mercoledì 2 aprile 2014

Tutti a casa: recensione del film


Tutti a casa è un film del 1960 diretto da Luigi Comencini.

Trama 

Coste del Veneto, 8 settembre 1943. Nella cucina della caserma del Regio Esercito italiano, la radio diffonde il famoso comunicato con cui si annuncia l'armistizio chiesto dal maresciallo Pietro Badoglio alle potenze anglo-americane. L'entusiasmo scoppia rapidamente e sulle bocche dei militi risuona l'urlo "La guerra è finita, tutti a casa!". Ma la realtà, ben presto, si rivelerà drammaticamente diversa. Gli alleati tedeschi sono improvvisamente diventati nemici, il Re e Badoglio sono fuggiti, le truppe senza ordini precisi sono allo sbando. Il sottotenente Alberto Innocenzi ed i suoi soldati apprendono tardi la notizia dell'armistizio, finendo così sotto il fuoco dei neo-nemici tedeschi. Innocenzi, estremamente ligio al dovere, attende ordini e cerca un comando cui presentarsi, ma il reggimento si sfalda. Molti, stanchi della guerra, disertano e pensano solo a tornare a casa dalle proprie famiglie; gli altri, non sanno cosa fare. Assieme al geniere Ceccarelli e al sergente Fornaciari, unici soldati rimasti nella truppa, anche Innocenzi comincia il suo difficile ritorno a casa, abbandonando a poco a poco il linguaggio ed il piglio militaresco per adattarsi al tragico momento.
Indossati abiti borghesi con l'aiuto di alcuni civili, i tre si rimettono in viaggio, conoscono un gruppo di partigiani, ma non vi si uniscono, decisi a restare lontani da quella guerra che ormai vogliono solo lasciarsi alle spalle. Finiscono poi per separarsi nel loro tragitto lungo la penisola, ma il destino li fa ritrovare ed assistere impotenti alla morte di un loro commilitone, ucciso dai tedeschi per aver fatto fuggire una ragazza ebrea ed al fine raggiungono la casa di Fornaciari. Sembra fatta, ma la quiete è di breve durata: Fornaciari la notte stessa viene arrestato dai fascisti perché durante la sua assenza la sua famiglia aveva dato asilo ad un soldato americano.
Innocenzi e Ceccarelli riescono a scappare e continuano il loro tormentato viaggio della speranza. Innocenzi finalmente giunge a casa; qui trova il padre che, per soldi e per asserito "Onor di patria", vorrebbe farlo arruolare nell'esercito della neonata Repubblica Sociale.
A questo punto Innocenzi preferisce lasciare la sua casa e seguire Ceccarelli verso sud. In una Napoli in stato d'assedio, i due vengono però arrestati dai fascisti e messi a lavorare per l'Organizzazione Todt nei giorni in cui scoppia la rivolta popolare. Mentre cercano di fuggire, Ceccarelli viene ucciso a pochi metri dalla sua abitazione, che aveva rivisto poco prima in lontananza durante la traduzione forzata ai lavori: la morte del generoso uomo, divenuto in quelle peripezie amico fraterno, scuote l'animo di Innocenzi che comprende di non poter più stare a guardare, decidendo così di unirsi alla lotta per la liberazione. È il 28 settembre '43, Napoli e il sud stanno per essere liberati.

Curiosità sul film

I ruoli di Alberto Sordi ed Eduardo De Filippo, che nel film interpretano rispettivamente figlio e padre, furono pensati per Vittorio Gassman e Totò.

Malgrado il film sia ambientato per lunghi tratti nella pianura veneta, molte scene furono girate a Livorno e nelle campagne circostanti (zone portuali di via Leonardo da Vinci, Complesso Gherardesca, via delle Sorgenti, Puzzolente e vicina casa colonica, Pontino e scali degli Avvalorati, all'epoca ancora semidistrutti a seguito degli eventi bellici del 1943); tra le più celebri si ricordano quella della fuga dei militari di fronte all'autoblindo tedesco e l'arrivo di Innocenzi nella città bombardata con il carico di farina.

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5 commenti:

  1. Non l'ho visto a suo tempo, ma Comencini è uno dei registi che più mi piace.

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  2. Cara Cavaliere, il film racconta la storia della grande tragedia italiana.
    io la ho vissuta e ti posso assicurare che era peggio di quello che racconta il film. Credo che sia una lezione che non dovrebbero essere più guerre.
    Ciao e buona serata amico.
    Tomaso

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  3. Un bel film che credo di aver visto solo in parte, una sera, facendo un po' di zapping. La storia è bella anche se racconta di una grande tragedia.
    Buona serata ciao ciao

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  4. Ciao Cavaliere il film me lo ricordo benissimo ma i fatti che mi ricontava mia madre erano peggiori.

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  5. Lo ricordo molto bene questo film, come le opere di Rossellini ricorda un capitolo oscuro della nostra storia di cui si parla ancora in modo purtroppo molto superficiale.
    Un abbraccio

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