sabato 16 novembre 2013

Sonetto 94 di William Shakespeare


Sonetto 94

Coloro che han potere di ferire e non lo fanno,
Che non fanno quanto mostrano poter fare,
Che, commuovendo gli altri, stanno come pietra,
Spassionati, freddi, e sordi a tentazione;
Giustamente godono i favori del cielo,
E salvano da sperperi la ricchezza del creato;
Sono signori e padroni del loro aspetto,
Gli altri, solo servi della loro perfezione.
Il fiore estivo è dolce per l'estate,
Pur se vive e muore soltanto per se stesso,
Ma se un vile contagio quel fiore incontra,
la più ignobile erbaccia lo vince in dignità.
Ché le cose più dolci per i loro atti divengon agre;
e i gigli imputriditi, ammorbano ben più di erbacce.

William Shakespeare



5 commenti:

  1. Ciao Cav, hai scelto un sonetto bellissimo per chiudere la settimana. Quanto è vero che i gigli, una volta marciti ammorbano l'aria ben più delle erbacce e così è per gli uomini...

    Bellissima fotografia.

    Buon fine settimana.
    Antonella

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  2. Un sonetto che sembra fatto apposta per le mie vicende degli ultimi tempi..
    grazie , bellissimo , Cavaliere mio!!!!

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  3. Caro Cavaliere, sai sempre trovare le cose giuste per finire la settimana in bellezza. Buon fine settimana caro amico.
    Tomaso

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  4. Ciao Cavaliere, hai toccato le mie corde più profonde...
    "....un vile contagio quel fiore incontra,
    la più ignobile erbaccia lo vince in dignità."
    Buon fine settimana

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  5. Mi ha colpito l'ultima frase...Gigli imputriditi, i tiepidi, quelli che pensano di essere distanti da ogni tentazione ma quando cedono, diventano fango.Ottima riflessione...

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