare l’incremento maggiore rispetto al 2008 (rispettivamente + 32,7 e + 14,1%). Le contrazioni più forti si sono invece rilevate in Puglia (-14,7%) e nelle Marche (-13,2%). I motivi possono essere legati alle dispersioni di rete, quindi per garantire un livello di erogazione costante è necessario prelevare volumi maggiori e immettere più acqua nella rete di distribuzione.

Rispetto al censimento del 2008 calano i trattamenti per eliminare gli agenti inquinanti e garantire la potabilità dell’acqua (8 milioni di mc nel 2008). Dal momento che le acque superficiali, a differenza di quelle sotterranee di maggior qualità, devono sempre esser trattate, sono le regioni che dispongono più di acqua di superficie a ricorrere alla potabilizzazione (Basilicata e Sardegna,  Toscana, Emilia-Romagna e Puglia), dato l’elevato uso delle acque dei fiumi e dei bacini artificiali, mentre la Valle d’Aosta sì è ancora una volta distinta per il minor ricorso a questo tipo di operazioni. Se aumentano i prelievi, dall’altra aumenta anche la quantità d’acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione (8,4 miliardi di mc, pari a +2,6% rispetto al 2008). In Valle d’ Aosta, Umbria e Sicilia si sono registrati gli incrementi percentuali più consistenti, in Puglia e Basilicata le contrazioni più evidenti. Variano molto a livello regionale i volumi giornalieri pro-capite immessi in rete.Rispetto al quantitativo prelevato, il volume immesso si riduce, in montagna per gli sfiori nei serbatoi d’accumulo (l’acqua disponibile che supera la capacità di contenimento torna in natura), nel Centro e nel Sud per l’estensione delle reti di adduzione. Un altro fattore da tener presente è quello degli scambi interregionali, conseguenza di surplus d’acqua prelevata o di deficit rispetto alle esigenze delle diverse regioni.

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Fonte: TuttoGreen


Autore: Marco Grilli


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Articolo tratto interamente da TuttoGreen

2 commenti:

  1. Parlo anche e soprattutto per me stesso... dobbiamo cercare di risparmiare prima per noi e di conseguenza per gli altri, perché l'acqua è davvero un bene fondamentale e per nulla scontato.

    Ispy 2.0

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  2. Nonostante i dati inquietanti continuiamo a comportarci come se questo bene fosse una risorsa senza fine, ma ahinoi il nostro comportamento ha un impatto enorme sulla quantità di acqua che abbiamo.
    Un caro saluto Cavaliere

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