lunedì 9 dicembre 2013

Il cammino della speranza: recensione del film



Il cammino della speranza è un film del 1950, diretto da Pietro Germi, tratto dal romanzo Cuore negli abissi di Nino Di Maria.

Trama

Il film narra le disavventure di un gruppo di minatori siciliani, nel tragico esodo con i familiari verso la Francia.
L'opera rispecchia la drammatica realtà dell'economia italiana nell'immediato dopo guerra e delle disperate condizioni di arretratezza sociale di molte zone del Paese. A causa della chiusura di una solfatara nei pressi di Favara, i minatori, guidati da Saro Cammarata, un giovane operaio vedovo e con tre bambini piccoli, tentano dapprima di occupare la miniera. Vista l'inutilità della lotta, risalgono in superficie e si affidano ad un personaggio, tale Ciccio Ingaggiatore, che si offre di condurli in Francia dove, secondo lui, c'è lavoro ben retribuito per tutti. Ma per le leggi del tempo questi spostamenti sono proibiti e quindi il gruppo dovrà muoversi nella illegalità. Poiché per il viaggio la loro guida pretende il prezzo di 20.000 lire a persona, molti sono costretti a vendere i loro averi più cari, quali i mobili di casa o il corredo. La mattina della partenza due giovani , Luca e Rosa si sposano poco prima di salire sulla corriera che li porterà al treno. Tra coloro che partono c'è anche Barbara Spadaro, una giovane rifiutata da tutto il paese e dalla sua stessa famiglia in quanto ha una relazione con Vanni, un fuorilegge, il quale si aggrega successivamente al gruppo. Dopo aver attraversato lo stretto di Messina, gli emigranti giungono a Roma dove Ciccio si rivela un truffatore e cerca di abbandonarli. Scoperto da Barbara e da Vanni, egli dapprima sembra voler restare con gli emigranti, poi però li denuncia e fugge. Arrestati dalla Polizia, tutti gli emigranti ricevono il foglio di via obbligatorio che intima loro di tornare in Sicilia. Vanni, invece, riesce ad eludere l'arresto e si accorda con Barbara per rivedersi sul confine.


Ma gli emigranti decidono di non obbedire all'ordine di rientro: in Sicilia non hanno più nulla, e così stracciano i fogli di via e proseguono il cammino da clandestini, utilizzando il passaggio di un benevolo camionista. Arrivano così in Emilia, dove incontrano un Fattore, che offre loro un temporaneo lavoro retribuito nei campi, più cibo ed ospitalità. Non sanno - e se ne accorgereanno solo il giorno dopo - che in realtà essi sono stati assunti perché è in corso uno sciopero dei lavoratori agricoli. Durante una manifestazione di questi ultimi, che li accusano di essere dei crumiri, scoppiano degli incidenti e la Polizia chiede al Fattore di allontanarli. Durante gli scontri è rimasta ferita una delle figlie di Saro. Barbara, che già era partita per raggiungere Vanni, torna indietro per assistere la piccola, mossa anche da una crescente intesa con Saro, che l'ha sempre difesa contro l'ostracismo degli altri paesani. C'è bisogno di un Medico, che però si trova nel paese presidiato dagli scioperanti. Con coraggio Barbara vi si reca nonostante il clima di forte tensione e, facendo appello al senso di umanità, riesce a convincere il capo degli scioperanti a condurre il Medico al capezzale della bimba.
A questo punto gli emigranti si dividono: alcuni, ormai demoralizzati, decidono di tornare in Sicilia, mentre gli altri proseguono, ritrovandosi a Noasca sul confine italo - francese, dove nel frattempo è arrivato anche Vanni. Decidono, con altri due clandestini, di tentare l'ingresso in Francia attraversando a piedi un valico reso difficile dalla neve. Mentre il gruppo si avvia, Vanni, geloso di Saro in quanto ha intuito la simpatia che ormai Barbara prova per lui, lo sfida a duello. Nello scontro rusticano con i coltelli Vanni viene ucciso.
Nel corso della traversata, il gruppo viene investito da una tormenta di neve, nel corso del quale uno di loro, il mite ad anziano Ragioniere, si smarrisce e muore assiderato assieme al suo cagnolino. Gli altri riescono a salvarsi e ad arrivare finalmente al confine francese. Quando ormai sembrano salvi, vengono intercettati da due pattuglie di Doganieri, una francese e l'altra italiana, che si muovono sugli sci, ai quali appare subito evidente che si tratta di clandestini. Ma gli agenti, commossi dalle condizioni di povertà e sofferenza degli emigranti, si inteneriscono al sorriso di uno dei bambini e li lasciano proseguire senza arrestarli. Essi potranno quindi raggiungere la Francia con la speranza di una nuova vita, lontana dalla povertà della Sicilia.

Curiosità sul film

Il film è anche noto per aver diffuso, per la prima volta, la canzone Vitti 'na crozza .

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5 commenti:

  1. Grazie di avermelo ricordato, caro Cavaliere, lo avrò visto 5-6 volte e lo vedrei ancora volentieri se lo facessero. Qui si veda la vera povertà, che non si stanca mai di sperare ad un domani migliore.
    Tomaso

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  2. non conosco questo film...dev'essere interessante.
    ciao cavaliere felice settimana !! :)

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  3. La forza e la determinazione di un popolo, uniti alla fragilità e all'apoteosi del magico sorriso di un bambino, sono un ottimo connubio di elementi per creare una trama avvincente, umana e riflessiva. Da vedere insomma! Bellissimo post!

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  4. Sembra una storia inventata, ma chissà quanti hanno sofferto le pene dell'inferno per cercare pane e lavoro. Del resto è quello che succede oggi agli emigranti che arrivano dal nord Africa. L'uomo non cambia mai. C'è sempre qualcuno che sfrutta chi cerca di sopravvivere andando verso un altro paese. Oggi come allora, si paga un duro prezzo, di soldi e di vita, spesso, per poter realizzare un sogno.

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  5. Non so se l'ho visto Cavaliere mio, anche se sono una ricercatrice di pellicole in bianco e nero antiche che adoro...
    Ma scorrendo il tuo racconto , mi sembra cosa nota, forse perchè fa proprio parte dei corsi e ricorsi della vita!!!
    bacio!

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