martedì 25 novembre 2014

Oggi è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne


Articolo da Unimondo.org

“Fino a pochi anni fa nessuno sapeva cosa fosse il 25 novembre” così esordisce nell’intervista rilasciata a Unimondo Anna Pramstrahler, tra le fondatrici della Casa delle Donne “per non subire violenza” di Bologna, rivendicando il giusto ruolo che le iniziative di sensibilizzazione promosse intorno alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne hanno svolto nell’ultimo decennio nell’acquisizione di una maggiore consapevolezza sul problema. Un cambiamento costruito attraverso una contaminazione di iniziative in tutta Italia che mirano a smuovere una riflessione preconcetta sui ruoli di genere e sul “possesso” della donna, e a far prendere coscienza sui numeri allarmanti di questa realtà.
È proprio questo il punto centrale: la consapevolezza che ha la donna di aver subito o di star subendo una violenza. Al di là della vergogna e della naturale difficoltà a confessare un abuso e a fare scelte adeguate quanto difficili per porre fine alla violenza o per assicurare alla giustizia chi ne è responsabile, spesso il ricorso della donna a giustificazioni della violenza subita rappresenta la norma. I risultati dell’indagine svolta dall’Agenzia dell’UE per i Diritti Fondamentali sulle esperienze di violenza fisica, sessuale e psicologica subite da 42.000 donne intervistate dei 28 Stati membri dell’Unione Europea sono rivelatrici in tal senso. Pubblicato lo scorso marzo in vista della possibile adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa per prevenire e combattere la violenza sulle donne, il sondaggio rivela che la violenza sulle donne è una piaga ampiamente diffusa nello spazio europeo: il 33% delle intervistate ha dichiarato di aver subito violenza fisica o sessuale, il 22% ha attribuito tali violenze al partner, e ben il 67% ha ammesso di non aver mai denunciato la violenza né a un’associazione di supporto né alle forze di polizia. Il paradosso per cui l’Italia risulta ai livelli più bassi di tale classifica, anche rispetto ad altri Paesi europei quali quelli scandinavi, che vantano delle ottime politiche egualitarie, denuncia in realtà una situazione di modesta consapevolezza del fenomeno e di scarso ricorso agli strumenti giudiziari e di mutuo aiuto messi a disposizione dalla società civile. Proprio l’aumento in Italia del numero dei femminicidi e dei casi di violenza ai danni delle donne registrato da forze dell’ordine e centri antiviolenza non è tanto da valutare come un incremento della pratica, su cui la stampa sembra indugiare così volentieri, bensì alla maggiore disposizione alla denuncia di un fenomeno altrimenti sommerso.

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Fonte: Unimondo.org

Autore: Miriam Rossi

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Articolo tratto interamente da
Unimondo.org

8 commenti:

  1. Questa piaga deve essere combattuta e vinta da tutti. Non è concepibile che persone tarate mentalmente possano continuare a perpetrare simili crimini. Anche le istituzioni però devono dare maggiore protezione a chi chiede aiuto.
    Buona giornata
    enrico

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  2. Fa un certo effetto leggere "Convenzione di Istanbul" contro la violenza sulle donne e leggere, altresì, che per il presidente Erdogan le donne devono essere usate solo per figliare. È una forma di violenza sottile il negare che la donna è, prima che femmina, una persona con gli stessi diritti dell'uomo, che, anzi, dovrebbe essere tutelata come un bene assoluto dell'umanità.
    Oggi, giornata mondiale contro la violenza verso le donne (in tutte le sue sfumature, talvolta pelose), sto notando un silenzio quasi generale sull'argomento; non vedo quella condivisione totale che l'argomento meriterebbe.
    E questo mi amareggia.

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  3. La violenza contro le donne è radicata nell'ideologia machista che imperversa in quasi tutti i paesi del mondo, specie in quelli di religione islamica e dell'area mediterranea dove i retaggi di una cultura violenza basata sulla forza del maschio hanno dato i loro frutti.
    Oltre a una seria lotta (dove le forse dell'ordine dovrebbero sul serio impegnarsi) bisognerebbe iniziare a educare i bambini e i ragazzi al rispetto delle donne e alla reale uguaglianza dei sessi, perciò andrebbe fatto un lavoro nelle scuole e nelle famiglie.
    Spero che un giorno tutto questo si realizzi.

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  4. Caro Vincenzo, è una battaglia senza tregua, e bisogna continuare a combatterla fino alla fine, e che ogni donna non abbia più quel terrore...
    Ciao e buona serata caro amico.
    Tomaso

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  5. Ci sono sempre state queste cose, ma no se ne parlava"
    E' un ritornello che sento ripetere spesso.
    Se la divulgazione del problema ( del dramma) lo porta al centro dell'attenzione, è già un primo passo avanti.
    Più difficile il secondo.
    Fata C

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  6. Sei sempre in prima linea nel condividere fatti e iniziative importanti.
    Grazie anche per questa. =)
    Dani

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  7. Dalle mie parti in molti comuni è stata allestita una sedia vuota e sono state avviate molte iniziative. Speriamo che con tutto questo le donne prendano consapevolezza del rispetto che meritano.

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